Ormai è possibile rendersi conto in modo sempre più tangibile che il videogioco, oltre ad essere un importante medium narrativo, può rappresentare un forte mezzo di sensibilizzazione su alcune tematiche. Un chiaro esempio, lo si può riscontrare in Ghost of Tsushima i cui fan hanno contribuito al restauro di un portale torii sull’isola, nella vita reale, grazie a ingenti donazioni.
Ghost of Tsushima: il suo successo ha sensibilizzato l’utenza e favorito il restauro di un reperto storico
L’esclusiva Sony, ha registrato un grande numero di consensi sopratutto in Giappone dove è stato addirittura riconosciuto, da Famitsu, gioco dell’anno 2020. Al di là delle critiche oggettive o meno attribuite al titolo, il suo successo ha sensibilizzato i fan tanto da spingerli a donare, insieme ad altri utenti, oltre 20 milioni di yen con una raccolta fondi su Campfire.
Infatti, nel titolo di Sucker Punch la ricostruzione storica di Tsushima è molto dettagliata e rispondente alla realtà, con una vegetazione lussureggiante e monumenti realizzati in modo davvero scrupoloso. La bellissima ambientazione, ha riscosso un successo che va al di là di qualsiasi tecnicismo videoludico tanto da far crescere nella coscienza del giocatore, un istinto di conservazione per queste bellezze architettoniche e storiche.
I portali torii detti Heisei Otorii, situati presso il santuario shintoista di Watazumi jinja a Tsushima, nella prefettura di Nagasaki, sono stati danneggiati con crolli parziali, da un forte tifone durante i primi mesi del 2020. Il sacerdote Yuichi Hirayama ha deciso, dunque, di avviare una campagna fundraising per poterli restaurare. I portali sono la testimonianza storica, come del resto tutta la zona, del passaggio dei mongoli e della scoperta della “polvere nera” (una sorte di precursore della polvere da sparo) utilizzata nel XIII secolo, che viene inserita anche nel gameplay di Ghost of Tsushima.
Dopo che la raccolta ha ottenuto tutto questo seguito, l’esecutore del progetto dichiara: “Abbiamo ricevuto un grande sostegno dai giocatori di Ghost of Tsushima, un gioco ambientato a Tsushima, e credo che sia la guida di Dio”.
Questa iniziativa è l’ennesimo segnale, che dimostra che anche un videogioco può contribuire e sensibilizzare alla conservazione dei beni culturali e storici.