Quello che precede il momento in cui si inizia un nuovo videogioco è un qualcosa che, per tanti appassionati, può essere caratterizzato da una certa sacralità. Fatta eccezione per i giochi sportivi e quelli privi di una qualsivoglia narrazione, la scelta del prossimo titolo e le fasi immediatamente successive possono seguire un iter del tutto particolare e spesso contraddistinto da passaggi ben precisi, che hanno anche qualcosa di rituale.
Con questa “guida” molto sui generis, vogliamo avere la presunzione di tracciare i vari step che in genere si possono compiere dal momento in cui si decide di cominciare un nuovo videogioco fino al punto in cui lo stiamo giocando con passione oppure decidiamo di abbandonarlo.
Continua a leggere e scopri se anche a te succedono le stesse cose.
Di che tipo di videogioco ho bisogno?
Ok, ho portato a termine il gioco precedente, o semplicemente abbiamo voglia di qualcosa di nuovo e la domanda che sorge spontanea è: che cosa gioco adesso?
Può essere una domanda banale ma in un recente studio riguardante Netflix si è scoperto che molto spesso capita di essere talmente indecisi su cosa guardare che è più il tempo che si passa a sfogliare il catalogo che non quello a fruire un contenuto in particolare.
Per porre rimedio a questa situazione gli addetti ai lavori della nota piattaforma streaming hanno creato, tramite un complesso algoritmo, un sistema di riproduzione casuale in grado di scegliere lui al posto nostro cosa farci guardare.
Personalmente, in qualità di essere umano senziente continuo a rivendicare il diritto di poter scegliere (o, eventualmente, non scegliere) cosa vedere o meno, ma è possibile che questo tipo di indecisione ti sia capitata anche con i videogiochi.
Ti trovi davanti allo sconfinato catalogo del Game Pass, oppure hai davanti 4-5 esclusive Sony che devi ancora recuperare ma sei consumato dall’indecisione. Cosa fare?
La prima domanda che puoi porti è: di cosa ho voglia/bisogno in questo momento? Si, perché per il vero videogiocatore i periodi non sono tutti uguali: può capitare di aver bisogno di qualcosa di più tranquillo e rilassato, come magari un’avventura grafica; magari sei incazzato col mondo e allora vuoi spegnere il cervello e svuotare caricatori con un frenetico fps; o ancora è un periodo in cui sei particolarmente impegnato e quindi qualche action game che richiede partite mordi e fuggi è quello che fa per te.
La prima cosa che devi fare, insomma, è chiederti di cosa puoi aver bisogno e soprattutto cosa non vuoi da un videogioco nel momento esatto in cui lo stai scegliendo.
Avere un’ora alla sera e cominciare una prima run su Dark Souls, ad esempio, non è certo la soluzione migliore. Quindi capire nel migliore dei modi possibili la situazione in cui ti trovi in quel preciso momento può realmente fare la differenza nel farti scegliere il videogioco più adatto a te.
Mi informo con recensioni e demo
Hai scelto il gioco? Benissimo.
Ma che succede se il titolo selezionato lo conosci più per sentito dire che altro? Magari decidi di cominciarlo, ma non sei poi così sicuro di sapere con cosa hai a che fare.
Niente paura, il consiglio migliore in questo caso è controllare su un sito di videogiochi, preferibilmente iCrewPlay.com, se se ne parla o cosa dice la recensione, se magari è stato bocciato o se è un ottimo gioco ma con che tipo di difetti. O ancora, dare un’occhiata su YouTube per vedere se ci sono video gameplay e farsi un’idea più approfondita soprattutto della resa grafica.
Meglio sarebbe sfruttare una demo e testare pad alla mano se quel gioco può realmente fare al caso nostro, perché magari scegliamo un titolo che ci incuriosisce, ha delle ottime recensioni, graficamente ci convince e poi, alla prova dei fatti, si rivela essere un po’ deludente. E’ anche vero che spesso un gioco si lascia apprezzare dopo svariate ore, quindi questo ultimo passaggio è piuttosto soggettivo.
Almeno 2 ore quando lo comincio
Un aspetto che molti sottovalutano nel cominciare un nuovo videogioco, specialmente quelli più complessi e profondi come possono essere ad esempio gli action con forti elementi da gioco di ruolo è quello di non prendersi tutto il tempo che serve per il primo impatto: magari hanno un’ora di tempo, mettono su il gioco e in quell’ora non hanno capito nemmeno come districarsi da un menu all’altro.
Personalmente, se so che sto per cominciare un gioco contenutisticamente impegnativo, scelgo sempre un momento o un giorno in cui so di avere almeno 2-3 ore di tempo per poterne almeno scalfire la superficie, o capire come “funziona” a livello di game play o il tipo di scelte di game design.
Questo lasso di tempo iniziale è fondamentale perché molti giochi moderni richiedono un principio di metabolizzazione iniziale, specialmente nel momento in cui è un tipo di gioco con cui non hai mai avuto confidenza.
Torniamo sempre lì, ma se è la prima volta che ti avvicini ad un soulslike, 3 ore potrebbero anche non bastarti, perché la complessità di quella tipologia di prodotto richiede una curva di apprendimento costante che necessita di tempo, quindi fatti i tuoi calcoli e agisci di conseguenza, magari lasciando un gioco particolarmente impegnativo per un periodo in cui sai di essere meno carico di cose da fare.
Gli do almeno 10 ore di tempo per capire se mi piace e quanto
Qui entriamo in un terreno complesso: mi è capitato di abbandonare dei giochi anche dopo 15-18 ore dall’inizio, perché nonostante avessero elementi di interesse, alla fine ha preso il sopravvento la frustrazione magari per degli elementi che faticavo a digerire oppure scelte di game design che proprio non mi erano andate giù e soffocavano la parte di divertimento, che era comunque presente.
Un esempio su tutti in tempi recenti mi viene da fare su Prey: si tratta certamente di un ottimo gioco, che per me appassionatissimo della serie Bioshock era stra consigliato, che nelle prime ore mi aveva anche preso parecchio ma che con il passare del tempo, vuoi per le meccaniche, vuoi per il tipo di shooting, vuoi per un feeling generale mi ha portato ad abbandonarlo dopo quasi 20 ore di gioco, con le ultime 3-4 portate avanti con fatica, nella speranza che poi in qualche modo avrebbe svoltato.
Discorso diametralmente opposto, invece, per quanto riguarda proprio lo stesso Bioshock: quello che divenne poi uno dei miei 10 giochi preferiti di sempre, ricordo che non lo apprezzai da subito. Anzi, il disco passò le prime ore nella mia Xbox 360 facendomi chiedere cosa ci fosse di così straordinario in quel gioco, che infatti abbandonai poco dopo.
Diversi mesi più tardi, quasi per caso, decisi di ritornarci su e fu colpo di fulmine!
Bioshock mi tenne incollato per ore ed ore, tanto che mi portò a completare la campagna per ben 3 volte, cosa che per me è assolutamente un record.
Questo per dire che tutti i giochi meritano una seconda possibilità; chi lo sa, magari tra quel titolo che hai abbandonato in maniera così frettolosa, si può nascondere uno dei tuoi preferiti.
Se mi piace, non esiste altro videogioco al di fuori di lui
Una volta scavalcate quelle 10-15 ore, se non mi succede come per Prey, allora quello che ho tra le mani rischia di diventare il mio compagno di viaggio videoludico per il prossimo periodo.
Come non ricordare la volta in cui, da non fan di Kojima, diedi una possibilità a Metal Gear Solid The Phantom Pain, dopo aver giocato solo il terzo capitolo nel periodo in cui uscì: lo iniziai quasi per curiosità e lo lasciai 120 ore dopo.
Oppure quella volta in cui, sommerso dai tanti commenti positivi a The Witcher 3: Wild Hunt, decisi di cominciarlo anche io nonostante non sia appassionato di giochi di ruolo e odiando il fantasy con tutto me stesso. Mal me ne incolse, perché passai quasi 3 mesi con il capolavoro di Cd Projekt Red.
O ancora, l’ultimo esempio alla fine di questa estate: nel mio backlog ho sempre avuto i titoli From Software, ma vuoi per un motivo vuoi per un altro, non li avevo mai giocati; a spaventarmi era soprattutto la difficoltà, giudicata da tutti estremamente alta, a tal punto da scoraggiare i più nel volerlo portare avanti.
Beh, dalla fine dell’estate fino ad ottobre inoltrato, Dark Souls è stato il gioco che mi ha tenuto impegnato nelle mie sessioni di gaming.
Insomma, tutti noi abbiamo dei rituali più o meno precisi quando iniziamo e portiamo avanti un videogioco, alcuni possono essere simili, altri diversissimi, ma quello che sicuramente ci tiene uniti è la passione per questo straordinario mondo.