Con la next-gen console ormai alle porte (e con questa frase che ormai viene ripetuta da almeno 3 mesi), il dibattito su cosa sia “davvero next-gen” continua ad infiammare le discussioni su internet e non solo.
Ora, non è mia intenzione entrare nel merito del discorso con le solite affermazioni inerenti ai limiti hardware delle console (ma anche dei PC di fascia media) in relazione alla loro accessibilità sul mercato, ne cadere nell’utilizzo delle solite frasi spicciole come “la vera next-gen si vedrà tra 2/3 anni” o “ormai non ci sono più gli stacchi generazionali come una volta”.
Vorrei piuttosto porre una domanda ai videogiocatori di oggi:
“Che cosa vorreste dai videogiochi del futuro?”
Intendiamoci, non sto chiedendo “cosa ci si aspetta”, ma vorrei proprio sapere “cosa vuoi TU!” videogiocatore moderno, dai videogiochi del domani.
La grafica ha il suo perché, ma fino a che punto ha senso spingerla?
Uno dei punti più toccati dalle lamentele per la next-gen, è indubbiamente il comparto tecnico, nello specifico quello inerente alla grafica ed agli effetti visivi dei videogiochi.
Dopo avere letto delle lamentele in merito alla qualità grafica di Ratchet & Clank: Rift Apart e di come questa non venisse ritenuta next-gen da una parte dell’utenza, ho iniziato a ragionare su 2 concetti ben distinti:
- Che cos’è una “grafica next-gen“?
- Perché non si stava dando importanza al gameplay?
Premessa; ovviamente non sto dicendo che tutti i discorsi in merito al titolo ignorassero il gameplay e si concentrassero sulla grafica, semplicemente notavo che si dava più importanza all’una piuttosto che all’altro.
Ebbene, ancora oggi non so spiegarmi il motivo per cui si pretenda da Ratchet & Clank: Rift Apart una grafica “spacca-mascella”, che di fatto non è e non sarà mai il punto focale di un titolo del genere, piuttosto che un gameplay innovativo, cosa che in realtà il titolo sembra avere (qui il nostro articolo dedicato), in modo da cambiare realmente le carte in tavola per questa next-gen.
Ovviamente il mio discorso non si ferma solo alle esclusive Sony, anzi, è estendibile a tutti quei titoli che dovrebbero segnare un cambio generazionale ma vengono spenti in partenza dagli utenti.
Ad esempio, perché nessuno si lamenta di Doom Eternal? Ok, stiamo parlando di un titolo che anche graficamente riesce a dire la sua, ma il punto è un’altro: Doom Eternal sarebbe dovuto essere un FPS frenetico, con tantissimi elementi splatter al suo interno? Sì, e lo è.
Doom Eternal è esattamente come lo avrebbero voluto i suoi fans ed in generale gli appassionati del genere. Ma non solo. Il titolo non è mai stato presentato come next-gen.
La differenza sta proprio in questo punto, nell’aspettativa.
L’utenza pretende uno stacco generazionale, e questo è sacrosanto, ma perché vuole vederlo esclusivamente (o quasi) nel comparto grafico?
Perché nessuno chiede mai un gameplay più profondo e complesso ?
Chi si ricorda di Ryse: Son of Rome? Presentato nel 2013 come esclusiva di Lancio di Xbox One, il titolo finì ben presto nel dimenticatoio, dal momento che, al netto di una grafica indubbiamente superiore alla old-gen (Xbox 360), presentava un gameplay stantio, per nulla innovativo. In buona sostanza il titolo era “bello da vedere ma noioso da giocare”.
Questo è ovviamente solo un esempio (non azzardarti a dire che Red Dead Redemption 2 rientra in questa descrizione), ma serve a far notare come, negli ultimi anni, abbiamo associato il progresso tecnologico dei videogiochi all’aumento della potenza grafica.
Parliamo un po della saga di Assassin’s Creed, ti va? La principale lamentela rivolta ai videogiochi della serie è sempre stata quella in merito alla semplicità del sistema di combattimento.
Negli ultimi anni quindi, Ubisoft si è messa a lavoro proprio su quello, partendo dalle novità introdotte con il capitolo francese (Assassin’s Creed: Unity) fino ad arrivare ai recenti Origins ed Odyssey, due titoli estremamente derivativi.
Facci caso, nessuno parla del prossimo capitolo uscente a livello di grafica. “Ma è ovvio, la gente è più interessata a sapere se il gameplay verrà rinnovato ancora o sarà troppo simile ai capitoli precedenti” starai pensando ora.
Indubbiamente questo è un pensiero legittimo, ma la verità è un’altra. Dal momento che Assassin’s Creed: Valhalla è già stato presentato come Cross-gen, le pretese dell’utenza sul comparto grafico non hanno mai avuto ragione di esistere.
Tutt’altro, ci si lamenta del fatto che i titoli Cross-gen vengano castrati durante lo sviluppo.
E dunque in chiusura, per l’ennesima volta, io devo domandarti:
“Che cosa ti aspetti dai videogiochi del futuro?”