Hades è indubbiamente il gioco rivelazione dell’anno. Si tratta di un action rpg roguelike sviluppato e distribuito da Supergiant Games per Steam e Nintendo Switch. La struttura narrativa del gioco, che si sposa alla perfezione con la sua natura procedurale, un gameplay appropiato ed una realizzazione artistica favolosa gli hanno permesso di fare incetta di premi e riconoscimenti (cosa avvenuta anche ai recenti Game Awards 2020). Che il gioco si ispiri pesantemente alla mitologia greca non è certo un mistero, ma quanto è stato adattato e quanto c’é di vero? Scopriamolo insieme con questo articolo che mette a confronto i personaggi presenti nel gioco con i miti dell’antica Grecia.
P.S.: visto che è un argomento davvero, davvero vasto, l’articolo sarà diviso in tre parti, ognuna dedicata ad un gruppo di personaggi. Ovviamente saranno contenuti spoiler.
Divinità Ctonie
Il termine Ctonie indica, letteralmente, sottoterra, ma in termini mitologici essa indica le divinità e gli spiriti dell’aldilà in contrapposizione a quelli che vivono sulla terra (Gaia) e sull’Olimpo. Secondo il mito, la terra Ctonie divenne Gea quando scese a nozze con il padre degli dei Zeus. Un’altra curiosità, il noto dio Cthulhu, creato da H.P. Lovecraft, deriva il suo nome proprio dal termine Ctonie (Chthonic in inglese).
Ade
La più famosa divinità ctonia è a mani basse Ade, signore degli inferi, dio dell’oltremondo, delle ombre e dei morti e coniuge di Persefone. E’ un uomo severo, freddo e serio, ma, contrariamente a molte rappresentazioni recenti, mai cattivo. Figlio di Crono e Rea, viene divorato dal padre come tutti i suoi consanguinei per poi essere salvato dall’ultimogenito Zeus e dalla madre Rea. Successivamente partecipò alla Titanomachia e grazie all’elmo dell’oscurità, che gli permetteva di diventare invisibile, assistette Poseidone e Zeus nell’uccidere Crono, motivo per cui ottenne il dominio del mondo sotterraneo. La sua fama è tutta moderna visto che nella mitologia classica appare davvero poco.
Il mito più famoso di Ade è indubbiamente quello che coinvolge Persefone. Il dio era innamorato della dea e la rapì mentre questa stava cogliendo un Asfodelo. La madre Demetra, adirata, dopo averla cercata per nove giorni scoprì tramite Ecate e Helios che il colpevole era Ade e scatenò una carestia sulla terra che obbligò Zeus ad inviare Ermes dal fratello per ordinargli di restituire Persefone, a patto che ella non si fosse cibata del cibo dei Morti. Ade tuttavia ingannò la ragazza a consumare parte di un melograno (questa era d’altronde digiuna fin dal rapimento). Demetra furiosa venne infine placata da Zeus che stabilì un accordo con il fratello: Persefone sarebbe stata in terra solo per parte dell’anno (primavera ed estate) per poi passare il resto sottoterra (autunno ed inverno).
Per altro, dopo tutta questa fatica, uno si aspetterebbe un po’ di fedeltà alla moglie da parte di Ade e invece questi l’ha tradita con due ninfe: Menta e Leuce. Persefone trasformò la prima nell’omonima erba e la seconda in pioppo bianco. Poco gelose le Dee greche, vero?
Nyx
Nella mitologia greca classica Notte o Nyx (che dir si voglia) non era una divinità ctonia, ma una dea primigenia, figlia di Caos o di Phanes (a seconda del mito preso in esame). A renderla non ctonia era il fatto che Nyx personificasse la notte terrestre mentre era il fratello Erebo a rappresentare l’oscurità infernale (e quindi più appropriato come dio sotterraneo). Lo stesso Zeus aveva paura di Nyx, altro che semplice madre adottiva e sposa di Ade.
In modo simile al gioco, però, Nyx era nota come Madre Notte poiché insieme al fratello ebbe due figli (Etere, la luce, ed Emera, il giorno) e numerose astrazioni, ovvero personificazioni di concetti astratti legati al buio. Queste erano: Thanatos la morte, Hypnos il sonno, Oneiros il sogno, Momo il biasimo, Nemesi la vendetta (citato nel gioco), Moros il destino, Geras la vecchiaia, Apate l’inganno, Eris la discordia (citata nel gioco), Ker la morte violenta, Oizys la miseria e Philotes l’amicizia. Secondo alcuni miti sono figli di Nyx e Erebo anche le tre Esperidi, le tre Erinni, Caronte e le tre Moire.
Caronte
Caronte, il traghettatore dell’Ade, è una figura mitologica decisamente famosa ancora oggi. Egli è uno psicopompo, ovvero un’entità semidivina che ha il compito di trasportare le anime dei morti dal mondo terreno all’aldilà. Nel caso di Caronte, il cui nome significa Ferocia Illuminata, questo avveniva trasportando le anime sulla sua barca da una sponda all’altra dell’Acheronte, ma solo se queste potevano pagare l’obolo necessario. In caso contrario erano condannate a vagare in eterno tra le nebbie del fiume.
I miti legati all’obolo per accedere all’oltretomba sono antichissimi e non è chiaro da dove abbiano avuto origine. Essi erano alla base della tradizione di mettere o una moneta sotto la lingua o due monete sopra gli occhi dei defunti. Si dice che nessuna anima viva sia mai stata trasportata oltre l’Acheronte, ma esistono numerose eccezioni nella mitologia come Persefone, Enea, Teseo, Ercole, Odisseo, Orfeo e… Dante Alighieri.
Caos
Nella mitologia classica, Caos non aveva una vera e propria personificazione. Esso rappresentava una delle quattro potenze principali da cui si era generato tutto. Le altre erano Gea la terra, Tartaro la realtà tenebrosa e Eros l’amore anche se l’orfismo sostituisce Erebo e Nyx (che ricordiamo sono stati generati da Caos) a Eros e Gea. L’unica altra cosa da aggiungere è che nella mitologia classica il termine caos non aveva una connotazione negativa, ma indicava semplicemente uno spazio aperto vuoto.
Erinni
Le Erinni sono letteralmente la personificazione femminile della vendetta rivolta verso chi tradisce o colpisce la propria famiglia ed i parenti. Secondo un primo mito vennero generato dal sangue di Urano quando questi venne evirato da Crono, ma successivamente sono state considerate anche loro figlie di Nyx. Tutti i miti comunque concordano che sono tre sorelle: Aletto, Megera e Tisifone.
Aletto, il cui nome può essere tradotto in molti modi come “colei che non riposa”, “l’indicibile” o “colei il cui nome non può essere pronunciato,” era l’erinni destinata a castigare i peccati morali come collera, accidia, superbia, ecc. Megera era invece preposta all’invidia e alla gelosia e induceva all’infedeltà matrimoniale (non a caso, nel gioco, ha avuto un rapporto affettivo con il protagonista). Infine, Tisifone era l’erinni incaricata di punire i delitti di assassinio.
Thanatos
A Thanatos (morte in greco), fratello gemello di Hypnos, si deve la personificazione classica della morte. Nato da Nyx, colui che governa la morte è arrogante, impulsivo e ama il sangue e la violenza. Se esiste un “cattivo univoco” nella mitologia classica, questo è probabilmente Thanatos che si oppone costantemente al genere umano e all’immortalità. Essendo un veicolo di trasferimento tra terra e aldilà è spesso considerato anche lui come una divinità psicopompa.
Il principale rivale di Thanatos è l’eroe Sisifo che gli è sfuggito con l’astuzia ben due volte. La prima venne fatto ubriacare ed incatenato dal re di Corinto e fu Ares a liberarlo mentre la seconda ingannò Persefone a liberarlo con l’aiuto di sua moglie Merope. Stavolta fu Ermes a catturarlo e trascinarlo nel Tartaro. Anche Ercule sfuggì una volta a Thanatos, per quanto usò la forza piuttosto che l’ingegno.
Hypnos
Ben meno conosciuto del fratello gemello, nella mitologia classica Hypnos era più che altro usato come deus ex machina quando qualche divinità o eroe aveva bisogno che qualcuno cadesse in un sonno da cui era impossibile risvegliarsi. Hypnos aveva infatti la capacità di far addormentare qualsiasi uomo o dio. Sempre secondo i miti, a Hypnos erano legati gli Oneiroi o Oniri (alcuni dicono che erano fratelli, altri figli), ovvero gli dei minori dei sogni: Morfeo il modellatore, Fobetore lo spaventoso e Fantaso l’apparizione.
Zagreo
Forse sarai sorpreso, ma non solo il personaggio protagonista di Hades esiste davvero nella mitologia classica, ma la stessa trama del gioco riflette un dilemma teologico legato ai suoi miti. In origine, infatti, nella mitologia Zagreo era fermamente legato alla figura di Ade ed era considerato una delle divinità più potenti dell’aldilà. Secondo molti studiosi Zagreo era o un alterego di Ade o il figlio di questi e Persefone. In tal senso era il simbolo della ciclicità del mutamento delle stagioni. La figura di Zagreo venne però presto coinvolta nella religione orfica che lo trasformò profondamente.
Zagreo divenne così figlio di Zeus e Persefone con il primo che lo voleva a sovrano dell’intero universo. I Titani tuttavia lo scoprirono ed informarono Era che, matta di gelosia, li incaricò di farlo sparire, cosa che alla fine avvenne. Zagreo venne fatto a pezzi e divorato, ma Atena ne salvò il cuore. Questi venne portato a Zeus che lo inghiottì e lo rese immortale facendolo rinascere in Dioniso. Per quanto da loro fatto, inoltre, i Titani vennero fulminati e ridotti in cenere, la stessa da cui nacquero gli uomini. Secondo il mito orfico, quindi, l’umanità sarebbe figlia del peccato originale dei Titani, ma anche della divinità di Zagreo, motivo per cui deve cercare di purificarsi nel corso di tutta la sua vita.
Persefone
Nonostante non sia elecata come tale nel gioco, Persefone è una divinità ctonia visto che è la sposa di Ade, regine dell’oltretomba e dea minore degli Inferi. E’ conosciuta anche con il nome di Kore o Kora che in greco vuol dire giovinetta. Essa era figlia di Zeus e Demetra e del suo mito abbiamo già ampiamente parlato nel paragrafo di Ade. Va sottolineato però che secondo alcuni miti minori Persefone mangiò volontariamente il melograno perché si era ormai affezionata ad Ade. Altri piccoli cenni: Demetra punì Ascalafo, colui che vide Persefone mangiare il melograno, trasformandolo in barbagianni e la stessa Persefone riappare anche nel mito dell’Adone dove si contende l’uomo con Afrodite.
Moire
In Hades le Moire vengono solo accennate con il nome di Fati quando prevedono che Ade non avrà un erede. Esse erano tre figure femminili di età avanzata che personificavano il destino ineluttabile. Al contrario della credenza comune non avevano un solo occhio ed un solo dente (quelle erano le Graie di Perseo), ma è vero che secondo il mito amministravano la vita grazie ad un apposito telaio. Cloto tesseva il filo del fato di ogni uomo, Lachesi girava il fuso per svolgerlo e determinarne la lunghezza e infine Lachesi, l’inflessibile, lo recideva con le cesoie. Sono figure fredde e distaccate che non hanno alcun interesse in alcun avvenimento, mortale o meno, e che dimorano nell’Ade (da qui la definizione di divinità ctonie). Tutti gli dei, Zeus compreso, dovevano obbedire alle Moire e queste spesso agivano contro la volontà del padre degli dei.
(continua)