Questa settimana il protagonista sarà Artorias, come ogni mercoledì, ti facciamo compagnia con Player One, la nostra rubrica dedicata ai personaggi più iconici del mondo dei videogiochi. La scorsa settimana è stata affrontata la storia di Joel, uno dei protagonisti dei due capitoli di The Last Of Us. Oggi invece volevo dedicare spazio ad uno dei personaggi più iconici, secondo il mio punto di vista, di una saga, precisamente quella dei Souls, inizialmente considerata di nicchia che con il passare degli anni si è fatta conoscere al grande pubblico diventando un cult.
Vorrei partire spigando la mia particolare scelta, essendo appassionato fin da piccolo dal mondo videoludico, molti sono stati i personaggi degni di nota, eroi con caratteri variegati, sicuramente più prestanti di un personaggio di cui non si hanno certezze, come si potrebbe pensare poi, dato che From Software ci accompagna da tempo con la sua lore nascosta, che i personaggi abbiano forme completamente perfette, descrizioni soddisfacenti, per darci un background definitivo di tutto quello che li circonda.
Lasciatemelo dire è proprio questo il bello, quello che ho amato dei Souls è la sua silenziosità e il fatto che ogni videogiocatore preso il pad in mano, può decidere come approfondire l’avventura, leggendo minuziosamente ogni anima e oggetto presente nel mondo di gioco ( si questo sono io) oppure proseguire godendosi solo quello che il gameplay sa offrire senza approfondire la lore che lo circonda.
Un modo di raccontare nuovo e particolare, che invoglia a scoprire tutto il possibile, dal mondo che ci circonda, al suo passato glorioso, passando per i personaggi, le armi e gli stili di combattimento. Si queste sono le emozioni che un videogioco ti può dare è questo ciò che ci piace, che ci fa sentire vivi e che fa capire perchè nutriamo così tanta passione.
Artorias il coraggioso camminatore dell’abisso
Attraverso il dlc del primo capitolo, Prepare To Die, ci viene parzialmente e frammentariamente raccontata la storia di Artorias e della città di Oolacile, che sta per essere inghiottita dall’abisso. Il Lord dei Tizzoni Gwyn, aveva al suo fianco quattro prodigiosi cavalieri: Ornstein l’ammazzadraghi, Ciaran l’assassina, appartenente al gruppo delle lame del Lord, Gough il leader degli arcieri e infine Artorias l’abysswalker, l’unico capace di attraversare le profondità dell’abisso.
Ogni cavaliere portava con se un anello donato da Gwyn, simboleggiante le loro rappresentazioni animalesche. Ornstein era propietario dell’anello del leone che rendeva i contrattacchi più potenti con le armi da affondo, Ciaran dell’anello del calabrone che potenziava gli attacchi critici, Gough l’anello del falco cosicchè donasse al proprietario portata e forza delle frecce quasi disumane, permettendo l’abbattimento persino dei draghi e infine il nostro protagonista, Artorias possessore dell’anello del lupo simbolo della sua indomita volontà di ferro ed invincibiltà con il suo celebre spadone.
Artorias era considerato come il più abile, il suo equipaggiamento era formato da un enorme spadone nella mano sinistra, mentre nella destra il cavaliere portava un imponente scudo impregnato di magia. Decise così di affrontare l’oscurità, di decimare i suoi servi, i così detti darkwraith, le creature che più odiava al mondo. L’abile guerriero si addentrò a New Londo, un luogo fortemente a contatto con l’oscurità dove strinse un patto con le potenti entità presenti, che li fornirono un anello che lo proteggeva dalle inside e dalla corruzione dell’oscurità, senza di esso non era possibile entrare nell’abisso.
Una verità a metà dato che il coraggioso avventuriero man mano che proseguiva nei meandri dell’oscurità, a poco a poco veniva corrotto da essa, senza poter fare nulla per contrastarla. Possiamo capirlo anche dal suo spadone possente e lucente, mentre il suo proprietario prosegue per il suo cammino esso si corrompe sempre di più, come se fosse un orologio vicino agli occhi di Artorias, un monito, più si avvicinava alle profondità più avrebbe perso se stesso e la sua missione.
La principessa di Oolacile Dusk, venne inghiottità dall’oscurità e il coraggioso eroe decise di salvarla addentrandosi in quello che fu il suo ultimo viaggio, con il suo fedele amico Sif, il lupo bianco.
Sempre meno cosciente Artorias con le poche forze e con l’ultimo barlume di speranza alzo’ lo scudo brandendolo forse con la sua mano più forte la sinistra, proteggendo il suo compagno che lo avrebbe seguito fino alla morte, lo racchiuse all’interno di una barriera magica. Una scelta difficile, decise così di salvare l’amico di una vita ma allo stesso tempo di abbandonarlo, poichè poco dopo si perse definitivamente, non morendo, ma come se ciò fosse accaduto dato che tutto quello che abbiamo imparato a conoscere dell’eroe sparì.
Il nostro choosen undead, nell‘arco narrativo del dlc, troverà sul suo cammino Artorias in una delle scene più emozionanti del titolo, completamente corrotto, lo sguardo vuoto e fisso sul giocatore, mentre combatte come un riflesso del passato un nemico ormai divorato dall’oscurità, ci scruta e decide di combatterci.
Non è più il guerriero di cui parlano le leggende, lo scudo non fa più parte del suo equipaggiamento e il suo braccio sinistro è penzolante e inutilizzabile, pegno dell’estremo salvataggio di Sif e del fallimento della sua missione. Le sue movenze sono un’eco delle gesta passate, la prontezza di riflessi e l’agilità del guerriero sono ancora presenti, lo scontro sarà delicato ma ci vedrà vincitori. Nell’arena giace il corpo senza vita di Artorias, grazie al nostro aiuto ormai libero dalla corruzione e compianto dall’amata Ciaran, una dei quattro cavalieri di Gwyn che troveremo subito dopo la sua sconfitta nell’arena della bossfight.
La seppur breve storia del camminatore degli abissi giunge al termine, la sua tomba sarà scoperta dal choosen undead nell’avventura protetta dal fedele lupo bianco Sif, che veglierà fino allo streguo delle forze, per ricordare con un ultimo gesto eroico il coraggio e l’audacia del formidabile Artorias.
Forte è stata l’emozione provata nello scoprire la sua leggenda, che in un mondo di corruzione e desolazione, è un monito per tutti i guerrieri che cercano si sopravvivere, la speranza deve essere l’ultima a morire. Anche se hai fallito ricorda che le tue gesta saranno tramandate e ricordate per sempre.
Per chiudere con le parole della leggenda: ” Ah Sif There you are, forgive me”
Ormai Artorias allo strenuo delle forze non può più dire nulla, queste sue ultime parole dedicate al lupo, sono un pugno nello stomaco per ogni videogiocatore.