Crash Bandicoot 4: It’s About Time ha segnato il ritorno in pompa magna del folle marsupiale arancione su console dell’attuale generazione: un ritorno coloratissimo, entusiasmante e riuscitissmo, ma per sapere cosa ne pensiamo più nello specifico dovrai attendere la nostra recensione!
Mentre spulciamo un po’ più a fondo la nuova avventura di Crash, Coco e compagnia bella (e anche brutta considerando la presenza di Dingodile, non proprio un Adone, tra i personaggi giocabili) sono sempre più i dettagli che saltano all’occhio e che mi fanno supporre che Toys for Bob stia lavorando per riportare su attuale generazione (e perché no, anche su next-gen) vecchie glorie dell’era PlayStation 1, che non sarebbero più confinate sulle console di casa Sony come abbiamo già visto proprio con Crash e, poco dopo, con Spyro.
Prima di entrare nel vivo del discorso però vanno fatte due premesse fondamentali: tutto ciò che leggerai in questo articolo non riguarda nulla di ufficialmente confermato, è soltanto la personalissima teoria di un videogiocatore (che al contempo è anche un fan sfegatato della prima storica PlayStation e di tutte quelle a seguire) che vorrebbe rivivere titoli giocati e rigiocati durante l’infanzia; la seconda è che a seguire ci saranno degli spoiler relativi a Crash Bandicoot 4: It’s About Time, approdato su console appena un paio di giorni fa, nulla di relativo alla trama, solo spoiler visivi, ma se vuoi vivere un’esperienza completamente “blind”… beh, sei stato avvisato!
Vedo draghi dappertutto!
Correva l’anno 1998 e Crash Bandicoot 3: Warped, sviluppato come i precedenti capitoli da Naughty Dog, partiva prepotentemente sulla prima console di casa Sony (col classico suono che tutti ricordiamo, e se dici il contrario stai mentendo), pronto a portarci a spasso nel tempo. Se, invece di far partire il titolo però si premeva una precisa sequenza di comandi, ad apparire sullo schermo non era il filmato introduttivo che mostrava il risveglio della maschera malvagia Uka Uka, ma una speciale demo di Spyro the Dragon, primo capitolo della serie con protagonista il buffo draghetto viola, il cui lancio europeo aveva preceduto di pochi mesi quello di Warped.
Nel 2017 Vicarious Visions ha portato su PlayStation 4 la N.Sane Trilogy, raccolta delle prime tre avventure del marsupiale con level design e gameplay riportati alla perfezione, ma con una grafica al passo coi tempi. Naturalmente il primo pensiero dei giocatori fu quello di replicare lo storico codice nel menù principale, quest’ultimo però non faceva partire una nuova demo, ma portava a un brevissimo, impercettibile, freeze: tanto bastò per riaccendere le speranze dei giocatori!
Il successo di questa riuscitissima trilogia ha portato negli ultimi anni a diverse altre operazioni simili che hanno coinvolto anche le più famose icone PlayStation, tra le quali proprio Spyro con la Reignited Trilogy e lo scheletrico Sir Daniel Fortesque con la remaster di Medievil. La N.Sane Trilogy si rivelò poi essere un’esclusiva temporanea PlayStation, a un anno di distanza il marsupiale iniziò a roteare nelle terre inesplorate di Xbox e Nintendo (ambiente a lui già familiare grazie a una coppia di titoli crossover con Spyro). Proprio la versione Nintendo Switch della trilogia porta in campo il secondo attore di questa storia: Toys for Bob.
La software house infatti si è occupata del porting per l’ibrida di casa Nintendo e non solo, si è anche occupata di tutte le versioni della Spyro Reignited Trilogy. Crash Bandicoot 4: It’s About Time, realizzato per l’appunto da Toys for Bob, rappresenta attualmente un unicum sul mercato, il titolo si pone in diretta continuità con la N.Sane Trilogy (e quindi con la trilogia originale) e ignora tutti i titoli dedicati al marsupiale dopo il 1998 (o quasi, ma ho promesso di non fare spoiler) a volte anche in maniera smaccata e pungente.
Come la N.Sane Trilogy è riuscita a fare da traino per le remaster di altri titoli, It’s About Time potrebbe anche spianare la strada a sequel diretti delle trilogie rimasterizzate (o nel caso di Medievil a un Medievil 3, non ringrazierei mai abbastanza); Spyro, analogamente a Crash, ha vissuto fortune alterne dopo la prima trilogia, quale occasione migliore dunque per permettere al draghetto di casa Insomniac Games di riportare la propria immagine agli antichi fasti?
Nel nuovo Crash Bandicoot, i ragazzi di Toys for Bob non si sono risparmiati in quanto a citazioni e easter egg, che strappano sempre una risata di gusto e riescono a scaldare il cuore di chi, negli anni ’90 è cresciuto pad alla mano; diversi easter egg riguardano proprio Spyro, letteralmente all’inizio del primo livello è possibile scovare una ciambella gonfiabile galleggiante viola con tanto di testa del draghetto a completare il tutto. In un livello più avanzato (ambientato tra l’altro in una mappa ispirata a Venezia) invece, durante una sfilata di carnevale è possibile osservare sullo sfondo alcuni gonfiabili giganti, uno di questi raffigurante, ancora una volta, Spyro!
Sempre durante la stessa sfilata, oltre al tigrotto Pura, fa la sua comparsa sotto forma di gonfiabile un personaggio della serie Skylanders, sempre a cura di Toys for Bob. Spyro è diventato ben presto uno dei protagonisti di questa serie (a rafforzare il suo legame con Crash tra l’altro c’è una puntata della serie animata in CGI tratta da Skylanders in cui fa la sua comparsa il bandicoot), e tutti questi indizi sparsi tra i vari livelli di It’s About Time mi fanno pensare, e sperare, che questi personaggi non stiano saltando fuori a caso o per citazionismo, ma che ci siano effettivamente dei lavori in corso dietro le quinte per uno Spyro seguito di Year of the Dragon, che includa anche i personaggi di Skylanders nella trama.
Ehi… che succede amico?
Passiamo adesso al piatto forte (e probabilmente al più fantasioso) delle mie speculazioni. Se c’è un titolo che durante la mia infanzia ho giocato e rigiocato tanto quanto Crash Bandicoot 3: Warped (oltre a Metal Slug, ma “C’è un luogo e un tempo per ogni cosa…” come dice un certo Prof.), e che con Warped condivide la tematica dei viaggi temporali, è lui: l’unico e inimitabile Bugs Bunny: Lost in Time, in Italia adattato letteralmente Bugs Bunny: Perso nel tempo.
Sviluppato da Behaviour Interactive, che negli anni si è poi occupata di titoli rinomati come Dante’s Inferno, Dead by Daylight e La Terra di Mezzo: L’ombra di Mordor, il titolo con protagonista il lunatico coniglio Bugs Bunny arrivava su PlayStation 1 e PC nel 1999, appena a un anno di distanza da Warped così da cavalcare l’interesse della tematica dei viaggi temporali.
Aiutato dal mago Merlino, Bugs doveva viaggiare nel tempo e raccogliere abbastanza Simboli Orologio (“Collezionare simboli? Beh, perché no? Dopotutto hanno riso anche di quello che ha scoperto la penicellina!”) per poter far ritorno a casa, nel suo viaggio Bugs doveva affrontare versioni alternative e passate di personaggi iconici come Taddeo (Elmer Fudd per essere precisi) e Yosemite Sam durante le epoche storiche più disparate.
Ma tutto questo cos’ha a che fare con Crash? Beh, sia Bugs Bunny nel suo titolo che Crash in più occasioni e in particolare in It’s About Time hanno viaggiato nella preistoria, in un paio di livelli del nuovo Crash possiamo notare dei brontosauri particolari, utilizzati dal marsupiale come piattaforme:
Ti ricordano niente? Ti aiuto io:
Mi rendo conto che serve davvero un gran lavoro di fantasia (e nostalgia) per collegare due elementi così specifici del level design, proprio per questo una delle premesse fondamentali era che l’intero articolo è basato su teorie, ma la somiglianza così marcata tra i due brontosauri e la loro funzione identica mi portano a pensare una cosa: Toys for Bob è al lavoro su una remaster di Bugs Bunny: Lost in Time, magari accompagnata in bundle dalla remaster del suo sequel Bugs e Taz: A Spasso nel Tempo?
Naturalmente potrebbe trattarsi anche di un semplice easter egg per celebrare un altro titolo che ha fatto la storia del genere platform, ma il fatto che ci sia un elemento così palesemente ripreso da un altro gioco storico mi fa pensare che magari la software house possa essere al lavoro su una remaster e abbia utilizzato in It’s About Time (per economizzare tempi e costi) un modello e degli asset già pronti per altre produzioni già in corso, ma che non sono ancora state annunciate al pubblico.
Si tratta indubbiamente di un collegamento estremamente fantasioso, ma negli anni Toys for Bob ha dimostrato di poter meritare tantissima fiducia per quanto riguarda questo genere di operazioni nostalgia, e non sarebbe bellismo tornare a sentire anche su console dell’attuale generazione: “Fantastico! Perfetto! Hai completato questo livello!”, personalmente sarebbe un sogno, e non credo di essere l’unico!
TfBVU (Toys for Bob Videogaming Universe)
Per concludere, quest’ondata di nostalgia che ci investe ormai da qualche anno si sta rivelando, con più altri che bassi, un’operazione redditizia per tutti: i fan ci guadaganano con titoli molto spesso al di sopra delle aspettative, le icone della nostra infanzia rivivono una seconda giovinezza e possono rimediare agli “errori del passato”, e le software house ci guadagnano non poco!
La cultura pop odierna sta andando sempre più nella direzione del crossover, estremamente funzionale dal momento che con un unico prodotto si riescono a riunire più fanbase: basti pensare al successo cinematografico senza precedenti dell’MCU e in particolare di Avengers: Endgame, attualmente il film che più ha incassato nella storia del cinema e, guardaso, il più grande crossover cinematografico mai realizzato.
Sul versante videoludico viene sicuramente da pensare a Super Smash Bros. Ultimate, al cui roster si aggiungerà prossimamente Steve, personaggio di Minecraft, il videogioco più venduto di sempre nella storia del medium. E se anche a Toys for Bob fosse concesso di iniziare a costruire il proprio universo videoludico? In fondo Crash e Spyro si sono già incontrati in passato, e se la teoria sul ritorno videoludico di Bugs Bunny si rivelasse corretta avremmo tre viaggiatori dello spaziotempo nello stesso universo videoludico, tre personaggi estremamente differenti tra loro, ma che potrebbero rivelarsi estremamente sinergici.
Indubbiamente il passo è più lungo della gamba in queste teorie, ma il mondo dei videogiocatori è fatto anche di sogni e sognare non costa nulla!