Secondo quanto affermato da un portavoce Sony, in un’intervista a Bloomberg, il prezzo dei giochi per PlayStation 5 sarà più alto del previsto. La motivazione è che sono necessarie molte più risorse per lo sviluppo di quanto previsto inizialmente. Sempre secondo il portavoce, infatti, il prezzo medio dei titoli tripla-A dovrà attestarsi intorno ai 70 $ sul mercato statunitense e circa 80 € su quello europeo.
In realtà, secondo l’agenzia di stampa, Sony meditava un aumento del prezzo dei giochi superiore a quanto stabilito, ma ha deciso di fermarsi alla soglia dei 70 $, in quanto un aumento ulteriore non sarebbe stato di certo gradito dai videogiocatori.
L’aumento dei prezzi dei giochi per la console Sony è giustificato?
Quello di Sony non è un caso isolato, infatti, già questa estate Take-Two aveva annunciato che NBA 2K21 Standard Edition sarebbe stato rilasciato al prezzo di 74,99 €. La notizia aveva scatenato la furia dei giocatori e costretto Strauss Zelnik, capo della software house, a giustificare le scelte aziendali. Nel corso di un’intervista, Zelnik aveva spiegato come il prezzo dei videogiochi fosse rimasto costante da circa una quindicina di anni, mentre i costi di produzione fossero aumentati dal 200 al 300%.
Tutti gli editori, Sony compresa, hanno deciso di accodarsi a Take-Two e fissare il prezzo dei giochi per PlayStation 5 a 70 $, non a caso Godfall e Demon’s Souls verranno venduti, in Italia al prezzo di 79,99 €.
Electronic Arts, invece, ha deciso di offrire ai proprietari di FIFA un aggiornamento gratuito per la next-gen. Per quanto riguarda le nuove uscite, invece, effettuerà una rimodulazione dei prezzi al rialzo in accordo con il trend generale relativo all’aumento dei costi di sviluppo.
Di altro avviso è Kenkichi Nomura, direttore finanziario di Capcom, casa madre di Street Fighter e di Resident Evil. Nomura, infatti, è più orientato a valutare la situazione gioco per gioco. “Crediamo che il prezzo dei videogiochi” – afferma Nomura – “debba essere determinato da quanto i clienti hanno voglia di spendere per la qualità, e non per quanti soldi spendiamo per il loro sviluppo“.