Il genere horror è da sempre uno dei più discussi in tutti i media. Parlando di cinema ad esempio, viene considerato come un genere “basso” e generalmente privo di velleità artisitiche rispetto ad altre produzioni “impegnate”, eppure negli anni ha costantemente attirato sempre più spettatori, desiderosi di farsi avvolgere da una sana paura e magari, perché no, di testare le proprie coronarie a suon di jumpscare!
Naturalmente, il videogioco non è rimasto estraneo al fascino macabro del genere horror, e negli anni alcuni dei titoli più iconici di sempre appartengono proprio a questa categoria. Basti pensare a Clock Tower, uno dei pilastri del genere che continua ad affascinare ancora oggi, o a Rule of Rose, particolarmente discusso, specialmente in Italia, e addirittura bandito per alcune scelte narrative mai capite fino in fondo in territorio nostrano.
Impossibile poi non citare naturalmente Resident Evil, che sta vivendo una nuova giovinezza da survival horror (dopo una deriva fin troppo action) grazie a Resident Evil 7, Resident Evil 2 Remake e all’atteso Resident Evil Village e Silent Hill, serie che purtroppo non da segni di vita da un bel po’, ma al centro di un chiacchierato (e sperato) ritorno negli ultimi mesi.
Ultimamente però, proprio con l’assenza dalle scene di queste due storiche saghe, il genere del survival horror si è fatto strada nel mercato indie, diventando uno dei più abusati proprio per le produzioni a basso budget e portando a risultati molto altalenanti, a volte estremamente soddisfacenti (basti pensare a Visage, che si appresta a uscire dalla fase beta in questi giorni), altre parecchio deludenti. Yuppie Psycho rientra, fortunatamente, nel primo caso!
Gli sviluppatori Baroque Decay hanno portato avanti l’intuizione, azzeccatissima, di prendere come base un setting ordinario come un ufficio e farlo sprofondare in un orrore dai tratti Lovecraftiani, dove la follia sembra nascondersi e mimetizzarsi con la quotidianità, celando (nemmeno troppo) anche una velata critica sociale ai sistemi aziendali. Yuppie Psycho ha già fatto il suo debutto su varie piattaforme nell’aprile del 2019, ma torna, giusto in tempo per la festività di Halloween, in una rinnovata Executive Edition piena di contenuti extra come boss, aree esplorabili e nuovi finali.
Kill the Witch!
Il titolo ci mette nei panni di Brian Pasternack, un giovane in cerca di lavoro che viene contattato dalla misteriosa società Sintracorp. Fin da subito, ci viene fatto intuire che le circostanze della convocazione di Brian sono quantomeno… bizzarre; infatti, la lettera con cui il nostro protagonista è stato contattato sembra molto poco in linea con quelli che dovrebbero essere i caratteri sobri di un’azienda così importante.
Nel dubbio però Brian decide di presentarsi lo stesso al colloquio e, fin dal suo ingresso nel palazzo della Sintracorp, capiremo che c’è qualcosa che non va. Il palazzo infatti sembra fatiscente, ma non in maniera troppo spiccata, così da lasciare ancora il povero ragazzo nel dubbio se ci sia effettivamente qualcosa che non va o sia tutto regolare. Faremo presto la conoscenza di un paio di personaggi che ci daranno un’idea dei colleghi che incontreremo: la simpatica Kate e l’altezzoso Mr. Chapman.
Quando una voce robotica inviterà i due a entrare in ascensore per portarli al piano in cui prenderanno servizio, Brian, rimasto ormai solo, dubiterà della veridicità della convocazione, ma quando ormai tutto sembra perduto, la voce inviterà anche lui a entrare nell’ascensore e, arrivati all’ultimo piano, capiremo che c’è davvero qualcosa che non va! Un piano totalmente buio, con una scia di sangue che conduce a un maxi schermo ricoperto da una scritta insaguinata: KILL THE WITCH!
Se ti sembra che ti abbia rivelato troppo non preoccuparti, si tratta letteralmente dei primi minuti di gioco, e questo dovrebbe farti capire quanto sia densa la trama di Yuppie Psycho, piena di personaggi complessi e di storyline che si andranno a intrecciare tra loro, dipingendo un quadro bizzarro e grottesco, che però riesce a funzionare alla perfezione, trasmettendo al giocatore un senso d’ansia e inquietudine costante, distaccandosi anche in buona parte dai cliché dell’horror e rendendo anzi spaventosi degli elementi molto più “umani”.
Man mano Brian farà la conoscenza dell’ambiguo Hugo, della folle Ms. Sosa, del Colonnello Dumont matto come un cavallo (e non lo dico a caso) e, soprattutto, della misteriosa IA Sintra. Ognuno nasconderà ben più di un segreto e starà a noi interpretarli e percorrere la strada verso uno dei sette differenti finali, determinati dalle nostre scelte e da quanto a fondo esploreremo gli oscuri corridoi della Sintracorp.
Questo lavoro mi distrugge!
Yuppie Psycho è un ottimo titolo, ma il suo punto debole sta probabilmente nel gameplay. Non è certamente fatto male, il vero problema è piuttosto che non ci sia nulla di innovativo; di solito, specialmente nelle produzioni indie, ci si aspetta che la libertà creativa dello studio porti a introdurre anche un solo elemento o meccanica che non si possa trovare altrove; non è questo il caso però.
Non che il titolo si riveli noioso o poco divertente, semplicemente presenta un gameplay estremamente basilare, che riesce a essere bilanciato però dalla difficoltà tipica dei survival horror, specialmente nelle prime battute (aspetto che in effetti si va perdendo nelle fasi più avanzate grazie al maggior numero di risorse reperibili). Di base avremo una visuale dall’alto e dovremo esplorare i vari piani dell’edificio della Sintracorp, completando vari incarichi fino ad arrivare alla verità sulla Strega e sulla storia della famiglia Sintra.
Brian potrà compiere poche azioni, principalmente camminare o spostare oggetti, ciò che va a variare in maniera efficace e brillante il gameplay è l’inventario. Infatti, ci renderemo conto ben presto che tutto ciò che potremo usare nel corso della nostra disavventura sarà perfettamente contestualizzato nel mondo del lavoro da ufficio: alcune minacce andranno neutralizzate usando delle matite, altre con cartucce d’inchiostro, per recuperare salute potremo utilizzare caramelle, caffè e sandwich, il tutto ottenibile tramite distributori, macchinette apposite e la cucina della mensa.
Una menzione onorevole va poi al sistema di salvataggio: fin da subito un banner ci informa che scopriremo procedendo nell’avventura come si potranno salvare i progressi, e in effetti sarà proprio così! Ciò che colpisce, anche stavolta, è l’estrema contestualizzazione del tutto, non ti rivelerò come avviene il salvataggio, dato che anche gli sviluppatori ci hanno tenuto a far scoprire il sistema ai giocatori durante la partita, ma ti anticipo che è un’idea davvero ben studiata e incastonata alla perfezione nella lore, e indubbiamente rende anche omaggio ai primi Resident Evil.
Prendi l’arte e mettila in ufficio
Anche dal punto di vista della direzione artistica, Yuppie Psycho si rivela una piacevole sorpresa e un titolo davvero ben studiato. Per quanto riguarda il comparto grafico, ci ritroveremo davanti a una pixel art davvero convincente, essenziale dal momento che in buona parte verranno presentati arredi d’ufficio e impiegati, ma che riesce a dare il meglio di sé nella rappresentazione dei personaggi più bizzarri come il Goblin e i vari boss.
Una scelta molto peculiare è poi quella relativa ai collezionabili del cosiddetto Mistery Club. Nei vari piani dell’edificio saranno presenti delle VHS che, se inserite nell’apposito lettore del comparto audiovisivi, mostrerà alcuni inquietanti filmati in live action. Molte volte l’utilizzo del live action viene visto come indice di una produzione a basso budget, rivelandosi la scelta più rapida ed economica; anche stavolta invece ci troviamo davanti all’ennesimo elemento ben contestualizzato, che riesce a rompere la quarta parete tra mondo di gioco e mondo reale, gettando ancora più ansia e inquietudine sul giocatore.
Il comparto sonoro poi si rivela la proverbiale ciliegina sulla torta! In un titolo horror il sonoro è a dir poco fondamentale per trasportare il giocatore nel mondo di gioco e creare il clima di tensione adatto; pertanto, consiglio di giocare l’intera esperienza con le cuffie. Il lavoro fatto dagli sviluppatori di Baroque Decay è davvero magistrale, già nelle primissime battute di gioco un repentino cambio d’attitudine del personaggio, accentuato dal cambio di colonna sonora, metterà a disagio il giocatore, riproducendo alla perfezione le sensazione che sta provando Brian in quell’esatto momento.
Oltre alla colonna sonora, c’è un’attenzione certosina anche per i rumori ambientali che riesce a rendere stranamente realistico il mondo di gioco nonostante il suo aspetto distorto e pixelloso. Un passo che rimbomba in un corridoio deserto, un rumore che proviene dal dubbio, una porta che viene sbattuta con violenza… sembrano i classici rumori che preparano a un banale jumpscare, ma il gioco riesce a non cedere a questo mezzo banale, privilegiando il clima di terrore generale.
In definitiva, Yuppie Psycho è un titolo decisamente interessante, che si inserisce nella nicchia degli horror indie provando a offrire ai giocatori ambientazioni e personaggi molto inusuali e riuscendoci alla perfezione; l’unico scoglio per qualche giocatore potrebbe essere la mancanza della lingua italiana, l’inglese proposto è comprensibilissimo anche con una minima conosscenza della lingua, ma alcune fasi di gioco sono davvero piene zeppe di dialoghi. Questo poi è il periodo perfetto per recuperare questa Executive Edition, da giocare magari durante la notte di Halloween, con le cuffie, al buio, ficcati sotto le coperte con la propria Nintendo Switch in modalità portatile, come ho fatto io… a dir poco suggestivo!
Inoltre, se provi il gioco e l’ambientazione ti piace, mi sento di consigliarti anche un film! Del 2016, girato da Greg McLean (autore anche dei due Wolf Creek), scritto e diretto da James Gunn (se ci fosse bisogno di presentazioni è, tra le altre cose, il genio dietro la macchina da presa dei due Guardiani della Galassia e del futuro The Suicide Squad): The Belko Experiment. Anche in questa pellicola l’orrore si aggira tra le pareti asettiche di un ufficio e, sebbene il film non vada mai a sconfinare nel sovrannaturale, il mood trasmesso da Yuppie Psycho mi ha ricordato molto questa pellicola purtroppo semisconosciuta in Italia (si trova infatti solo in inglese con sottotitoli italiani).