Che scenario si sta preannunciando nel mondo dei videogiochi da qui ai prossimi 5 anni?
Come possiamo valutare le strategie di Microsoft, Sony e Nintendo?
Chi sta facendo la scelta più convincente e chi, eventualmente, sta rischiando di perdere il treno del futuro prossimo?
Proviamo a ragionarci sopra, facendo un resoconto del recente passato e valutando su come si sta aprendo il futuro, il tutto attraverso le scelte del presente delle varie case produttrici.
Sony tra passato e futuro
Cominciamo da chi, senza alcun dubbio, ha vinto la generazione che sta volgendo al termine, quantomeno in termini numerici di vendite.
Sony ha piazzato, stando ai dati di fine 2019, oltre 100 milioni di PlayStation 4 in tutto il mondo, un numero ben lontano da quei 155 milioni che fece registrare PlayStation 2 ma che rappresenta un traguardo eccezionale analizzato in senso stretto, soprattutto in riferimento alla concorrenza.
La strategia di posizionamento e di conseguenza di marketing della casa giapponese è stata sempre molto chiara: guadagnare il maggior numero di utenza possibile piazzando un elevato quantitativo di hardware nelle case degli appassionati per poi vendere loro i giochi, in particolare le eccezionali esclusive in termini di qualità e quantità che Sony ha potuto sfoggiare in questi anni anche grazie all’acquisizione di diversi studi entrati a far parte della sua scuderia: The Last of Us Part II, God of War, Uncharted 4, Spiderman, Ghost of Tsushima sono solo alcuni dei titoli che hanno caratterizzato gli ultimi 7 anni della casa di Tokio. Si tratta di una strategia se vogliamo piuttosto conservativa, ma dannatamente efficace e che ha saputo fare presa su diverse tipologie di utenti.
Solo nell’ultimo periodo, evidentemente sollecitata dalle mosse della concorrenza, ha aperto a servizi come il PlayStation Now, che però al momento non ha saputo attecchire con quell’efficacia che viene riconosciuta a Microsoft con il suo Game Pass.
Come si presenta, quindi, la next gen di Sony? La direzione sembra sempre quella, ovvero vendere le console e accompagnare titoli esclusivi di qualità tali da rendere sempre molto alti gli standard e il rapporto tra la forza del brand e quella dei suoi prodotti.
Nell’ultima conferenza di Sony in cui sono stati rilasciati (finalmente) prezzo e data di uscita della console abbiamo avuto modo di avere uno sguardo più nel dettaglio del PlayStation Plus Collection, una sorta di piccolo catalogo di titoli dell’attuale generazione fruibili da subito su PlayStation 5 e definito da molti, anche in maniera se vogliamo molto generosa, un “piccolo Game Pass”.
Insomma, se dal punto di vista di prodotti ed esclusive Sony non teme concorrenza, è sul lato servizi che il gap con Microsoft si sta allargando in maniera progressiva.
Microsoft e la strada dell’ecosistema
Vediamo ora la situazione che coinvolge il colosso di Redmond.
Dopo una generazione in cui Xbox 360 ha primeggiato, grazie ad una partenza anticipata e senza gli inciampi iniziali della concorrenza, con Xbox One ha attraversato un periodo di flessione, derivato con tutta probabilità da una mancanza di un numero cospicuo di esclusive che per buona parte del suo ciclo vitale gli ha fatto perdere terreno nei confronti di Sony. Terreno che è stato parzialmente riguadagnato nell’ultimo frangente di generazione proprio grazie a quel Game Pass che permette di avere un catalogo di oltre 100 giochi, tra cui le esclusive al lancio, ad un prezzo di partenza di 9,90 al mese. Un’offerta davvero aggressiva.
Da qui ha incominciato a svilupparsi in Microsoft un nuovo posizionamento sul mercato, caratterizzato dalla volontà di slegarsi in maniera lenta ma progressiva dal “pezzo” fisico collocato in salotto o in camera per concentrare l’utenza più sul suo ecosistema piuttosto che sulla sola console.
Come si traduce in termini pratici questo discorso? In maniera molto semplice: vuoi una console next gen? Puoi scegliere tra due versioni, tra cui quella base ad un prezzo davvero aggressivo e giocare tantissimi titoli da subito grazie al Game Pass. Vuoi invece entrare di prepotenza nella nuova generazione? Series X è quello che fa per te, grazie alle sue specifiche tecniche. Ti interessano i titoli Microsoft e hai un pc performante? Game Pass Ultimate ti mette in condizione di goderne da subito. Vuoi giocare ma non hai un hardware adeguato? Con Xcloud puoi farlo dove vuoi sul tuo smartphone; e non è escluso che nel futuro prossimo qualche app sarà disponibile anche sui nuovi smartphone, bypassando ogni tipo di hardware.
Insomma, da questo punto di vista la strategia di Microsoft è chiara e punta ad un posizionamento ben diverso rispetto a quello di Sony, ma che rischia, dal punto di vista della casa giapponese, di accaparrarsi ancora più utenti per via di un maggior numero di possibilità offerte, molte delle quali non direttamente collegate alla necessità di avere l’hardware. Un ulteriore grande passo avanti è stato fatto grazie all’acquisizione da parte di Microsoft di Bethesda, con cui si è portata a casa tutta una serie di studios e ip che di conseguenza avranno una sorta di canale preferenziale sulla casa americana, anche se allo stato attuale è difficile capirne gli estremi.
La Nintendo difference: impossibile farne a meno
Nelle vesti di terza incomoda abbiamo Nintendo, spesso dimenticata nella logica dei competitor del settore ma che sta dimostrando di sapersi ritagliare sempre con maggior decisione la sua importante fetta di mercato proprio grazie a quella “Nintendo difference” che l’ha contraddistinta nel corso degli anni. Anzi, probabilmente trarrà sempre più beneficio dalle mosse degli altri due colossi per via della sua strategia di “affiancamento”, essendosi da subito tagliata fuori dalla gara dei meri teraflops.
Insomma, sembra proprio che il mercato dei prossimi 5 anni stia assumento una connotazione ben precisa, per la gioia di tutti noi utenti.
Personalmente tra le varie strategie non mi sento di premiarne una piuttosto di un’altra, dal momento che a mio giudizio hanno tutte delle caratteristiche che si lasciano apprezzare.
Da un lato il fatto di Sony di essere molto legata ad un concetto “classico” di gaming, in cui abbiamo fondamentalmente una console e i suoi (splendidi) giochi, cosa che su un vecchio videogiocatore come il sottoscritto fa sempre una grande presa.
Dall’altra Microsoft, evidentemente consapevole del divario creatosi con Sony proprio nella gestione classica dell’offerta videoludica ha scelto la strada dei servizi che, se inizialmente mi fece storcere il naso, ora mi annovera tra i tanti clienti soddisfatti del Game Pass, assieme ad altri 15 milioni raggiunti in tutto il mondo.
E poi ovviamente c’è Nintendo, che per il semplice fatto di essere Nintendo deve assolutamente rimanere ancorata al panorama videoludico ovviamente sempre alla sua maniera perché, nonostante i momenti di alti e bassi, ci accompagna da oltre 35 anni in questo fantastico mondo.
Che dire? Il futuro prossimo per i videogiochi non potrebbe prospettarsi in maniera migliore.