L’Alveare, partito migliaia di anni fa dal Fondamento si è evoluto ed espanso, attingendo dal potere concesso dai Vermi e dal Profondo in una sanguinosa guerra di conquista e annientamento. Dopo l‘invasione del Trono Mondo di Oryx, Crota, responsabile dell’arrivo dei Vex viene punito con l’esilio.
Il figlio del Re dei Corrotti si farà strada tra i suoi nemici, fino a giungere finalmente sulla Luna, fiutando il Viaggiatore, nemico giurato dell’Alveare; qui Crota incontrerà la storia di Destiny, reclamando il satellite della Terra e respingendo i Guardiani schiacciando le loro luci.
La minaccia sopita
Dopo aver reclamato la Luna, lo Sciame di Crota si annida in cunicoli e gallerie scavate sotto la sfregiata superficie lunare, rendendola la loro casa e fortezza. Qui Crota fonda il suo trono mondo, sfruttando le conoscenze della Super Anima scoperta dalle sorelle poco prima del suo esilio.
L’Avanguardia proibisce esplorazioni e incursioni sulla Luna, visto che l’imbattibile nemico aveva già falciato troppe luci durante il fallimentare tentativo di riconquista. Questo finché Rezyl Azzir non sfidò gli incubi che pullulavano sotto la devastata superficie.
Possente e valoroso Guardiano, Rezyl si addentrò nelle tenebre e incontro Xyor, la Fertile. La megera attirò il Guardiano nelle ombre dove gli tese un’imboscata. Rezyl riuscì a sconfiggere l’orda e un potente Cavaliere di cui avrebbe poi conservato dei frammenti ossei come trofeo.
Lo scontro però non lo aveva solo ferito nel corpo, ma anche nell’animo. Il doloroso canto di Xyor che lo aveva straziato nelle caverne della Luna aveva lasciato un seme maligno che covava dentro Rezyl.
Il Guardiano era diventato, al suo ritorno sulla Terra una fiaccola di speranza; un simbolo della Luce che si è scontrato con l’incubo lunare, dimostrando che non è un mostro invincibile. Per palesare il suo trionfo aveva saldato dei frammenti del Cavaliere sul telaio del suo cannone portatile, la Rosa.
Una cosa che però ignorava è che la chitina di cui è composta la struttura ossea dell’Alveare è impregnabile della loro magia. Ben presto le schegge d’osso iniziarono a sussurrare parole e promesse al Guardiano.
Il suo animo coraggioso lo aveva portato sulla Luna, stanco della fragile stabilità della Città sotto costanti minacce. Eppure ora i suoi desideri di pace erano diventati smania di gloria, concupiscenze incompatibili con i doveri di un buon Guardiano.
Promesse oscure
Pensieri oscuri si insinuavano sempre più a fondo nell’animo di Rezyl; tornato dalla Luna non riusciva a liberarsi dall’angoscia e dalla tristezza, come se fosse rimasto imprigionato nello straziante canto di Xyor.
Sognava vendetta e gloria oltre ogni possibilità; bramosie che la Luce non poteva soddisfare. La stessa mente, le stesse ossa e lo stesso corpo del Guardiano che spargeva speranza rinnegarono la sua natura e la sua storia.
Fu così che una sera, insieme al caldo sole, Rezyl tramontò; il nobile eroe dell’umanità toccò l’Oscurità come nessun uomo dovrebbe fare. Osservò la Rosa, sua fedele compagna e arma, ma non vide petali; solo irte e taglienti schegge d’osso, solo aculei.
I nobili principi che animavano Rezyl furono soppressi, il suo bisogno di difendere il prossimo venne schiacciato. Fu Dredgen Yor che prese il posto del Guardiano, che sostituì il bene con il male, la Luce con l’Oscurità.
Le orme di Dredgen Yor
La fama di Dredgen Yor si diffuse rapidamente; non solo un temibile avversario, ma anche un divoratore di Luce. Il Guardiano che contribuì a fondare l’Ultima Città aveva preso confidenza con i rituali oscuri dell’Alveare, bramando potere e anche Luce.
Chiunque osasse porsi contro il suo Aculeo, andava incontro alla morte. Il suo Spettro tentava in continuazione di recuperare Rezyl dall’Oscurità che lo aveva divorato. Ripudiava Dredgen, rifiutava il suo nome e cercava di riprendere contatto con l’eroe sommerso dalla tenebra dell’Alveare.
Nessun tentativo riuscì, anzi; Dredgen Yor infine, dopo lunghi discorsi, abbandonò l’unico vero, fedele amico di Rezyl su Marte. Dredgen aveva perso la fiducia nella crociata dei Guardiani; la vera pace era ottenibile in altri modi, non con i falsi strumenti del Viaggiatore.
Le motivazioni di Dredgen erano avvolte nel mistero; una sfiducia nella Luce impartita dall’Alveare, un’influenza tanto malvagia che lo portava a consumare la Luce dei suoi nuovi avversari. Eppure Dredgen ci teneva a mantenere intatto il ricordo dell’eroe che fu; questo incuteva ancor più paura nelle sue vittime.
Scontro tra pistoleri
L’attenzione di Dredgen verso nuovi paladini della Luce lo portò a Palomon, un isolato insediamento umano. Questa cittadella è sempre stata soggetta a incursioni Eliksni, finché un Guardiano, Jaren Ward non eliminò la minaccia e destituì il dispotico governatore.
Jaren Ward era uno dei più valorosi Cacciatori mai esistiti. Vagava sulla Terra eliminando minacce con Ultima Parola, il suo cannone portatile. Un brav’uomo sempre pronto a difendere gli altri, e a Palomon fece esattamente quello per cui era famoso.
Loken, il magistrato che governava la città di Palomon era un infaticabile lavoratore, che però venne spezzato nell’animo dal tempo e dal dolore. Lentamente il rispettato magistrato era diventato sempre più dispotico e dittatoriale, portando molti degli abitanti dell’insediamento a spostarsi altrove, lontano dalla sua giurisdizione.
Tutta la cittadina aveva riconosciuto il forestiero come un Guardiano; Loken non ne era entusiasta e invitò il Cacciatore ad andarsene per la sua strada. Jaren però era fermo nelle sue convinzioni, e non avrebbe lasciato quelle persone sotto lo scacco di quel despota.
Così Loken convocò il Guardiano nella piazza di Palomon, dove gli ultimò di andarsene sotto minaccia armata. La minaccia però non fece altro che indispettire il Guardiano che sfoderò Ultima Parola, ponendo fine alla tirannia di Loken.
Palomon passò sotto la protezione della squadra di Cacciatori di Jaren, ritornando un insediamento felice, non fosse per le incursioni Eliksni da cui però ora riuscivano a difendersi meglio grazie alla difesa dei Guardiani.
Una notte però l’insediamento venne attaccato; non erano solo Eliksni, anche la squadra di Jaren era sbigottita. Dredgen Yor dopo aver passato la notte a Palomon la distrusse prima di andarsene. Alle prime luci Jaren e alcuni dei suoi uomini partirono al seguito delle orme del distruttore, giungendo vicini al bersaglio dopo diverse notti.
Mentre tutti nell’accampamento dormivano, Jaren si avventurò nel buio percependo l’assalitore nelle vicinanze. Il campo viene bruscamente svegliato da colpi d’arma da fuoco in lontananza; i primi sono familiari, esplosi certamente da Ultima Parola.
Ma l’ultimo colpo, quello definitivo, è diverso; suona letale, cupo e assetato. Risvegliandosi, la comitiva capisce la situazione. Jaren si era allontanato nella notte per affrontare il nemico, ma il leggendario pistolero aveva incontrato la morte.
La sua Luce era stata prosciugata, ma lo Spettro risparmiato. La sua formidabile arma giaceva al suo fianco, fedele al Guardiano caduto. Shin Malphur, un ragazzino di Palomon che aveva legato con Jaren ereditò Ultima Parola e lo Spettro.
Quel giorno Shin Malphur ereditò il retaggio di Jaren, divenendo Guardiano per vendicare il suo mentore e amico Jaren ed eliminare Dredgen Yor.
Il fuoco della vendetta
Shin Malphur faticò a lungo per rintracciare il portatore dell’Aculeo, e infine ci riuscì. Ma Dredgen Yor sembra diverso da quel lontano giorno a Palomon. Sembra evanescente, privo di peso; come se non sentisse il peso delle innumerevoli atroci colpe commesse negli anni.
Dredgen riconobbe il ragazzo, reagendo con freddo distacco alle accuse mosse. La rabbia di Shin fomentò la sua Luce, finché, fulmineo come il suo mentore, estrasse Ultima Parola, esplodendo due colpi verso la oscura figura.
Dredgen Yor cadde a terra esanime; non aveva nemmeno tentato di estrarre l’Aculeo, non aveva minimamente provato a difendersi. Shin Malphur si avvicinò al corpo del suo avversario, fissando un glorioso Guardiano divenuto servo dell’Alveare e portatore di morte.
Portò indietro il cane di Ultima Parola, mirando alla testa ed esplose un terzo colpo che fracassò il suo elmo. Così finì l’incubo, così muore Dredgen Yor, un tempo leggendario eroe, poi mostruoso assassino.
L’ombra di Dredgen in Destiny 2
Con la morte di Dredgen Yor, alcuni Guardiani si unirono nel culto noto come Ombre di Yor, che seguendo i passi di Dredgen, cercano un sentiero tra Luce e Oscurità. Costruirono inoltre repliche di Aculeo, un’arma proibita dall’Avanguardia.
La loro missione era un gioco d’azzardo; capire come avvicinarsi all’Oscurità senza discostarsi troppo dalla Luce. In breve tempo divennero una leggenda e una minaccia, ma il loro vero scopo è un mistero. Nel Grimorio di Destiny si trova un dialogo tra Shin Malphur e Ikora Rey che sono preoccupati per questo culto dell’oscuro.
Una nota interessante si trova poi nella storia legata a Cattiva Condotta. Leggendola si evince che si tratta di una replica creata sulla falsa riga di Aculeo. Qui si legge una nota lasciata dal Ramingo; si parla infatti di usare l’arma per combattere un uomo con Pistola d’Oro che potrebbe essere proprio Shin Malphur.
Non a caso è proprio il Ramingo, patron di Azzardo a rilasciare il titolo Dredgen in Destiny 2. Che collegamento ci sarà tra il Ramingo e le Ombre di Yor?