Manca davvero poco all’arrivo delle console next-gen in Europa e mentre tutti stanno fantasticando tra Demon’s Souls e Godfall è doveroso fare un salto nel passato per apprezzare Spyro the Dragon, un titolo che è riuscito a fare la storia della prima Playstation, aiutandoci sensibilmente ad arrivare dove siamo ora.
Sembra incredibile come siano passati già ventidue anni da quel 10 settembre 1998 in cui Insomniac Games decise di far debuttare sul mercato videoludico un draghetto viola destinato a diventare una vera e propria leggenda del mondo dei videogiochi. Quel giorno infatti cominciò la distribuzione di Spyro the Dragon, il primo capitolo di una saga conosciuta ancora oggi da amanti e non dei videogiochi.
La distribuzione del titolo fu divisa in tre parti, con la prima che comprendeva Nord America e Europa in cui Spyro the Dragon uscì il 10 settembre 1998, successivamente arrivò in Australia il 23 ottobre dello stesso anno, mentre si dovette aspettare fino al 1° aprile 1999 per far sì che il titolo arrivasse anche in Giappone.
Il titolo è un mix perfetto di gameplay veloce e adrenalinico, trama fantasy che non sapeva ancora di cliché e un cast di personaggi ben assortito.
Come Spyro the Dragon ha incantato il mondo dei videogiochi
La trama è molto lineare ma non per questo poco godibile. Nasty Norc, il cattivo di turno, sta minacciando i Regni dei Draghi da cui è stato esiliato in passato rinchiudendo tutte le creature alate in cristalli di ghiaccio. Dopo essere sfuggito al terribile incantesimo dell’antagonista per via delle sue dimensioni ridotte, Spyro dovrà liberare tutti i draghi e sconfiggere una volta per tutte Nasty Norc.
Nonostante una trama di buon livello i veri punti di forza del titolo sono ben altri, primo tra tutti il gameplay, molto vario, pieno di possibilità per l’epoca e sempre dinamico e adrenalinico. Tra attacchi sputa fuoco, volo, schivate, incornate e chi più ne ha più ne metta, tutti i videogiocatori che hanno avuto modo di provare la versione originale del titolo a quei tempi sono andati letteralmente in visibilio e la prova sono i voti altissimi dalle riviste come il 9/10 di IGN.
Lo stupendo risultato finale è dato anche dai livelli di gioco in pieno stile fantasy, tutti in 3D e completamente esplorabili e da tutte le scelte stilistiche fatte dal team di sviluppo. Per esempio l’utilizzo della libellula Sparx, partita come semplice amica del draghetto che fungeva da death counter, ma diventata presto una figura amatissima dal pubblico e nei titoli successivi anche personaggio giocabile.
Il primo di molti
Tutti questi elementi, uniti da una colonna sonora prodotta dall’ex batterista dei Police, hanno confezionato uno dei primi platfrom 3D di livello e sicuramente uno dei titoli più incisivi che si sono visti sulla prima console Sony. Un vero e proprio pezzo di storia videoludica che per moltissime persone coincide con gli albori della propria una carriera videoludica, partita come hobby ma diventata presto passione irrinunciabile.
Da quel primo capitolo è nata una saga che conta la bellezza di 13 titoli, senza contare Skylanders e la più recente trilogia, distribuiti su diverse console come Playstation 1, Playstation 2, Playstation 3, Nintendo DS, GameCube, Wii, Gameboy Advance, Xbox 360. In origine nata come esclusiva Sony, molto presto la saga di Spyro the Dragon si aprì al mercato dei multipiattaforma e riuscì a vendere più di venti milioni di titoli, con 5 milioni di copie solo di Spyro the Dragon, il capostipite della saga.
Tutt’ora è possibile ripercorrere i primi passi del nostro draghetto viola preferito con la Spyro: Reignited Trilogy, un adattamento current-gen dei primo tre capitoli della saga.
Da ricordare con un sorriso era il curioso easter-egg che permetteva di giocare una demo di Crash Bandicoot: Warped nel caso avessimo premuto L1 insieme al tasto triangolo nella schermata iniziale.