Benvenuti come ogni settimana alla rubrica Player One, il nostro appuntamento settimanale dove approfondiamo la storia di un personaggio preso dal mondo videoludico che più ci ha segnato.
Questa settimana ho deciso di parlare di un personaggio che ci ha fatto sognare ma, ahimé, direi anche penare più e più volte: Lara Croft, protagonista della serie Tomb Raider.
So già che tanti di voi la amano, alcuni la odiano, altri odiano una parte di lei e l’altra la ama alla follia. Ci dividiamo tra Croft-puristi e Croft-evolutivi.
Lara rimane uno dei personaggi più femminili, più forti e importanti del mondo videoludico, capace di appassionare un’intera generazione di videogiocatori e non solo. A livello storico rappresenta una pietra miliare all’interno del suo mondo, quasi quanto Marcus Fenix per Gears Of War o Nathan Drake nei suoi Uncharted. Perchè allora, negli anni, è riuscita a dividere così tanto il pubblico? Proviamo un po’ a parlarne assieme rievocando il passato e rivedendo la sua parte più contemporanea.
La prima Lara Croft: quadretti, occhiali tondi e tanta avventura.
La prima avventuriera che noi conosciamo viene creata e contestualizzata da Toby Gard: una donna adulta bellissima, fisicamente scultorea con data di nascita nel 1968, dal carattere determinato, dotata di sarcasmo e di english humour a palate. Riceve un’istruzione privata dentro le mura della sua casa (probabilmente ti sarai affezionato alla sua magione, soprattutto al frigorifero dove spesso chiudevamo il povero maggiordomo). A 9 anni rimane bloccata dopo un incidente aereo all’interno della catena montuosa dell’Himalaya, facendo sì che Lara possa affrontare le sue paure e diventare la donna forte e determinata che tutti conosciamo. La sua vita riceve un altro brusco cambiamento quando suo padre, l’archeologo Von Croy viene ritenuto disperso durante una spedizione in Thailandia, facendo sì che Lara erediti tutta la sua fortuna e possa così dedicarsi a tempo pieno all’archeologia, nonostante la sua famiglia cerchi più e più volte di farla tornare nei ranghi dell’aristocrazia e renderla una “brava ragazza”.
È inevitabile dire quanto questa Lara Croft abbia decisamente fatto la storia. Con la sua prima spedizione che tutti noi abbiamo potuto giocare nel 1996 nel primo Tomb Raider, Lara Croft si manifesta nel mercato videoludico come icona moderna di bellezza e femminilità che non si piega al volere e al potere maschile, ma anzi esercita tutta la sua conoscenza e la sua ricchezza per poter prevalicare sul maschilismo e dimostrare che sì, una donna può essere un’archeologa.
Stiamo parlando di una grande rivoluzione a livello culturale e un modello di grande ispirazione per una nuova generazione di donne che si affacciano su un mondo in continua evoluzione: sono gli anni 90, gli anni delle nuove tecnologie, dell’esplorazione del mondo e dove la TV e i videogiochi diventeranno i modelli delle nostre vite odierne. Nonostante a volte la giocabilità dei suoi titoli fosse alquanto complicata e spesso frustrante, Lara ci ha saputi portare in tanti mondi e ricordandoci quanto sia forte il potere femminile. Sicuramente, la sua trasposizione cinematografica a cura di Angelina Jolie le rende fortemente giustizia, sia dal punto di vista puramente fisico (incredibile la somiglianza fra le due) e anche dal punto di vista caratteriale e anche dei personaggi collaterali.
Perchè allora Crystal Dinamics ha deciso, dopo ben 8 capitoli più un remake del primo episodio, di rimettere mano e cambiare dalle fondamenta un’icona femminile così forte e potente? Sicuramente siamo davanti a un momento di forte marketing per evitare la morte del franchise, ma soprattutto davanti al bisogno di rendere più umano e vicino al popolo questa eroina, facendo sì che Lara Croft possa confondersi tranquillamente in mezzo a noi.
La seconda Lara Croft: umana, fragile, specchio dei millennials.
Nel 2013 Crystal Dinamics ci fa conoscere una nuova Lara Croft che ha decisamente spaccato il fandom della serie, nonostante ci siano stati poi altri 2 sequel campioni di incassi. La storia di Lara Croft viene cambiata per avvicinarla un po’ di più al “pavimento” di noi comuni mortali, tanto da far sì che anche il primo titolo della nuova trilogia sia semplicemente Tomb Raider, abbandonando sottotitoli varii e fronzoli: frequenta una semplice università per stare a contatto con la gente comune, rinunciando ai benefici della sua ricchezza e decidendo di imbarcarsi su una nave cargo per raggiungere Yamatai e svelarne i segreti e portare così a compimento l’opera del padre, morto quando lei era giovane.
La nuova Lara Croft all’inizio risulta essere davvero fastidiosa: ricordo che, mentre giocavo al nuovo capitolo del 2013, pensavo: ”ma davvero è così spaventata?”. Non stavo più impersonando una donna forte e impavida che riusciva ad arrampicarsi in un muretto facendo anche una verticale: stavo manovrando una ragazza giovane, impaurita e debole. Una giovane donna che si ritrova da sola in un mondo feroce e che deve mettercela tutta per crescere e farsi valere.
Ancora di più, nei nuovi capitoli si sente quanto Lara sia un’icona femminile moderna, ma questa volta non ci viene data già pronta e impacchettata, bensì siamo noi a dover costruire il suo carattere. Saremo anche testimoni della sua prima uccisione, una scena che la segna profondamente ma che le dà forza e speranza per diventare una donna caparbia e vogliosa di svelare i misteri del mondo. Vediamo ben poca ricchezza e poche frivolezze in questi capitoli: Lara ha amici normali, battute non troppo divertenti ma anzi più cattive e risolute, macchine e accessori normali. Lara Croft è diventata una di noi, dotata forse di più agilità e di tanta curiosità verso i misteri del mondo. Anche in questo caso abbiamo una trasposizione cinematografica impersonificata da Alicia Vikander, che porta al cinema questo nuovo lato così fragile della nostra eroina.
Le due Lara Croft si contendono il cuore di tutti noi videogiocatori. Qualcuno ama la old school fatta di un forte sex appeal e battute taglienti, qualcuno la nuova ragazza fragile che diventa sempre più adulta, ma in comune abbiamo sempre questo: il potere femminile. Un potere forte, che va rispettato e protetto, personificato da Lara Croft, un’avventuriera in giro per il mondo.