Nel lontano 2010 mi ritrovai davanti a un titolo che riuscì a spiazzarmi e che mi fece intuire per la prima volta (avevo 17 anni) che il videogioco, medium che ho amato fin da piccolo, e che continuo ad amare, poteva esprimersi in modi che non avevo ancora immaginato fino ad allora. Un giocatore cresciuto a pane e Crash Bandicoot, che aveva poi continuato coi titoli più disparati come Need for Speed, God of War e Tekken, caciaroni e immediati nella narrazione, si ritrovava d’improvviso davanti a Limbo, qualcosa di unico.
In Limbo si vestivano i panni di un misterioso e silenzioso ragazzino, senza alcuna indicazione su chi fossimo, dove dovessimo andare e da chi stessimo scappando. Arrivati ai titoli di coda c’erano solo domande ad affollare la mente, e il significato di tutta la vicenda continua ancora a oggi a essere oggetto di discussione e a portare i giocatori a interpretazioni più o meno macabre. Limbo ha poi generato un piccolo sottogenere di nicchia, che tra gli esponenti di spicco conta Inside e Little Nightmares, talmente apprezzato da aver ricevuto dei DLC per continuare a esplorare il distrurbante mondo di gioco, e un seguito diretto.
Questo tipo di narrazione è secondo me tra i più efficaci: non conosciamo nulla del protagonsita e del contesto, quindi siamo davanti a una pagina bianca da riempire con uno sforzo di interpretazione e immaginazione. Questi titoli tendono ad avere in comune dei protagonisti molto giovani, un giusto pretesto per poter prendere la quotidianità e farla diventare spaventosa, filtrandola con gli occhi di bambini che vedono il mondo come molto più grande di come appare a un adulto.
DARQ: Complete Edition a cura di Unfold Games, si inserisce alla perfezione in questa piccola nicchia, prende tutti i capisaldi del genere (protagonista giovane e minacciato da entità maligne, mondo di cui non sappiamo nulla, atmosfera soft horror) e li rende ancora più sfumati grazie a un contesto dai tratti onirici, riuscendo ad omaggiare alla perfezione il genere, riuscendo comunque a risultare unico tra i suoi simili per stile e gameplay.
Fai sogni d’oro, o almeno provaci…
DARQ: Complete Edition ci mette istantaneamente nei panni di un ragazzino pallido ed emaciato, che indossa un pigiama a righe più simile a un’uniforme da detenuto che a un comodo vestito per la notte, facendo subito intuire il contesto. Non ci sono cinematiche introduttive, né tantomeno una minima spiegazione di cosa ci sta accadendo, peculiarità che caratterizza il titolo per la sua intera (e purtroppo risicata) durata.
Infatti, si sa che il protagonista del gioco si chiama Lloyd, ma possiamo saperlo solo grazie alle dichiarazioni degli sviluppatori successive al lancio, che hanno deciso di fornire quest’informazione solo per caratterizzare un personaggio che, casomai dovessero esserci seguiti al titolo, potrebbe diventare iconico nella sua semplicita. Muovendoci sul pianerottolo della casa in cui ci troviamo, potremo stenderci sul nostro letto, ed è qui che l’avventura vera e propria ha inizio.
Il piccolo Lloyd infatti si muoverà in un suggestivo mondo onirico, ogni volta che andrà a letto vedremo la sua coscienza abbandonare il corpo per tuffarsi in un nuovo mondo che rappresenta un trauma o che può essere visto come spaventoso dagli occhi di un bambino. Ogni sogno porta il protagonista in un ambiente estremamente diverso dal precedente e crea un’atmosfera unica che difficilmente il giocatore riuscirà a dimenticare, grazie ai tratti grotteschi che pervandono l’atmosfera dell’intero titolo.
Man mano, alcuni elementi inizieranno a diventare vere e proprie costanti che collegano i vari sogni, che altrimenti sembrerebbero completamente slegati tra loro. Per la narrazione, questi elementi sono estremamente importanti, perché riescono a far ricostruire al giocatore la lore che si annida negli anfratti più bui non solo degli stessi sogni, ma anche della mente di Lloyd, una mente probabilmente malata il cui disagio si riflette sul fisico del piccolo protagonista.
Tutti questi dettagli costruiranno un quadro confuso e decadente, e la costruzione onirica inizierà sempre più a perdere consistenza, portando il giocatore a un finale che porta a una soluzione solo apparente, come anticipato però questo finale arriva troppo in fretta, un vero peccato dal momento che l’impostazione generale poteva dar vita a un’infinità di situazioni. Inoltre, la Complete Edition arrivata su console e oggetto della recensione, introduce due nuovi livelli che raccontano una breve storia a parte, ancora una volta sta al giocatore interpretare e capire dove inserire questa parte di storia e il suo finale, che potrebbe assumere ancora più significati rispetto a quello dell’esperienza base.
“Chi sa fare, sa capire”
DARQ: Complete Edition propone in tutto e per tutto una struttura da puzzle game in cui il protagonista Lloyd dovrà farsi strada nei suoi sogni trovando oggetti chiave e utilizzandoli nel modo giusto. Il mondo di gioco presenta una visuale in due dimensioni con vista laterale, questo fa in modo che le mappe si sviluppino come lunghi corridoi, non per questo però risulteranno lineari e prive di complessità.
Infatti, avanzando nei vari livelli ci ritroveremo in sogni sempre più articolati, alcuni particolari oggetti come leve e ascensori potranno portarci su altri piani o su corridoi paralleli, andando così a conferire tridimensionalità al mondo di gioco, che viene comunque visualizzato bidimensionalmente. Non dimentichiamo però che ci troviamo pur sempre in un sogno, quindi anche i già citati oggetti chiave potrebbero riservare sorprese inaspettate, e un oggetto che mai avremmo pensato di utilizzare in una precisa situazione si rivelerà invece determinante nella logica del mondo onirico.
Ad aggiungere profondità e varietà all’esperienza ci sarà la possibilità di camminare sui muri cambiando la visuale di gioco ed esplorando le varie stanze da una prospettiva diversa, molto spesso l’unico modo per avanzare nel gioco. A livello di gameplay, il titolo spinge costantemente a sfruttare il pensiero laterale per trovare soluzioni che sembrerebbero altrimenti irraggiungibili, riuscendo a tenere il giocatore costantemente concentrato per arrivare a fine sogno. E non finisce qui! Alcune particolari sezioni richiederanno di unire intelligenza e manualità, mettendo il giocatore di fronte a enigmi a tempo in cui calcolare con precisione ogni azione da eseguire.
L’unico piccolo difetto del gameplay è però rappresentanto dai mostruosi avversari che tenteranno di ostacolare il risveglio di Lloyd. Se in un primo momento sembra che la loro minaccia si rivelerà costante e capace di tenere sull’attenti il protagonista per tutto il gioco, in realtà potrò ben presto dimenticarcene, dal momento che in rari casi queste creature tenteranno di braccarci e in alcuni livelli saranno completamente assenti. Questo piccolo dettaglio porterà inesorabilmente la difficoltà a tendere verso il basso, io stesso sono andato incontro ad appena un paio di sconfitte in tutto il gioco.
Nelle fasi finali poi, l’intero gameplay cambia, ma non voglio esprimermi oltre, perché rischierei di incorrere in spoiler che potrebbero rovinare il finale del gioco. Basti pensare che a un certo punto il tutto potrebbe trasformarsi e vedere il passaggio da un puzzle game meditato e preciso a un trial and error che toglie il fiato. Anche i due livelli extra della Complete Edition presentano alcuni elementi di gameplay che non voglio spoilerare, ma vale la pena farlo presente dal momento che indicano la volonta dei ragazzi di Unfold Games di stupire fino alla fine e far perdere la testa ai giocatori!
Il folle quadro del comparto tecnico
Per quanto non sia un’opera blasonata né rientri nel novero dei titoli AAA, DARQ: Complete Edition riesce ugualmente a vantare un comparto tecnico di tutto rispetto, capace di sorprendere il giocatore e tenerlo incollato allo schermo a prescindere dagli interessanti enigmi che compongono l’intera esperienza.
A livello estetico, il titolo vanta una direzione artistica fortemente ispirata a opere del regista Tim Burton come Frankenweenieo La sposa cadavere, ma non solo! A ben guardare si notano anche riferimenti a lungometraggi del regista Henry Selick come Coraline e la porta magica e Nightmare before Christmas (a cui lo stesso Burton ha collaborato nel character design), specialmente nella fisionomia dei personaggi, scheletrica e slanciata, che riesce a dare ai personaggi movimenti fluidi, allo stesso tempo innaturali.
Questa estetica si riflette anche nelle ambientazioni, con elementi del mondo di gioco che presentano proporzioni innaturali e contribuiscono ad ampliare il senso di spaesamento del giovane Lloyd. Il tutto viene reso ancora più inquietante a livello visivo grazie all’uso di luci pallide e una fotografia che si mantiene per l’intera esperienza nella scala dei toni del grigio e del blu. Infinte, il titolo riesce a rivelarsi sorprendente anche dal punto di vista registico, per quanto l’impostazione bidimensionale potrebbe potenzialmente risultare limitato in questo senso, in realtà alcuni particolari momenti riescono a regalare scorci e soluzioni visive inaspettate e interessanti.
A livello sonoro, il gioco tenta un esperimento azzardato, ma assolutamente riuscito! Il titolo non presenta alcun tipo di colonna sonora, gli unici suoni udibili sono quelli dei passi di Lloyd o i vari rumori ambientali. Dal momento che il titolo punta a proporre atmosfere tipiche degli horror, a mio parere il sonoro supera per importanza anche la grafica, e DARQ: Complete Edition lo fa in maniera superba. Non a caso poi, perché a occuparsi del sound design c’è una vera eccellenza nel campo: Bjørn Jacobsen, che si è occupato del sonoro anche in titoli del calibro di Cyberpunk 2077, che ha fatto il suo tanto atteso debutto proprio in questi giorni, e della serie Hitman.
In conclusione, DARQ: Complete Edition è una piccola e imperdibile perla per tutti gli appassionati del genere, ma anche per chi fosse alla ricerca di un’esperienza fortemente ispirata e ben realizzata sotto praticamente tutti i punti di vista. Superbo dal punto di vista tecnico, purtroppo i titoli di coda arrivano fin troppo presto anche in questa edizione arricchita da due livelli extra, un vero peccato, ma allo stesso tempo questa durata così risicata lascia la speranza per un futuro sequel.