Il 7 luglio 2015 veniva lanciato Rocket League, un bizzarro e originale esperimento che combinava calcio e macchinine radiocomandate. Gli sviluppatori di Psyonix Studios fecero una grande scommessa pubblicando un titolo talmente atipico da fare il giro e risultare estremamente interessante, ma, come tutti i progetti simili a questo, poteva o fare molto bene e diventare un successo unico, o fare davvero male e rivelarsi un flop colossale: nessuna via di mezzo!
Fortunatamente, Rocket League ha imboccato la prima strada, diventando un vero e proprio successo, tanto da diventare di recente un free-to-play con sistema di Battle Pass e continuare ad attirare giocatori su sempre più piattaforme, nonostante siano passati ormai cinque anni dal lancio, arrivando a raggiungere l’ambito traguardo (per un titolo del genere) di un milione di giocatori connessi contemporaneamente.
Il successo del titolo di Psyonix Studios ha aperto la strada, perlomeno nella mente degli sviluppatori, alla possibilità di poter proporre una simulazione calcistica fuori dal realismo proposto dai colossi FIFA e PES e orientarsi verso lidi molto più atipici e fuori di testa. Naturalmente non sono mancati negli anni, già molto prima del 2015, esperimenti che hanno aggiunti interessanti varianti sul tema calcistico, un esempio sono i due ottimi FIFA Street (e il mediocre, sigh, terzo capitolo), la serie di Inazuma Eleven e il recente Captain Tsubasa: Rise of New Champions.
Tutte queste produzioni rimanevano comunque legate in maniera più o meno seria al filone calcistico, a tentare un esperimento ancora più ardito (che supera anche Rocket League in questo senso) sono gli sviluppatori di Salt Castle Studio con il loro Alpaca Ball Allstars, folle e a tratti anche geniale “simulazione calcistica” in cui i giocatori saranno dei simpaticissimi (e stilosissimi) alpaca, animali decisamente inusuali per il pubblico nostrano, e ancora più inusuali se inquadrati nelle vesti di giocatori!
This is (South) America!
Incredibilmente, nonostante i presupposti sembrino campati per aria e sceneggiati quasi tirando a caso, Alpaca Ball Allstars si presenta ai giocatori con una Modalità Storia come proposta principale, ancor prima del multiplayer locale. La narrazione è semplice e abbastanza lineare (la tentazione di skippare in fretta i dialoghi e tuffarsi nella partita successiva sarà forte), eppure metterà i giocatori di fronte a una serie di situazioni stereotipate, ma sempre differenti, a partire dal ricco alpaca imprenditore che vuole buttare giù uno dei luoghi d’infanzia del protagonista per costruirci sopra il classico centro commerciale fino al nuovo amico e rivale che insegue il sogno di diventare un campione.
Man mano, i capitoli ci porteranno in diverse aree del Sud America, che naturalmente non saranno riprodotte alla perfezione (per l’appunto gli stadi e le ambientazioni non puntano al realismo di FIFA e PES) ma che riusciranno ugualmente a far sentire il giocatore in un luogo esotico e particolare, il tutto reso ancora più tipico dall’ottima colonna sonora di cui parleremo in seguito.
Naturalmente, questa modalità è solo un pretesto per far prendere confidenza al giocatore con sfide di difficoltà sempre crescente e con condizioni particolari, pertanto alla lunga il gioco in single player potrebbe stancare. Per fortuna questo problema può essere ovviato dalla possibilità di affrontare anche la campagna in modalità cooperativa locale.
La vera e propria nota dolente della campagna però risiede certamente nei personaggi. Di sicuro non c’era la volontà del team di sviluppo di approfondirli più di tanto data la natura del titolo, ed è anche una scelta comprensibile, ma sembra quasi un’occasione sprecata dal momento che anche un minimo di sforzo in più avrebbe potuto renderli più caratteristici e non semplici macchiette. La scelta davvero inspiegabile però sta nella possibilità di poter personalizzare (con un editor sostanzialmente scarno) il personaggio protagonista ogni volta che si accede alla Modalità Storia andando così ad affrontare quella sezione di gameplay con un personaggio potenzialmente del tutto nuovo, andando così a scartare completamente la possibilità di affezzionarsi al propio avatar.
C’è chi dall’altra parte del mondo, dà un calcio a un pallone rotondo…
A livello di gameplay, Alpaca Ball Allstars è niente di più e niente di meno di ciò che promette: calcio giocato con gli alpaca! Se la premessa può sembrare povera e poco accattivante, in realtà il titolo offrirà un’esperienza ben più variegata di quello che sembra!
Infatti, proseguendo nella Modalità Storia, ben presto verranno introdotte nelle varie partite condizioni che le renderanno sempre più folli e diverse tra loro. Dopo qualche incontro infatti, gli avversari inizieranno a proporci sfide con palle più “esotiche” e diverse da quelle da calcio: si va dal pallone da rugby a quello gonfiabile da spiaggia, passando per un improbabilissimo… dado gigante.
Anche le partite stesse cambieranno nella tipologia e nell’approccio strategico passando da un iniziale 1 contro 1 alla possibilità di formare squadre che includono fino a 4 elementi per incontri 4 contro 4. Il tutto potrà essere affrontato in multiplayer locale (nel caso di Nintendo Switch con una o più console) oppure online.
A rendere poi ancora più movimentata la situazione ci sono dei poteri speciali che verranno sbloccati randomicamente nel corso della partita e renderanno il risultato decisamente imprevedibile, avendo la capacità di ribaltare le sorti dell’incontro fino all’ultimo secondo. Si passa da poteri più standard (ma divertentissimi) come l’allungamento del collo di un determinato giocatore o una corazza da rugbista temporanea ad alcuni molto più fuori di testa (e proporzionalmente decisivi per il risultato) come la possibilità di controllare la direzione della palla prima o dopo il tiro.
Il tutto compone un quadro spensierato e divertente, tuttavia afflitto da qualche problema su cui si deve essere disposti a chiudere un occhio. In particolare, Alpaca Ball Allstars fa del ragdoll praticamente un’elemento interno al gioco, gli alpaca storditi dopo una collisione infatti saranno un elemento di disturbo per i giocatori rimasti in piedi, ma graficamente si potrà notare qualche movimento innaturale di questi corpi momentaneamente immobilizzati che diventerà un’ulteriore variabile da considerare.
Questa particolarità ricorda molto uno degli elementi più iconici del fuori di testa Goat Simulator, basta provare il gioco per pochi minuti per notare i modelli della capra protagonista esibirsi in contorsioni del tutto innaturali e talvolta macabre; questo dettaglio in comune tra i due titoli mi fa pensare che il vero difetto non risieda nello sviluppo di Alpaca Ball Allstars, quanto piuttosto nella difficoltà di programmare modelli quadrupedi affinché compiano azioni che non farebbero normalmente.
La vera nota dolente del gameplay è sicuramente quella dei comandi, pochi e non del tutto responsivi. Il nostro personaggio infatti potrà esibirsi in salti, doppi salti che generano un particolare colpo, colpi di collo in avanti o indietro e scatti. Purtroppo le varie azioni difficilmente corrisponderanno alle reazioni desiderate, rendendo il gioco molto più imprevedibile del dovuto, e il fatto che il terreno sembri spesso più scivoloso di quanto dovrebbe potrebbero rendere frustrante qualche sezione di gameplay più concitata.
Ma che carino quest’alpaca! Morde?
Dal punto di vista del comparto tecnico, il titolo è in linea con gli standard qualitativi di un normale indie. Graficamente, nulla che faccia gridare al miracolo, tuttavia lo stile cartoon è davvero gradevole alla vista e il tutto scorre su schermo molto fluidamente, in un’esplosione costante di coriandoli e colori. L’unico problema è relativo alla fotografia, decisamente troppo satura e colorata! Non che sia un vero e proprio difetto, ma in particolare su Nintendo Switch in modalità portatile, la vicinanza dello schermo e i colori troppo accesi stancano presto la vista, un dettaglio da non sottovalutare (la salute prima di tutto!).
La colonna sonora invece è una vera e propria lettera d’amore alla cultura sudamericana, con tracce che seguono alla perfezione i generi e i pezzi più famosi dell’America Latina, riarrangiati aggiungendo sonorità tipiche dei cori da stadio, così da creare un mix molto orecchiabile, che fa desiderare che ci sia una modalità di player musicale, purtroppo assente.
In definitiva, Alpaca Ball Allstars è un ottimo intrattenimento, specialmente se si ha qualcuno con cui condividere l’esperienza grazie al buon vecchio (e ormai quasi del tutto scomparso) multiplayer locale, con alla base un’idea talmente folle da risultare unica e, a tratti, geniale. Sicuramente non imperdibile se si prende come party game, ma si può trovare anche di meglio, tuttavia non è da sottovalutare e, anzi, potrebbe sorprendere più di un giocatore.