Mancano pochissimi giorni al lancio di The Medium, il titolo horror sviluppato da Bloober Team arriverà nelle nostre console il 28 gennaio con l’intenzione di regalarci un “meraviglioso incubo” da giocare. Dopo i vari video di gameplay mostrati finora, la sensazione che ho del gioco è molto positiva, il tutto poi corroborato dal trailer live-action rilasciato la scorsa settimana che ha veramente portato il mio hype a mille.
Nell’articolo di oggi, lo speciale domenicale della nostra redazione, volevo prendere in considerazione tutto ciò che riguarda il titolo, ed esportelo nella maniera più esaustiva che posso. Voglio farlo parlandoti di ciò che sappiamo del gioco, quali scelte tecniche sono state prese da parte degli sviluppatori e in ultimo le opere videoludiche e non, dalle quali hanno tratto ispirazione per la realizzazione di The Medium.
Ti ricordo che The Medium sarà un’esclusiva Xbox Serie X/S e Pc e Bloober Team non ha intenzione di portarlo su altre piattaforme, riferendosi direttamente a PlayStation 5.
Cosa sappiamo di The Medium
Le cose che sappiamo su The Medium, nonostante una buona campagna marketing e le interviste rilasciate dagli sviluppatori, sono molte meno di quelle che crediamo, anzi, finche non ci metteremo pad alla mano intenti a giocarlo, non sapremo quanto davvero questo titolo sarà in grado di terrorizzarci.
Le premesse rimangono comunque ottime, al team di sviluppo si è affiancato fin dall’inizio della progettazione, il noto compositore Akira Yamaoka, famoso per aver curato colonne sonore del calibro di Silent Hill dal 1999 al 2009. Un arco temporale che comprende infatti i primi tre titoli della saga, considerati, da molti, i migliori. Questa credo sia un’ottima notizia se anche tu, come me, ricordi le atmosfere cupe e disturbanti, rese tali anche da una colonna sonora magistrale.
The Medium è stato pensato e sviluppato per metterti di fronte a due realtà completamente diverse: due visioni differenti dello stesso ambiente di gioco, e lo farà contemporaneamente dividendo lo schermo in due parti. La protagonista, Marianne, è infatti una medium e sensitiva che riesce a esistere sia nel mondo fisico, che nel regno degli spiriti, nello stesso momento.
So per certo, è Bloober Team stessa a confermarlo, che il titolo non è pensato per le console last-gen, che a causa della loro potenza non riuscirebbero a gestire la funzione dei due mondi in contemporanea: l’assenza di caricamenti e il tipo di esperienza che condivide 2 mondi di gioco nello stesso momento poco si adattano all’hardware obsoleto delle vecchie console, mentre PC e Xbox Series X/S rendono possibile il funzionamento corretto di tale caratteristica.
Marianne e i suoi poteri
A detta degli sviluppatori, i poteri di Marianne non saranno troppo potenti, ma progredendo con la storia acquisirà nuove abilità che le permetteranno di risolvere le varie situazioni che si troverà ad affrontare. L’approccio sembra essere in stile Zelda, dove per risolvere un enigma devi usare un certo potere, e per ottenere qualcosa devi utilizzarne un altro. Si inizia quindi con dei compiti semplici che man mano diventano più complicati, mescolando due o più poteri per essere completati.
In The Medium dovrai sempre ispezionare ciò che ti circonda, soprattutto quello che succede durante le esperienze extracorporee: dovrai far caso a tutto ciò che di diverso sta accadendo alle luci dell’ambiente o alla tua torcia. Ricorda che per usare i suoi poteri, Marianne ha bisogno di “energia”, per capirlo ti basta osservare la sua mano e pensarla come ad un indicatore di mana. L’HUD sarà minimalista per scelta degli sviluppatori che cercheranno di farti immergere il più possibile nell’ambiente e farti sentire una cosa sola con la protagonista.
Tutto questo è necessario per fare esperienza su come e quando usare i poteri di Marianne.
Scelte tecniche ispirate
Per quanto riguarda le scelte tecniche sono proprio il game designer Wojciech Piejko e il produttore Jacek Zieba a parlarne in una recente intervista rilasciata a Screen Rant.
Entrambi hanno affermato che chiunque sviluppi giochi horror, viene necessariamente ispirato da grandi classici del genere, come sono Resident Evil e Silent Hill, e proprio quest’ultimo in particolare è stato la più grande fonte di ispirazione videoludica. Zieba dice che uno dei principali motivi per cui il gioco adotta delle telecamere ad angoli fissi, è proprio quello di richiamare lo stile horror dei primi anni 2000, oltre al fatto che si sono rivelate più adatte al gameplay di The Medium.
Le parole di Zieba:
“Abbiamo sperimentato vari angoli di visuale durante lo sviluppo, alla fine abbiamo deciso che l’uso di una fotocamera semi-fissa era la soluzione migliore per dare un’esperienza più confortevole, soprattutto quando si tratta di esplorare il mondo in una singola o doppia realtà. Grazie agli angoli fissi, siamo stati in grado di introdurre un’atmosfera cinematografica ancora più intensa per l’intero gioco. Allo stesso tempo, ci riferiamo in qualche modo a opere horror di vecchia scuola, come Silent Hill o Resident Evil, che sono stati una grande ispirazione per noi. The medium è una specie di lettera d’amore a Silent Hill 2”.
Piejko rincara la dose dichiarando che:
“L’intero approccio al genere horror di Bloober Team si ispira a Silent Hill 2, perché è stato uno dei migliori giochi di sempre, e noi, con la nostra storia stiamo cercando di fare lo stesso. Facciamo domande al giocatore, ma non lo stiamo giudicando, non gli diciamo cosa è giusto o sbagliato, proprio come uno dei finali di Silent Hill 2, sappiamo cosa ha fatto James, ma il gioco non ti dice se era buono o cattivo. Penso che Silent Hill 2 abbia avuto un grande impatto sul nostro modo di approcciare i giochi e sull’intera azienda”.
Personalmente ritengo che, se le premesse e le fonti d’ispirazioni videoludiche sono queste, puoi essere molto ottimista sulla riuscita del gioco. Insomma, bisogna sempre esser cauti, non si può certo giudicare un gioco senza averlo provato, ma un po’ di sano ottimismo non guasta mai, in un periodo del genere soprattutto.
Ricordo ancora quando, poco più che adolescente mi immergevo a notte fonda in Silent Hill 2, masochismo allo stato puro: la nebbia, l’oscurità, gli stretti corridoi, i cigoli delle porte, la fantomatica radio che al primo scricchiolio mi faceva salire brividi come nessun altro videogioco mi ha fatto provare, e la sirena d’allarme che indicava il passaggio alla realtà alternativa, ancor più oscura e pesante, da togliere il respiro!
Spero proprio di riuscire a provare le stesse sensazioni con The Medium.
Le opere di un artista “maledetto”
Ti parlerò adesso di un’altra fonte d’ispirazione che ha influenzato la realizzazione di The Medium, per quanto riguarda gli scenari e forse qualche creatura del mondo degli spiriti. Sto parlando di Zdzisław Beksiński. La storia di questo artista è veramente (ma veramente) triste. Lo so che starai pensando “allora che me ne parli a fare?”, ma mi sembrava giusto farlo, in quanto molte delle sue opere rimandano proprio a un mondo cupo, distopico, surreale e oscuro, un incubo vero e proprio, come quello di The Medium.
Lo stesso Pitor Bibieno, CEO di Bloober Team, in occasione della presentazione del video live-action di The Medium, ha affermato che il mondo di gioco si ispira molto a quelle atmosfere di questo artista polacco.
La storia di cui volevo parlarti è, in fin dei conti, la vita di Beksiński. Come puoi vedere tu stesso i suoi dipinti sono caratterizzati da motivi tetri e raccapriccianti. La Leggenda vuole, infatti che l’espressione della sua pittura sia conseguenza di una visione dell’inferno, avuta durante i tre mesi di coma che hanno seguito un brutto incidente in auto che lo vide coinvolto.
Lande desolate, edifici in rovina, città distrutte e cieli cupi sono lo sfondo di fiumi di sangue, corpi scheletrici ed esseri mostruosi. Nonostante questo, il pittore trovava le sue opere divertenti e le definiva piene di speranza, era infatti descritto come un uomo gentile e dotato di un gran senso dell’umorismo, da chi lo conosceva.
La vena umoristica di Beksiński purtroppo si esaurì, quando una serie di eventi gli cambiarono irrimediabilmente la vita verso la fine degli anni 90. Nel giro di due anni perse prima la moglie per malattia, e poi il figlio, morto suicida la Vigilia di Natale del 1999. La spirale negativa che lo accompagnò a seguito di questi eventi raggiunse il suo apice nel 2005, quando venne accoltellato dal figlio del suo maggiordomo, a cui aveva negato un prestito di un centinaio di dollari.
Insomma, non proprio una storia bella da raccontare, ma le opere, disturbanti e oscure, entrano in diretto contatto con le atmosfere che potresti trovare all’interno di The Medium.