Settimana scorsa abbiamo introdotto questa rubrica con la saga di Warlords, una serie di giochi di strategia TBS creati da Steve Fawkner. Abbiamo visto come questi sono stati tra i primi esponenti del genere ad avvicinarsi ad un’ambientazione fantasy cosa che, tuttavia, non gli ha comunque permesso di mantenere il proprio successo negli anni, complice un ultimo capitolo decisamente deludente e la concorrenza di RTS e MMORPG. Strategic Studies Group, prima, e Infinite Interactive, dopo, provarono a rispondere con la serie di Warlords Battlecry!
Un tentativo di rinascita
Negli anni 2000 era ormai evidente che i TBS, soprattutto quelli di stampo più ampio (wargame e 4X), non avevano più molto mercato per via dell’enorme successo di videogiochi RTS come Age of Empires e Warcraft. Dopo il flop del pur fantastico Warlords III (un titolo che non a caso è stato poi rivalutato dalla community), Steve Fawkner decise che se non potevi battere il nemico, potevi però unirti a lui e si mise a lavoro sul primo Warlords Battlecry che, a primo occhio, può sembrare una specie di clone di Warcraft ambientato su Etheria. I punti di differenza diventavano tuttavia evidenti una volta avviato il gioco.
Se la struttura di Warlords Battlecry è quella classica di un RTS fantasy con varie fazioni tra cui scegliere e un eroe a guidarli, questa serie fu la prima ad introdurre elementi tipici dei giochi di ruolo nel gameplay (una meccanica che, non a caso, è poi diventata la prassi del genere). Il proprio eroe può, infatti, aumentare di livello, imparare nuove abilità, cambiare equipaggiamento e può essere utilizzato per reclutare nuove unità. Nei capitoli successivi della serie, per altro, sarà inoltre accompagnato da una “scorta” composta dalle unità speciali sopravvissute alle battaglie precedenti e capaci anche loro di aumentare di livello.
Un’altra grande differenza risiede in realtà nella narrativa di Warlords Battlecry. In un’epoca in cui era normale vedere gli umani, elfi e nani come buoni e orchi e simili come cattivi, questa serie mantiene l’ambigua neutralità della saga madre di Warlords per cui non è detto che la razza corrisponda alla bussola morale della fazione. Possono esserci umani e elfi cattivi così come non-morti e orchi buoni, tutto circondato da molte fazioni neutrali come i barbari, i minotauri e gli Ssrathi. Anche questa “sfumatura di grigio” nelle razze è diventata abbastanza abituale adesso, ma è stato Warlords Battlecry ad introdurla. Sono piccoli dettagli, ma fa piacere credere che questa serie esista ancora, in qualche modo, all’interno del genere.
La serie di Warlords Battlecry
Va bene, abbiamo velocemente parlato di che cosa era Warlords Battlecry ed è quindi ora di vedere maggiormente nel dettaglio i tre giochi che compongono questa saga che ha sempre potuto godere di una piccola, ma fedele community di fan (erano loro stessi a produrre le patch dei giochi).
Warlords Battlecry I
Il primo gioco della serie, uscito nel 2000, ha una trama molto lineare che ci porterà a guidare e provare 8 delle 9 fazioni presenti. Queste si dividono in razze civilizzate (umani, nani e non morti), razze primitive (barbari, orchi e minotauri) e razze magiche (elfi alti, elfi dei boschi e elfi oscuri). La storia, pur iniziando come un tipico bene contro male, presto abbandona le classiche divisioni per entrare in contesti più ambigui. Il nostro eroe può scegliere tra 4 classi (guerriero, mago, ladro e sacerdote), ognuna dotata di 3 specializzazioni. Fu un discreto successo, grazie anche alle pregevoli grafiche 2D isometriche che lo componevano. Lo puoi acquistare da gog.
Warlords Battlecry II
Questo è il primo Warlors Battlecry che io abbia mai giocato. Originariamente uscì nel 2002 e, pur presentando lo stesso sistema grafico del predecessore, espandeva praticamente tutto. Le razze/fazioni passavano da 9 a 12 (16 se contiamo quelle non giocabili) mentre le classi disponibili per gli eroi salivano a 20. La vera novità, però, è tutta nella campagna che è ora proposta in modo non lineare su una mappa con 67 regioni da conquistare o rendere proprie alleate. La diplomazia è parte integrante del gameplay visto che spesso, all’inizio delle missioni, potremo scegliere da che parte schierarci e questo condizionerà i nostri rapporti con tutta una serie di razze/fazioni (valgono ovviamente anche altri fattori come la razza dell’eroe o la fazione che portiamo in battaglia). Il gioco uscì con un grosso bug che faceva sì che ogni mappa innevata glitchasse uccidendo tutte le unità del giocatore, questo è stato risolto da un patch realizzata dai fan che viene ora venduta online con il gioco (se hai la copia fisica, però, devi scaricarla a parte). A tal proposito, lo puoi comprare qui.
Warlords Battlecry III
Uscito nel 2004, questo è l’ultimo capitolo della serie di Warlords Battlecry ed il primo e unico ad essere sviluppato da Infinite Interactive. Di base è un’espansione di Warlords Battlecry II visto che presenta la stessa grafica, ma ora tutte le fazioni sono giocabili e le classi sono salite a 28. La campagna cambia nuovamente abbandonando la mappa in stile risiko in favore di un approccio sempre non lineare, ma più simile ad un gdr. Potremo spostare il nostro eroe di città in città e in ognuna potremo fare acquisti, arruolare unità o affrontare missioni. Ovviamente la diplomazia rappresenta ancora una parte importante del titolo visto che determinerà cosa troveremo in ogni città. Nonostante sia un titolo di assoluta qualità per il genere, la grafica 2D abbastanza datata ed il fatto che i giochi di strategia siano ormai titoli di nicchia hanno fatto sì che non avesse molto successo. Lo puoi comunque trovare sia su Steam che su gog.
L’inaspettato futuro di Warlords
Come accennato nel paragrafo precedente, Warlords Battlecry fallì nel trovare il successo sperato e la serie ufficiale si chiuse nel 2004. Tuttavia, la piccola, ma fedelissima community presente che già aveva contribuito a sistemare alcuni errori in Warlords Battlecry 2, spinse Infinite Interactive a rilasciare codice sorgente di Warlords Battlecry 3 ai fan interessati, a patto che sottoscrivessero una licenza. Questo ha portato ad un grosso proliferare di patch e mod, alcune delle quali sono persino considerate ufficiali. Ve ne segnalo due: la prima è la 1305 mod che è pubblicizzata persino su gog mentre la seconda è la The Protectors, il cui ultimo aggiornamento è datato al marzo di quest’anno.
E la saga di Warlords? Questa trovò uno sbocco inaspettato in una serie di giochi che non potevano essere più distanti da un gioco di strategia, ovvero dei puzzle game alla Bejeweled con elementi tipici dei gdr. Stiamo parlando di Puzzle Quest: Challenge of the Warlords, gioco uscito per Nintendo DS e PlayStation Portable nel 2007 (ma successivamente adattato a praticamente qualsiasi console del periodo). Il gioco ebbe un tale successo da generare un sequel (Puzzle Quest 2), uno spin-off sci-fi (Puzzle Quest: Galactrix), due spin-off crossover (Marvel Puzzle Quest e Magic: The Gathering – Puzzle Quest), un’espansione per Xbox 360, PlayStation 3 e sistemi mobile (Revenge of the Plague Lord) ed un remake espanso per Nintendo Switch (Puzzle Quest: The Legend Returns). Inaspettato, vero?