Death Stranding è l’ultima creazione dell’autore Hideo Kojima e primissima produzione del team Kojima Productions. Si tratta di un’opera molto controversa, ha spaccato di netto l’opinione pubblica tra chi lo ha più che apprezzato e chi lo ha denigrato a causa, soprattutto, di alcuni fattori legati al gameplay.
Premetto di essere parte di quella fetta di pubblico che ha adorato l’opera, sin dai primi trailer l’odore di novità era molto forte, credo che in Death Stranding siano state gettate le basi per un vero e proprio sottogenere videoludico tutto nuovo. Che quest’ultimo non piaccia è più che lecito ma non è certo cosa da poco; va infatti considerato l’estremo coraggio che Kojima ha avuto nel pubblicare un’opera fondamentalmente nuove e mai vista prima (ricordiamo che molti videogiocatori lamentavano da molto tempo l’assenza di “qualcosa di nuovo“).
Death Stranding oltre ad accorciare sempre di più la distanza tra grande e piccolo schermo, con la partecipazione di grandi attori come Mads Mikkelsen, presenta al mondo un nuovo modo di vivere il videogioco, sia dal lato pratico, gameplay e dinamiche di gioco in generale, che dal lato emotivo, implementando un multiplayer asincrono, in grado di “legare” i giocatori tra loro rendendo il tutto effettivamente utile e perfettamente coerente con la trama di gioco.
Con multiplayer asincrono si intende la possibilità di un giocatore di influenzare la partita di un altro, in maniera quasi indiretta. Nel gioco infatti è possibile creare strutture che agevolano le lunghe traversate lungo le lande desolate degli Stati Uniti d’America, queste infine saranno utilizzate anche da altri giocatori che potranno usufruire delle tue creazioni per raggiungere le loro mete, una sorta di collaborazione verso un fine unico.
Tralasciando l’impatto emotivo ed empatico che questo comporta, tra i videogiocatori di tutto il mondo, soffermiamoci sul tipo di esperienza videoludica creata da Hideo Kojima e sull’idea di creare un nuovo tipo di videogioco.
Sono necessarie più opere per definire il genere “strand” di Death Stranding
Il creatore dell’opera descrive il genere come “strand” ovvero filo o “collegamento“, afferma poi che è necessario avere più opere con questo stile di gioco per comprenderlo al meglio, alludendo alla volontà di creare un nuovo capitolo di Death Stranding o, quanto meno, un capitolo basato sul nuovo genere “strand“.
Sembra quindi che il neo team, Kojima Productions, abbia intenzione di battere il ferro ancora caldo di Death Stranding; la cosa potrebbe deludere gli appassionati di Silent Hill che erano stati più volte informati della possibilità che Kojima fosse al lavoro su un nuovo titolo horror.
Ti ricordo infine che Kojima ha affermato più volte che avrebbe voluto rendere Death Stranding più orrorifico e che inizialmente avrebbe dovuto creare molta più tensione e paura con molte più varianti di CA (le anime che, a causa di questo fenomeno chiamato appunto “Death Stranding”, non riescono a raggiungere l’aldilà), cosa che potremmo vedere in un nuovo capitolo.
Considerando l’opera con occhio critico ed oggettivo devo ammettere che alcune meccaniche del gameplay potevano essere smussate; comunque il concetto di equilibrio e di peso dell’equipaggiamento sono tra le cose che ho adorato di più; immaginando questa meccanica su altri tipi di giochi la fantasia ha iniziato a prendere il volo. Ho apprezzato tantissimo il fatto di dover considerare OGNI singolo componente di equipaggiamento, immagina questo modus operandi in uno sparatutto in terza persona o in un gioco di ruolo medievale dove ogni spada, ogni scudo, ha effettivamente una ripercussione fisica sul tuo personaggio.
Ecco però che torna necessario un nuovo capitolo, che abbracci nuovamente questo semplice ma geniale concept magari rendendolo più intuitivo e alla portata di tutti.
Personalmente spero davvero tanto di vedere un Death Stranding 2, ma avendo amato principalmente il sistema di gioco “strand” anche un capitolo scollegato che riprenda le stesse meccaniche andrebbe bene. Kojima avrebbe anche la possibilità di rifarsi nei confronti dei fan che sono rimasti delusi dalla sua opera e di consolidare questo nuovo sottogenere videoludico.
Ti lascio qui di seguito il trailer di Death Stranding e se ancora non lo hai giocato ti consiglio vivamente di farlo.
Verrai subito informato se queste considerazioni saranno avvalorate da conferme da parte del team di sviluppo!