Nel mare magnum dei videogiochi e dei loro vari generi di intrattenimento, senz’altro spiccano per la loro diversità rispetto agli altri i cosiddetti gestionali, in cui al giocatore è richiesto di tenere sotto controllo diversi aspetti di una situazione senza che, tuttavia, ci sia quella spinta all’azione che caratterizza, invece, la più abbondante controparte videoludica. A questa possibilità di prendere il volante di una situazione e di assumersene completamente la responsabilità, forse, devono il loro grande successo titoli come Civilization o The Sims. Al giocatore è lasciato il totale controllo della situazione – nel bene e nel male. E quanti di noi, tutto sommato, si sono divertiti a vedere andare a fuoco la casa dei nostri Sims o la nostra appena abbozzata nuova civiltà?
Nel filone dei gestionali si inserisce anche Little Big Workshop, edito da Mirage Game Studios, in cui saremo messi al timone di una fabbrica neonata, dal suo esordio come produttrice di curiosi gnomi da giardino fino al grande successo economico e commerciale – a patto che ci siamo rivelati capaci di fare le scelte giuste. Il tutto avverrà proprio sullo scenario della nostra scrivania (da cui il nome del gioco).
Nella tua impresa, dove tutto è possibile
È chiaro che se si sta cercando un’avventura coinvolgente e ricca di intrecci narrativi, Little Big Workshop non ne è certo l’esempio più chiaro – come non lo sono, in generale, tutti i giochi del suo genere. La loro bellezza, infatti, si trova nel fatto che la “storia” del gioco la si costruisce una scelta dopo l’altra, personalmente. L’atmosfera che si respira, fin dalle prime battute del gioco, è quella di uno spazio libero, sulle funzionalità del quale veniamo informati dall’ottimo tutorial.
L’impressione è quella di muoversi in un ambiente in cui, trovando il giusto equilibrio fra spirito di impresa e istinto di preservazione, si può riuscire a costruire una vera e propria azienda di successo. Nel vasto panorama dei giochi gestionali, dove abbiamo costruito imperi e gestito vite e carriere oltre a molto altro, in effetti mancava un vero e proprio simulatore d’impresa, cosa che Little Big Workshop è a tutti gli effetti.
Una catena produttiva efficiente con molte variabili da tenere sotto controllo
Sul versante del gameplay, questo gioco è assai più intricato e complesso di quel che potrebbe sembrare dandogli un’occhiata sommaria. Per questo, il tutorial (che, come dicevamo poco fa, è davvero ben fatto) diventa uno step fondamentale per apprendere tutte le principali modalità di gestione della nostra azienda in espansione. Nella versione PlayStation 4, Little Big Workshop ha dei comandi agili, assolutamente paragonabili a quelli della versione Steam.
Tutto è a portata di mano: premendo i tasti sulla parte destra del controller si richiamano ordini e attività collaterali (come l’arrivo dei fornitori piuttosto che la risposta alle telefonate dei clienti), mentre coi tasti dorsali inferiori è possibile aprire e chiudere i menu di creazione di strumenti o di gestione finanziaria dell’azienda. Con i dorsali superiori, invece, sarà possibile ruotare la visuale.
Fin dalle prime battute, in cui ci viene chiesto di avviare la produzione di gnomi da giardino in legno, possiamo ben comprendere le dinamiche del gioco. Ogni oggetto che dovrà entrare in produzione nella nostra azienda dovrà arrivare a diventare un “prodotto finito” attraverso l’ordine dei materiali, l’acquisizione di strumenti specifici per realizzarlo e i consueti tempi di attesa per la produzione stessa, tipici del genere. Ovviamente, questa catena produttiva diverrà via via più complessa e richiederà strumenti progressivamente più precisi e, chiaramente, più costosi.
Non solo: cambieranno anche i materiali a nostra disposizione e la loro qualità, influenzando così anche la qualità commerciale del nostro prodotto – proprio come accadrebbe nella vita reale.
Giusto per essere chiari: se la produzione del già citato gnomo da giardino in legno non richiede poi tempi né strumenti troppo particolari (perché comunque il materiale usato è uno solo e l’oggetto non è troppo complesso), la produzione, invece, di un paio di sci richiede più tempo e più impegno, visto che useremo materiali differenti e dovremo produrre parti diverse per lo stesso prodotto. Il tutto, peraltro, mentre nella nostra fabbrica si stanno producendo tanti altri prodotti. Insomma, il rischio di trovarsi bloccati nella catena di produzione è sempre dietro l’angolo.
E poi c’è da gestire il capitale umano della nostra azienda: gli operai. Questi sono i veri protagonisti del gioco perché, senza loro, nessun prodotto potrebbe entrare in produzione. Se seguire la catena produttiva in sé, una volta apprese le specifiche del prodotto, può non rappresentare un grande problema, per quello che riguarda le risorse umane della nostra azienda tutto cambia. È necessario dotare la nostra fabbrica di una sala ristoro dove i lavoratori possano riposare, prendere un caffè, mangiare e ricaricarsi. Già, perché se non cureremo il loro benessere, crolleranno a terra, esausti, lasciandoci senza gli strumenti più importanti per fabbricare i nostri prodotti.
C’è da dire che, come accade normalmente in titoli di questo tipo, Little Big Workshop richiede una certa dose di pazienza per apprendere bene tutte queste dinamiche che, seppure semplici (ma non semplicistiche) e ben spiegate, hanno bisogno di un tempo ragionevole per essere apprese da parte del giocatore. Lo stesso accade per tutti gli altri gestionali, dove si devono, appunto, comprendere le dinamiche di gameplay necessarie a portare avanti tutte le azioni richieste.
Ulteriore variabile di “stress” per il giocatore sono i clienti, spesso inesorabilmente pretenziosi, che avanzeranno richieste quando meno ce lo aspettiamo e con tempi qualche volta davvero stringenti per portare a termine quanto ci chiedono. Non è mai esclusa la possibilità concreta di fallire e di dover chiudere.
Il grande limite di questo genere di giochi – soprattutto per chi non ne è un grande appassionato – è il rischio di trovarsi a fare sempre le stesse cose con l’unico obiettivo di vedere aumentare i parametri di forza (economica e produttiva) della nostra azienda. Insomma, alcune fasi di gioco, a meno che non sei appassionato del genere, rischiano di essere piuttosto ripetitive. Tuttavia, il livello di difficoltà crescente influenza positivamente la longevità del titolo.
Un’azienda in stile cartoon
A porre rimedio a tutto questo, però, c’è una realizzazione tecnica davvero pregevole. Lo stile un po’ “cartoon” di Little Big Workshop è pieno di colori e di forme in stile giocattolo che, sul lungo termine, rendono l’esperienza di gioco davvero gradevole. La musica, fondamentale compagna in questo genere di giochi, è gradevole e davvero rilassante. Anche il sistema dei suoni collegati alle varie azioni è accattivante e ben realizzato.
Il dettaglio grafico degli assets è essenziale ma in linea con lo stile cartoon del gioco e, quindi, pur essendo preciso, lascia un piacevole spazio alla fantasia del giocatore. Le animazioni sono essenziali, ma anch’esse in linea con quello stile da cartone animato che permea tutto l’ambiente del gioco.
In conclusione, stiamo parlando di un gioco che saprà catturare decisamente tutti gli appassionati dei gestionali per via del suo alto livello di sfida e per la sua capacità di essere accattivante e fortemente stimolante.
Little Big Workshop è disponibile per il download dal PlayStation Store a 19,99 €. Se giochi, invece, su Xbox One, puoi trovarlo qui.
Allora, sei pronto a trasformarti in un imprenditore e a sviluppare tutto il tuo potenziale da capitalista?