Per qualcuno la scuola è già di per sé un incubo: tra materie insopportabili, bulli e quella ragazza carinissima che non ci si fila affrontare le giornate sui banchi è una vera e propria guerra da combattere giorno per giorno.
Eppure, nessuno di noi è mai stato lontanamente nei guai come Youngho, studente coreano della Senwa High School e presto scopriremo perchè.
Urge fare una piccola digressione, perchè The Coma: Recut è al suo secondo debutto su Switch; viene infatti riproposta la versione riveduta e corretta, uscita su PC nel 2015, grazie alla partnership siglata dagli sviluppatori di Deverespresso Games con Headup, che ha voluto fortemente riportare il titolo sul mercato occidentale.
The Coma si inserisce in quel filone di titoli, principalmente cinesi o coreani, che tenta di proporre un’esperienza horror diversa dal solito per lo più partendo da contesti “normali”, in grado di catturare l’attenzione del giocatore che può facilmente immedesimarsi nei suoi protagonisti.
Veglie ed incubi
In The Coma: Recut ci troveremo a seguire le vicende di Youngho, studente coreano alle prese con la sua quotidianità, alla continua ricerca dell’eccellenza scolastica e del successo sociale.
Tutti i suoi problemi e le sue ansie avranno un crescendo sempre più inquietante, fino alla notte prima degli esami finali.
Youngho infatti cerca di studiare tutta la notte salvo poi addormentarsi e, tra un incubo e l’altro, saltare la sveglia mattutina.
Arrivato di corsa a scuola, scopre che quella che era già per lui una mattinata tragica inizierà a peggiorare drasticamente: un compagno di classe ha appena tentato il suicidio, dovrà fronteggiare il suo bullo personale e si imbatterà in una nuova e misteriosa studentessa, chiamata Yaesol.
Nel corso del test, Youngho si addormenta di nuovo, e (come da cliché tipico degli horror orientali) al suo risveglio si troverà in una versione alternativa della sua scuola. Le cose andranno sempre peggio quando Youngho incontrerà la sua insegnante preferita, Ms Song che da affabile e disponibile è diventata un’assassina implacabile, pronta ad eliminare chiunque percorra i corridoi della scuola, ora bui e spaventosi.
Nel corso dell’introduzione vedremo scorrerci davanti tutti i luoghi comuni tipici dei personaggi dei teen drama, tra dialoghi ricchi di slang e caratterizzazioni poco approfondite.
Gameplay
The Coma propone un interessante miscuglio di gameplay che unisce elementi tipici dei survival horror, degli adventure a scorrimento e anche un pizzico di stealth a rendere il tutto più interessante.
Una volta iniziato il gioco vero e proprio, dovremo attraversare il campus alla ricerca di indizi, chiavi e altri studenti. Tutti elementi che ci saranno utili per capire cosa sta succedendo realmente.
La narrazione scorre in maniera abbastanza semplificata, tranne casi sporadici in cui avremo la possibilità di dialoghi a scelta multipla oppure potremo intraprendere delle missioni secondarie. Anche le azioni contestuali (salire le scale, aprire la porta o raccogliere un oggetto) ci vengono indicate in maniera inequivocabile, dal momento che per compierle utilizzeremo un unico tasto.
Inoltre dovremo imparare a sfruttare posti come armadietti o bagni per nasconderci dalla nostra demoniaca Ms Song, per quell’effetto stealth di cui parlavo poc’anzi.
Seguendo la strada tracciata dagli horror più recenti non potremo combattere, ma dovremo scappare, schivare e nasconderci per evitare ogni pericolo. Youngho riesce anche a sentire i passi dell’insegnante da dietro le porte e può anche accucciarsi trattenendo il respiro, azione però che consuma rapidamente la nostra resistenza (indicata in alto a sinistra dello schermo).
Salute e resistenza possono essere ripristinate acquistando snack dai distributori disseminati per la scuola, o raccogliendoli in giro per le classi. Non essendo però infiniti, le risorse a nostra disposizione vanno gestite oculatamente.
Anche la gestione dell’inventario è stata resa interessante: potremo stivare tutto nel nostro zaino che ha 6 tasche esterne per i consumabili (quindi bevande e snack) e altrettanti slot interni dove inserire gli oggetti più importanti, come le chiavi che ci consentono di attraversare la scuola o oggetti indispensabili per il prosieguo della missione.
Per salvare il gioco, in omaggio alla tradizione portata avanti da titoli seminali come Resident Evil o Silent Hill, dovremo utilizzare le lavagne che troveremo nel campus.
Per procedere il più velocemente possibile abbiamo a disposizione una mappa in cui vengono segnati i vari punti di interesse: se all’inizio tutto ci sembra abbastanza semplice, man mano che procediamo la complessità delle tre aree che compongono il campus aumentano di pari passo, anche perchè ci troveremo spesso a dover mettere in capo l’odiosa pratica del backtracking che tanto appassiona gli orientali.
Il tutto accompagnato dalla minaccia costante dell’assassina, che troverà più spesso di quanto non vorremmo, e una serie di scricchiolii e rumori statici che hanno il solo scopo di aumentare la tensione nel giocatore.
Un altro elemento tipico delle produzioni orientali è dato dalla presenza di dialoghi molto lunghi e un profondo, talvolta poco interessante, lavoro di backlog costituito dagli appunti scritti principalmente da altri studenti che troveremo in giro.
Questi serviranno ad aumentare l’immersività nella storia, ma spesso non riguardano direttamente gli eventi di gioco visto che troveremo di tutto, dalle confessioni romantiche a riflessioni filosofiche.
In alcuni casi comunque ci ritroveremo a leggere estratti interessanti, permeati da tutta l’ambiguità di cui sono capaci i teenager.
Purtroppo, nonostante le premesse iniziali ed alcuni elementi interessanti, il gameplay, incentrato sull’insegnante che ci segue per tutto il campus, perde d’interesse rapidamente.
La natura disturbante della storia finisce per essere rovinata da questi incontri casuali, che poco aggiungono al gioco. Il tutto si riduce a correre, schivare e nascondersi finchè la strada è libera e non può essere soddisfacente, a maggior ragione tenuto conto del fatto che nessuno scontro ha un impatto reale sulla storia.
La componente horror, che è la principale del gioco, si riduce ad un’esercizio di ripetizione meccanica per cui ci troveremo più impegnati a scovare nascondigli che non a risolvere davvero i misteri della scuola e dei suoi studenti.