Se sei stato bambino negli ultimi 30 anni (ma anche prima) è altamente improbabile che tu non abbia mai sentito parlare dei G.I. Joe; i soldatini più famosi al mondo sono una sorta di unicum nel mondo dei giocattoli, essendo nati negli anni ’60 e avendo affrontato più di mezzo secolo sempre sulla breccia.
In tutti questi anni dalle action figures originarie hanno avuto origine serie animate, blockbusterhollywoodiani, numerose serie di comics e ovviamente alcuni videogiochi.
L’ultimo videogioco dedicato a questa fortunata proprietà intellettuale di Hasbro era fino ad oggi The Rise of Cobra, tie-in con il primo capitolo cinematografico uscito nel 2009.
In un periodo storico contraddistinto da unanostalgia imperante, in concomitanza con l’uscita di una nuova serie di figures, Hasbro ha pensato bene di affiancare ai tradizionali giocattoli una nuova apparizione videoludica che ha portato all’uscita, praticamente in sordina, di questo G.I. Joe Operation Blackout.
Normalmente, in circostanze simili ci troviamo in presenza di operazioni lowcost con un controllo di qualità praticamente assente. Sarà questo il caso? La guerra tra Joe e Cobra verrà combattuta sul campo della mediocrità? Scopriamolo insieme.
A real American… Zero
Inutile perdersi in preamboli: anche se sei un fan dei G.I. Joe, come me se non di più, devi lasciar pardere questo gioco, non vale assolutamente quello che costa.
Quando, qualche mese fa, vidi il trailer di presenztazione del videogame presi mentalmente nota dell’uscita di Operation Blackout dal momento che sembrava davvero un buon titolo e che la riuscita dell’ultimo gioco dedicato ad una grande serie Hasbro, quel Transformer Devastation uscito 5 anni fa, faceva ben sperare.
Purtroppo il risultato è tutt’altro che buono.
Per quanto riguarda la trama siamo davanti ad uno svolgimento stereotipato, ma non è una sorpresa e in questo caso specifico non è neppure il problema principale.
I 17 livelli che compongono il gioco ci vedono al comando dei più famosi G.I. Joe e dei miglioriCobra, una delle poche scelte felici del gioco, in un susseguirsi di combattimenti in giro per il mondo.
Tutto comincia con i Cobra che prendono il controllo della portaerei Flagg, grazie alla quale riescono a bloccare tutta la tecnologia presente sul pianeta, disperdendo e catturando i Joe ed instaurando una dittatura mondiale.
Naturalmente, i Joe superstiti non sono d’accordo e raggruppatisi ricominceranno la lotta contro i terroristi guidati da Cobra Commander. Come già detto, le battaglie ci porteranno in giro per il mondo, attraverso dei livelli in cui potremo selezionare il nostro combattente tra le due scelte proposte e che saranno inframezzati dalle tipiche sezioni a bordo di veicoli armati.
Di fatto, siamo in presenza di un titolo in cui non toglieremo praticamente mai il dito dal pulsante del grilletto, intenti ad eliminare le orde di androidi che si frappongono tra noi e l’obiettivo di turno.
E questo è uno dei problemi di Operation Blackout: per renderlo un titolo idoneo ad essere giocato anche dai bambini, gli sviluppatori hanno ben pensato di farci combattere contro nemici artificiali che si muovono in maniera stereotipata e ci vengono incontro senza cercare coperture o qualsiasi tipo di avanzata intelligente.
Se ci sconfiggeranno, specie ai livelli di difficoltà più avanzati, sarà solo grazie alla superiorità numerica e ad un sistema di mira impreciso.
E’ quasi impossibile mirare con precisione, per cui la strategia migliore sembra essere aprire il fuoco ininterrottamente nella speranza di colpire il nemico.
Le armi sembrano non avere particolari impatti o effetti visivi in grado di rendere la potenza.
Che si usi un mitragliatore o un fucile laser sembrerà di avere a che fare con armi giocattolo, poco divertenti da utilizzare nel complesso.
I personaggi che comanderemo avranno tutti a disposizione 2 armi (principale e secondaria), oltre ad alcune armi che potremo sporadicamente raccogliere sul campo di battaglia; spesso e volentieri, come nel caso di Cobra Commander, l’arma secondaria è quella più potente malgrado sia di dimensioni più contenute e con un caricatore poco capace.
Una delle poche innovazioni concesse ad un gameplay abbastanza standard (o stantio a seconda delle preferenze) è la ricarica attiva, mutuata da titoli ben più prestigiosi come Gears 5. In pratica, premuto il tasto di ricarica, se riusciremo ad avere il giusto tempismo potremo dimezzare i tempi di caricamento delle munizioni.
Oltre alle armi, a nostra disposizione ci sono leimmancabili granate, una mossa speciale(normalmente una schivata) e una mossa speciale definita Apoteosi, la cui efficacia lascia molto a desiderare, anche perchè non ci vengono illustrate a dovere. Non pervenuto il CQC: nel corpo a corpo, i colpi messi a segno e incassati non danno alcun particolare feedback e sembrano inutili.
All’attacco G.I. Joe?
Dal punto di vista tecnico, nonostante l’utlizzo dell’Unreal Engine, Operation Blackout non è un granchè. Questo probabilmente dipende dal fatto di essere un prodotto di un piccolo team che ha lavorato su tutte e 4 le piattaforme a dispozione; nonostante è evidente che i loro sforzi si siano concentrati proprio su questa versione PlayStation 4, il risultato lascia a desiderare.
I personaggi, vero fulcro del gioco, sono realizzati con una qualità altalenante: alcuni come Snake Eyes e Cobra Commander sono davvero ben fatti e ricordano le loro controparti storiche pur presentando una leggera revisione. Altri, per lo più personaggi meno famosi come Lady Jaye, sono resi malissimo dando l’impressione di essere stati solo abbozzati ed inseriti per fare numero.Purtroppo però vanno utilizzati necessariamente, non abbiamo scelte libere in tal senso.
Migliore, in generale, il comparto audio che comprende un doppiaggio (solo inglese) abbastanza buono.
Lo stesso ragionamento vale per le ambientazioni: alcune, come il Dojo Arashikage o la portaerei Flagg, sono realmente ben fatte, mentre le altre galleggiano al di sotto della mediocrità.
Mediocri sono anche molte delle animazioni.Paradigmatico è quanto avviene quando nei panni di Cobra Commander utilizziamo le batterie antiaeree della U.S.S. Flagg per abbattere i jet nemici. Una volta colpiti, questi vanno semplicemente a pezzi con un esplosione di un paio di secondi che porta alla scomparsa del velivolo.
Va bene che il gioco vorrebbe richiamare i giocattoli o i cartoni animati, ma il risultato è poco convincente. Sembra di stare giocando ad un brutto titolo mobile.
Tenuto conto del fatto che il gameplay è tutto tranne che divertente, sono errori imperdonabili.
Considerata l’importanza del brand protagonista,tutto si riduce ad un’occasione sprecata.
Joe vs Cobra
Un elemento che, vista la qualità media del titolo, potrebbe stupire è la presenza del multiplayer.
Di primo acchitto sembra quasi strano trovare una vera e propria modalità multiplayer che comprende le modalità più classiche tra cui il deathmatch o cattura la bandiera.
Lo stupore è destinato a durare poco: i server costano, quindi possiamo giocare con degli amici, è vero, ma solo in multiplayer locale.
Qualcosa che non vedevamo dai tempi diPlayStation 2 insomma.