Crossword City Chronicles è un gioco che, nelle intenzioni di chi lo ha sviluppato, dovrebbe mischiare gli stilemi del genere investigativo con il gameplay dei puzzle game, per la precisione proponendo come elemento ludico il noto gioco da tavolo Scrabble (da noi conosciuto più spesso come Scarabeo, ma sono la stessa cosa). Da fan di entrambi i generi (investigativi e puzzle game), non potevo farmelo scappare, ma ne sarà valsa la pena? Purtroppo no e nelle prossime righe ti spiegherò perché.
Prima di iniziare però, un paio di precisazioni. Crossword City Chronicles è stato realizzato dallo studio indie Trailblazer Games su cui ho trovato poche informazioni, ma che sembra specializzato in giochi per sistemi mobile free-to-play. Nulla di male in questo, sia chiaro, ci sono tantissimi buoni giochi free-to-play al mondo. A tal proposito, va sottolineato come il genere dei puzzle game con elementi investigativi è cresciuto notevolmente in popolarità negli ultimi anni grazie alla saga del Professor Layton ed al fiorire di titoli di questo tipo sui social network. Insomma, c’é tanta concorrenza sul campo.
Il Tipico Giornalista
Crossword City Chronicles si ispira chiaramente ai tipici serial tv investigativi: un/una giornalista indaga su una serie di delitti che avvengono nella sua città e a cui la polizia non riesce a venire a capo (composta come al solito da gente molto ottusa). Per farlo dovrà cercare indizi ed interrogare le persone, risolvendo dei puzzle basati sul gioco Scrabble (sì, lo so, non ha il minimo senso). L’intera esperienza è divisa in episodi, ognuno dedicato a un “mistero”, e non esiste una vera e propria trama orizzontale, per quanto ci siano alcuni occasionali rimandi.
Qui c’è subito il primo problema: la componente investigativa è inesistente. I “casi” sono stupidi, scontati e banalissimi, ma non solo. Spesso e volentieri il/la protagonista troverà il colpevole nel dialogo iniziale dell’episodio (secondo me è stato “tizio” e… BAM… alla fine era davvero “tizio”)! Non ci sono colpi di scena, non c’è sorpresa, non c’è alcun tipo di interesse, ma solo una narrazione pigra, piatta e inaccettabile sotto ogni punto di vista. Il genere investigativo si basa sul far produrre al proprio giocatore ipotesi e teorie, ma se la storia è banale e viene detto tutto subito, come può avvenire questo?
Tanti scarabei per un sacco di confusione
All’avvio del gioco già avremo un certo senso di confusione. Questo infatti si apre su una finestra verticale che riproduce lo schermo di un sistema mobile, ma è un gioco per pc, giusto? Ho verificato tutte le fonti che avevo a disposizione ed effettivamente viene venduto come tale, ma non lo è. Sotto tutti i fronti Crossword City Chronicles dovrebbe essere giocato su un sistema mobile o un tablet visto che, oltretutto, sfrutta il mouse come sfrutterebbe il touchscreen. Sembra uno di quegli emulatori per Nintendo 3DS o iPhone che si trovano a giro e non è una buona cosa visto che viene venduto come qualcosa di diverso. Si ha subito l’impressione di essere stati fregati.
Avvolti dai dubbi, procediamo nel gioco scegliendo il sesso del/della protagonista e la lingua usata negli Scrabble (i dialoghi scritti saranno sempre e comunque in inglese). Qui ammetto che ho apprezzato l’ampia possibilità di scelta e sì, c’è anche l’italiano. Meno male. Fatto questo si partirà subito con il primo caso e ci accorgeremo subito di un abnorme difetto: il giocatore non ha alcun controllo sullo svolgimento della storia! Il gioco ci imporrà di andare nei posti, interrogare i soggetti e investigare qui e là, ma il giocatore non avrà mai alcuna scelta, neanche una piccola dannatissima possibilità di scegliere tra due possibili luoghi. Devi andare lì a fare quello, punto. Questo per un gioco investigativo non è terribile, ma è completamente sbagliato.
Per completare le varie fasi di un caso, dovremo quindi risolvere i vari puzzle di Scrabble e qui devo dire che ho trovato davvero un’ampia varietà di regole aggiuntive, soprattutto per un gioco che prevede semplicemente di creare delle parole di senso compiuto usando le lettere già presenti sulla scacchiera e quelle poche che si hanno nella nostra mano. Si va dalla modalità classica ad una in cui bisogna sostituire delle lettere già presenti sulla griglia per eliminarle in stile tetris passando per tutta una serie di variazioni che prevedono bonus/malus sulla scacchiera, ostacoli di vario tipo e sezioni colorate che determineranno “l’approccio” del personaggio al dialogo (peccato che questo non influisca sul risultato effettivo del dialogo stesso, ma solo sulle parole).
Completando i vari livelli, otterremo una serie di stelle (da usare per “risolvere” i casi e sbloccare i dialoghi) o coppe in base a quanto siamo stati bravi nel raccogliere punti. Il gioco ovviamente spinge a ripetere i livelli per completarli al 100%, ma non dà nessun reale motivo per farlo, esclusa la soddisfazione personale.
Inoltre non mancano alcuni problemi tecnici anche nella sezione puzzle di Crossword City Chronicles. Almeno tre volte il gioco mi si è bloccato dopo aver risolto un livello e alcuni dettagli sono contro-intuitivi. In un livello dovevo scegliere tra un approccio buono o uno cattivo e ho dato per scontato che il cattivo fosse rosso ed il buono verde quando invece era l’opposto.
Il più grande difetto dei puzzle è però che sono dannatamente semplici! Io sono tutto tranne che un esperto di Scrabble (uno dei puzzle game che mi piace meno), ma non ho comunque trovato alcuna difficoltà nel proseguire e completare il gioco. Tutto questo è imbarazzante e toglie l’ultima possibilità di rivalsa a Crossword City Chronicles.
Devo infine segnalare un’ultima opzione che prevede l’acquisto di “informatori” consumando i soldi che si ottengono risolvendo i casi e collezionando coppe (e probabilmente pagando anche con soldi reali). Una meccanica da vero free-to-play che mi ha fatto storcere il naso ed è inutile visto che questi informatori semplicemente aumentano i punti che otteniamo quando usiamo date lettere. Bah.
Serve l’atmosfera giusta
Questo capitolo della recensione è una tortura da scrivere. Là fuori esistono giochi terribili che vengono però salvati da un comparto artistico impeccabile. Mi dispiace dire che non è il caso di Crossword City Chronicles dove, anzi, grafica e musica rappresentano il chiodo che chiude la bara. Ho giocato a questo titolo con la mia ragazza, anche lei appassionata di puzzle game e illustratrice di professione, e penso che lo abbia odiato più di me. L’intera veste grafica del gioco consiste in una decina di modelli in stile cartoon disegnati male incollati su uno sfondo statico e sfocato quanto spoglio. I modelli non variano mai espressione. Così capita che la nostra protagonista parli sorridendo in modo malizioso di un pluri-omicidio alla sua direttrice che sembra ridere e divertirsi un sacco.
Quanto al “comparto sonoro” voglio descriverti la mia esperienza in modo diretto: dopo 3 minuti di gioco io e la mia ragazza avremmo voluto cavarci i timpani dalle orecchie e ho prontamente mutato il tutto. Il “sonoro” di Crossword City Chronicles consiste in qualche effetto generico preso da qualche libreria web gratuita misto ad un sottofondo musicale che dovrebbe essere affascinante e rilassante, ma è solo la cosa più frustrante e fastidiosa che abbia mai sentito.
Quattro note in croce ripetute in loop all’infinito ad una tonalità veramente troppo irritante. Tutto questo andrebbe annotato sotto “metodi di tortura” e giuro che sarei pronto a confessare ogni mia colpa passata piuttosto che dover sopportare di nuovo quello che ho sentito.
Il vero mistero da risolvere
Crossword City Chronicles presenta però un vero mistero da risolvere ed è… perché? Perché si è deciso di investire nel produrre un titolo che è chiaramente oltre le proprie possibilità? Perché si è deciso di distribuire un prodotto finale che è agghiacciante ed inaccettabile? Il problema non è neanche la sua natura free-to-play, ma quanto tutto sia fatto così male e sembri una forzatura.
Diamine, quando ero adolescente e Facebook era in piena espansione, ricordo che c’era questo investigativo free-to-play con una struttura simile dove però il puzzle game di fondo era il “trova le differenze” (non ricordo il nome, ho provato a ricercarlo, ma non ho avuto fortuna). Lì ogni singolo puzzle aveva senso perché cercavi indizi e prove sulle scene del delitto e potevi scegliere dove andare e cosa fare in base a quello che avevi scoperto del caso. Non era straordinario, ma era divertente, aveva un comparto artistico notevole e aveva dannatamente senso (alcuni casi erano anche complessi ed interessanti).
Ecco, quando sei un gioco in vendita su steam e persino un free-to-play completamente gratuito per social network ti batte su tutti i fronti, io un paio di domandine me le farei.
Oltretutto, il vero grande problema di Crossword City Chronicles non è neanche questo, ma tanto il fatto che non si capisce per chi è stato sviluppato. Gli appassionati di gialli e giochi investigativi lo snobberanno dopo i primi secondi mentre i fan dello Scrabble si troveranno davanti ad una totale assenza di sfida reale e dubito che possano anche solo sentirsi attratti da dei puzzle così banali. Crossword City Chronicles è un totale e completo buco nell’acqua che puoi acquistare qui, se proprio te la senti.