Se sei un giocatore vecchia scuola, o semplicemente se apprezzi particolarmente le sfide, il panorama videoludico odierno può risultare frustrante: pochi giochi mettono veramente alla prova i giocatori più navigati e ormai è sempre più difficile trovare titoli che possano essere veramente sfidanti. Se cerchi un’esperienza impegnativa potresti guardare titoli come Spelunky, Dead Cells, oppure il gioco di questa recensione: Ghostrunner.
La società perfetta
Ghostrunner ci porta direttamente nel futuro, in un’ambientazione Cyberpunk che richiama le atmosfere distopiche di Blade Runner o dei romanzi di Philip Dick. Vestiamo i panni di un Ghostrunner, appunto, un ninja cyborg che si risveglia nei bassifondi di una città sprofondata nel caos.
Il protagonista è inizialmente privo di memoria, ma poco alla volta diverrà più consapevole dei suoi ricordi, di sé stesso e della città in cui si trova. Ben presto, infatti, il nostro eroe entra in contatto con un’IA (non dico altro per non svelare troppo) che spiegherà ciò che è accaduto prima della perdita di coscienza: una certa Mara ha preso il potere con un colpo di stato, gettando la società nel caos. Chiaramente, sta a noi risolvere la situazione.
La storia si sviluppa in modo abbastanza lineare, senza troppi stravolgimenti. L’atmosfera che accompagna tutto, però, è delineata davvero bene: la società di Ghostrunner è organizzata con una gerarchia molto marcata, dove le classi sociali più basse lavorano per garantire a coloro che sono più in alto una vita dignitosa. Le persone vivono ammucchiate in una torre dai palazzi altissimi e l’atmosfera terrestre è diventata irrespirabile e radioattiva.
In pratica, c’è tutto quello che potresti aspettarti da un titolo cyberpunk. Va detto, però, che Ghostrunner ha dialoghi brevi e la trama viene svelata poco alla volta, senza arrivare mai al centro dell’attenzione. L’atmosfera si appoggia totalmente sui classici del genere e nulla di più. La trama resta sempre in secondo piano e viene narrata principalmente nei momementi di pausa tra i vari massacri. Tanto basta, però, per delineare un’atmosfera affascinante e in grado di incuriosire grazie alle riflessioni tipiche del genere narrativo.
Tra un salto e un fendente
Il gameplay di Ghostrunner è decisamente il piatto forte del titolo, nonché il motivo principale per cui acquistarlo. Tutto parte da basi semplicissime, combinate però in modi sempre sorprendenti e divertenti.
Abbiamo un tasto per attaccare, uno per saltare e uno per abbassarci. Abbiamo poi un tasto dedicato alle interazioni, che ci permette di usare rampini, di hackerare e così via. Infine, possiamo tenere premuto un pulsante che ci consente di rallentare brevemente il tempo, per poi farci scattare in avanti poco dopo.
A questo si aggiungeranno vari potenziamenti che ci permettono di compiere azioni particolarmente potenti, ma che necessitano di ricaricarsi uccidendo nemici o nel tempo. Per esempio, Lampo consente di fare un enorme dash in avanti, tranciando tutti coloro che sono sulla nostra traiettoria.
Tutto questo viene spinto al massimo e sfruttato magistralmente. Ogni livello è navigabile in orizzontale e in verticale, grazie all’incredibile mobilità del protagonista. Il salto ci consente di scalare, correre sui muri e saltare piattaforme. Allo stesso modo, la scivolata ci permette di prendere velocità durante le discese.
Non è finita. Ghostrunner vanta anche una piccola componente ruolistica, che arricchisce il piatto. Giocando, il nostro ninja sale di livello e sblocca nuove abilità passive che rendono tutto più semplice; come una maggiore portata delle abilità, uno scatto extra e così via. Le abilità, però, non si equipaggiano da un semplice menù ad albero. Ognuna di esse corrisponde a un blocco che ricorda i tetramini e, per essere utilizzata, va posizionata negli slot liberi.
Per utilizzare le abilità sbloccate, quindi, serve ruotare i vari blocchi, in modo da incastrarli al meglio.
Il piatto forte di Ghostrunner
La struttura di Ghostrunner è abbastanza lineare: ogni livello propone un’alternanza di combattimenti e di sessioni platform, dove dobbiamo padroneggiare al meglio le varie abilità del nostro ninja cyborg. Solitamente gli scontri sono ambientati in arene relativamente vaste, piene di opportunità d’interazione e con i nemici posizionati in modo strategico.
In ogni caso, vale una regola base: tutto viene ucciso con un colpo e, soprattutto, lo stesso vale per noi. Non importa che un avversario sia armato di pistola, mitragliatrice, spada o rocket punch, in ogni caso moriremo con un solo colpo. Allo stesso modo, non importa quanto il nemico possa essere grande o minaccioso, basta un fendente per tranciarlo in due e ucciderlo.
Nei vari combattimenti volano continuamente colpi, fasci laser e molto altro, quindi diventa fondamentale essere veloci e sfruttare al meglio lo scatto e il breve rallentamento del tempo a disposizione, che ci permette di schivare persino i proiettili.
Di conseguenza, ogni battaglia ci vede scattare in modo febbrile tra un nemico e l’altro, sfruttando al meglio le varie opportunità offerte dallo scenario per prendere velocità o per aggirare i vari avversari. Si muore facilmente, quindi si prova a tutti i costi a restare sempre in movimento: corse sul muro, rampini, discese, tutto è importante per aggirare e uccidere.
Come accennato, in Ghostrunner si muore tanto. In modo simile a giochi come Hotline Miami, ci troviamo davanti piccole sfide estremamente difficili, dove ogni errore viene punito con la morte. Quando si muore si riparte immediatamente, senza nessuna pausa o nessun caricamento.
Lo stesso dicasi per le sessioni platform, che ci vedono saltare tra le varie piattaforme, in modo rapido e senza pause per pensare al salto successivo. Anche qui tutto è veloce e si risolve in una manciata di secondi, per poi arrivare al checkpoint successivo o ripartire inesorabilmente da quello precedente, in caso dell’ennesimo errore.
Detto così sembra incredibile, ma tutto ciò risulta divertente dall’inizio alla fine, con parecchi momenti al cardiopalma che ci costringono ad agire in modi inaspettati. Tuttavia, ci sono alcuni punti specifici che sono estremamente difficili, per via di nemici posizionati in modo fin troppo assurdo o per l’ambiente che risulta un ostacolo eccessivo. In questi casi, le morti si susseguono molto velocemente e l’esperienza tende a diventare frustrante. Certo, Ghostrunner richiede di essere abili e pazienti, ma ci sono situazioni che si risolvono quasi a caso, tentando e ritentando in preda all’inerzia.
Restando in tema frustrazione, va segnalata l’imprecisione del wallrun. Capita fin troppo spesso di saltare verso un muro su cui vogliamo correre, finendo però per cadere inesorabilmente (e morire). In poche parole, ci sono casi in cui il nostro ninja non si “aggancia” al muro per iniziare la corsa, nonostante questo si trovi a un palmo dal naso. Se poi combiniamo questo con alcune aree particolarmente impegnative, capiamo che non è un difetto da poco.
Un ottimo level design
Sia che si tratti di combattimenti, sia nelle sezioni platform, il level design di Ghostrunner è semplicemente eccellente. Le arene ci spingono a sfruttare al meglio ogni abilità di movimento e le sezioni platform portano al limite la nostra bravura nei salti. A questo si unisce una varietà invidiabile di situazioni, garantita da nemici sempre nuovi e da ostacoli sempre diversi.
Il gioco, nonostante sia una semplice alternanza di combattimenti e parti platform, non stanca mai, grazie alle piccole novità che vengono introdotte poco per volta.
Inoltre, ogni scenario vanta piccoli segreti nascosti, che vanno da skin per la katana a registrazioni per approfondire la lore, passando per oggetti che dicono qualcosa in più sul mondo di gioco.
Inoltre, proprio grazie all’ottimo level design, i combattimenti possono essere superati in modi diversi e, di conseguenza, la longevità del prodotto aumenta.
Sempre parlando dei livelli, meritano una menzione d’onore le sessioni nel Cybervuoto. Queste sono dei brevi livelli ambientati in un mondo digitale dove, solitamente, ci aspettano enigmi da risolvere. Sono le parti meno riuscite del titolo. Da un lato perché portano a un calo di ritmo che è decisamente fuori luogo per un gioco come Ghostrunner. Dall’altro lato per la loro semplicità, che non li rende nemmeno stimolanti.
Uno spettacolo da vedere
Ghostrunner affianca gameplay divertente un comparto tecnico ottimo. Gli ambienti di gioco sono davvero belli da vedere, grazie a luci, effetti e ombre posizionate sapientemente. Inoltre, nonostante i combattimenti siano incredibilmente veloci, non ci sono mai cali di frame e l’azione resta sempre fluida. Allo stesso modo, i modelli dei personaggi sono ben fatti e le texture ambientali sono soddisfacenti.
Il comparto artistico di Ghostrunner, invece, pecca un pò di originalità. La torre dentro cui è ambientato il titolo richiama in tutto e per tutto la “classica” città Cyberpunk, dove le luci al neon hanno sostituito la luce del sole e dove gli edifici creano un panorama eclettico e disordinato, organizzato anche verticalmente. Tutto molto bello, ma anche molto classico. Allo stesso modo, alcune zone tendono a essere molto simili tra loro, risultando quasi uguali.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, con musiche veloci che accompagnano le azioni più concitate, ottimi effetti audio e un ottimo doppiaggio.