Suzerain è un gioco che vorrei avere sempre in tasca, pronto ad estrarlo alla bisogna per farlo provare a chi crede che governare una nazione sia un compito semplice. Abbiamo conosciuto tutti almeno una persona simile, una che non fa che lamentarsi delle decisioni di chi è al potere e dice che lui potrebbe fare molto meglio. Soprattutto in questo triste periodo di restrizioni ed emergenza, tutti credono di poter fare tutto. Suzerain è un gestionale che mira a mettere alla prova le tue capacità politiche e decisionali mettendoti davanti ad una serie di situazioni e scelte tutt’altro che semplici e scontate. Dire che è uscito nel periodo giusto è un eufemismo. Non è un caso se, di recente, il sottogenere dei political drama è così presente.
Dietro alla realizzazione di Suzerain c’é Torpor Games, uno studio di sviluppo indie che ha sede a Berlino che vuole creare videogiochi che siano sia divertenti da giocare che profondi e provocanti, così da spingere i videogiocatori a riflessioni complesse. Non si può negare che Suzerain, il loro primissimo progetto completato, rientra alla perfezione in questa definizione. Esso mischia fantasia a fatti reali storici per creare un mondo estremamente concreto, dettagliato e vivo, al punto che non mi sorprenderei se qualcuno cercasse la Sordland su wikipedia per scoprire se esiste davvero. Detto questo, però, il gioco come è davvero?
Far rinascere Sordland!
In Suzerain andremo a vestire i panni di Anton Rayne, il quarto presidente della Repubblica di Sordland, uno stato giovane tanto quanto dal passato difficile visto che ha già vissuto una massacrante guerra civile ed una pesante recessione economica. La gente di Sordland fa ora affidamento su di Rayne e sul suo partito, l’United Sordland Party, per risollevarsi dalla crisi. Suzerain parte proprio all’indomani della nostra vittoria alle elezioni e ci guiderà progressivamente alla scoperta dei personaggi che faranno parte della nostra storia, dai membri del governo (il vicepresidente Petr Vectern, il consigliere Lucian Galade e i vari ministri) alla stessa famiglia di Rayne (la moglie Monica e i figli Franc e Deana), ben più importante di quanto si potrebbe credere, passando per l’opposizione e per i vari esponenti dei poteri forti presenti nel paese (rivoluzionari, artisti, uomini d’affari, ecc).
Un ruolo chiave in Suzerain lo hanno, ovviamente, le potenze straniere presenti intorno a noi. Tra gli stati confinanti abbiamo: Rumburg, una monarchia costituzionale dominata dalla Principessa Beatrice Livingston e desiderosa di espandere i propri territori; Agnolia, una piccola repubblica pacifica e mercantile; Valgsland, nazione socialista all’avanguardia e molto potente; Lespia, stato isolazionista piuttosto prospero, e la fragile Wehlen, dominata da un perfido dittatore che governa con un pugno di fero. Vi sono poi riferimenti a stati e alleanze ben più distanti, ma che rientrano solo marginalmente nella nostra sfera di influenza, soprattutto per via delle loro direzioni politiche a cui potremmo appoggiarci o meno nel nostro sviluppo politico. Il risultato di tutto questo è sicuramente ansiogeno e claustrofobico, con un’atmosfera di pressione costante che ci farà sentire a più riprese impotenti, pur essendo noi stessi il capo del governo.
Dalla parte della gente!
All’avvio del gioco, Suzerain presenta subito la sua vera identità. Infatti, pur essendo categorizzato come gestionale, Suzerain è soprattutto un’avventura testuale. Preparati a leggere molto, a volte anche troppo. Suzerain parte con un lungo prologo che ci mostra tutti gli eventi storico-politici che hanno coinvolto sia la fondazione e lo sviluppo di Sordland che la nostra scalata al potere. Già qui dovremo prendere alcune decisioni che determineranno sia il nostro programma politico che il nostro carattere e la nostra preparazione accademica. Fatto questo, ci troveremo nella mappa di gioco che ci mostrerà l’intero stato di Sordland, diviso per regioni, così come parte degli stati confinanti. Qui potremo vedere anche le numerose città principali che compongono il nostro stato.
L’intero gioco si svolge su questo schermo con l’HUD che contiene tutto il necessario. In alto a sinistra c’é il budget e l’attuale situazione economica di Sordland, in basso a sinistra, oltre ad un nostro ritratto, ci sono varie icone che ci permettono di rivedere il programma politico, analizzare l’attuale situazione politica di Sordland, prendere appunti e modificare le impostazioni di gioco. A destra troveremo una wiki incredibilmente dettagliata che contiene tutte le informazioni su qualsiasi personaggio, luogo o evento sia citato nel gioco e un diaro che tiene nota dei principali avvenimenti/decisioni del nostro mandato. Alla wiki si può accedere anche cliccando sulle varie città o, durante i vari eventi, cliccando sui nomi blu che contengono link diretti. In alto, infine, si trova una raccolta dei principali giornali, più o meno imparziali, venduti nel Sordland (tutti consultabili).
Suzerain si sviluppa attraverso degli eventi a cui potremo accedere cliccando sulla città in cui hanno avuto luogo. Questi sono di tre tipi, ognuno indicato da un diverso simbolo. I rapporti sono la tipologia di eventi più comuni e sono dei semplici resoconti che ci dicono cosa sta avvenendo in quel determinato luogo. La maggior parte delle volte potremo solo limitarci a prenderne nota mentre altre volte dovremo prendere piccole decisioni dal basso impatto. Ben più importanti sono la seconda tipologia di eventi: le proposte di legge. Queste sono delle modifiche al testo legislativo che dovremo o firmare o rifiutare e che andranno ad influire pesantemente sullo sviluppo dei nostri rapporti interni ed esterni oltre che sul miglioramento (o peggioramento) economico del paese. Infine, la terza tipologia di eventi è quella più importante (non a caso è indicata con un punto esclamativo), gli incontri.
Ogni incontro verrà narrato dettagliatamente come una vera e propria avventura testuale, con tanto di descrizioni minuziose e scambi di dialoghi tra i vari personaggi. Pur apprezzando la profondità e la cura per il dettaglio, devo dire che questi eventi a volte si perdono troppo nel descrivere cose insignificanti invece che andare direttamente al punto. Comprendo la necessità di creare la giusta atmosfera emozionale, ma ogni incontro ci farà perdere una quantità enorme di minuti, a volte per prendere una semplice decisione dall’impatto relativo. Perché si, il punto degli incontri è proprio quello di prendere decisioni su come interagire con gli altri personaggi e su come muoversi con la nostra politica. Saranno alcune di queste scelte che soprattutto andranno a pesare su quale dei molti finali disponibili andremo a vedere e, credimi, non tutti avvengono con Anton Rayne ancora in vita. Suzerain è un gioco spietato e crudele dove sembra che una vittoria completa sia davvero impossibile.
Se vuoi governare preparati a studiare
Se il gameplay è profondo ed apprezzabile, pare chiaro fin da subito che la direzione artistica non è il fiore all’occhiello di Suzerain. L’intero gioco si svolge su un’unica schermata: la mappa. Gli incontri avvengono con del testo su uno sfondo nero e l’unica decorazione presente sono dei piccoli ritratti tondi dei personaggi in scena in quel momento. Anche la wiki contiene solo alcune immagini standard che ci mostrano o una bandiera o il ritratto di un personaggio, ma ben poco altro. Insomma, la realizzazione grafica è a dir poco scarna, pur essendo sicuramente funzionale al suo scopo. Siamo quasi al minimale e, alla lunga, non posso negare che un po’ stanca. Alcuni passaggi sono anche particolarmente ridondanti e ripetitivi. Comprendo che la politica reale è fatta così, ma il bello di un videogioco è anche che si possono smussare determinate cose senza che queste perdano di efficacia.
Ben più gradevole ed azzeccata, invece, la parte musicale. Il gioco sarà costantemente accompagnato da una colonna sonora tanto tranquilla quanto drammatica e pressante che si sposa alla perfezione con l’atmosfera. Le stesse note ascoltate ci faranno percepire il peso (in tutti i sensi) della nostra situazione, spingendoci verso emozioni di ansia e tristezza costante. Devo ammetterlo, ho dovuto giocare Suzerain a piccole dosi proprio a causa delle emozioni che mi suscitava. Probabilmente è colpa mia che sono particolarmente empatico, ma dire che il risultato finale è “pesante” è un eufemismo.
Il peso delle proprie scelte
Suzerain non è un gioco per tutti. Più che un gestionale è un’avventura testuale, cosa che potrebbe confondere i più nel momento in cui si troveranno davanti ad una componente narrativa predominante e ad un’assurda quantità di muri di testo che, spesso, allungano troppo il brodo. Al di là di questo, tuttavia, Suzerain è un gioco molto profondo e soddisfacente che riesce a riportare realisticamente il peso delle responsabilità di chi governa uno stato, soprattutto uno che cerca di uscire da una crisi politica ed economica (tipo una certa Italia, non so se ne hai sentito parlare). La storia è appassionante, dettagliata e piena di sorprese e colpi di scena ed inevitabilmente ti spingerà ad andare avanti fino ad uno dei molti finali presenti.
Concludendo il nostro discorso, quindi, vale la pena acquistare Suzerain? Se ti piace il genere dei political drama e non ti preoccupa dover leggere una grossa quantità di testo per andare avanti, beh, si. Assolutamente si. Viceversa, non sarà certo questo il gioco che cambierà i tuoi gusti e non è neanche un buon titolo per avvicinarsi al genere. Bisogna anche considerare che il prezzo base, 12,50 euro, non è neanche bassissimo e che il gioco contiene esclusivamente la lingua inglese! Ripeto, Suzerain non è certo per tutti, ma se sei tra quei videogiocatori che apprezzano questo tipo di prodotto, non ti pentirai minimamente dell’acquisto. Lo puoi trovare facilmente su steam.