Gods Will Fall, titolo prodotto da Deep Silver e sviluppato da Clever Beans, è un action in terza persona in stile low poly che tenta di mescolare più generi in un unico gioco. Quello maggiormente presente fra questi è sicuramente lo stile rogue ma Gods Will Fall prende molti spunti anche dal genere RPG e soulslike.
I ragazzi di Clever Beans hanno studiato bene e attinto da ognuno di questi generi per creare un titolo che riesce a proporre un gameplay differente rispetto al resto dei giochi in commercio. Il lavoro fatto su Gods Will Fall è certamente da apprezzare poiché regala al videogiocatore una ventata d’aria fresca tra tutti gli altri titoli di questo genere, ma i buoni propositi sono stroncati sul nascere da molti problemi tecnici e mancanze che non minano tanto la fruibilità del gioco ma perlopiù proprio il gameplay.
Gods Will Fall – un gioco con un grande potenziale…
Gods Will Fall racconta di un gruppo di guerrieri che, stufi delle continue pretese da parte di alcuni dei, decidono di entrare in guerra con le dieci divinità che finora li costringevano ad ubbidire cecamente ad ogni loro ordine. La cutscene iniziale ci mostra questi guerrieri intenti a raggiungere l’isola in cui gli dei vivono, ma durante il viaggio devono affrontare un letale mare in tempesta che fatalmente riduce le navi dei combattenti in briciole.
Solo otto di questi riescono a sopravvivere al naufragio e, nonostante il grande numero di perdite avute ancor prima di iniziare la guerra, decidono comunque di giocarsi il tutto e per tutto e sconfiggere i dieci dei che abitano l’isola. Il tuo compito sarà quello di guidare questa piccola truppa esplorando i dungeon e annientare ogni singolo dio.
Ad ogni partita di Gods Will Fall gli otto giocatori sono generati in maniera casuale e ognuno di loro avrà abilità e specifiche proprie che potranno fare o meno la differenza. In base a queste caratteristiche potrai avere un guerriero agile ma debole, un guerriero lento ma forte oppure una via di mezzo tra i due. Anche la salute a disposizione di ogni personaggio sarà decisa in maniera casuale così come le armi, anche se queste ultime potranno essere raccolte e cambiate nel corso dell’avventura.
Ogni impresa compiuta, tutorial compreso, farà progredire le abilità e i parametri, tra cui salute, forza e velocità, dei protagonisti e regalerà oggetti utili come armi e consumabili. Ogni dungeon però potrà essere affrontato con un solo giocatore alla volta che, una volta entrato nella caverna del dio, non potrà tornare sui suoi passi e nel caso dovesse fallire sarà bloccato in quel luogo fino a quando un altro guerriero non riuscirà a sconfiggere il dio che lo ospita.
Questa caratteristica potrebbe essere intesa come morte permanente ma in realtà questa non è la definizione più azzeccata semplicemente perché i guerrieri dispersi nelle caverne non sono mai persi per sempre ma possono essere salvati in qualsiasi momento, anche se decidessimo di cambiare dungeon e tornare sui propri passi in un secondo momento. Questi otto personaggi dovrebbero essere intesi invece come le otto vite a disposizione che anche se perse possono essere sempre recuperate.
Già solo all’inizio di questa descrizione notiamo elementi appartenenti a diversi generi di gioco ad esempio la generazione procedurale dei giocatori, elemento essenziale dei roguelike, lo sviluppo dei guerrieri e dell’equipaggiamento (anche se generato sempre in maniera casuale), classica meccanica RPG, e molto altro ancora. Ma se volessimo anche un pizzico di stile souls? C’è anche quello.
Si perché quando si perde un giocatore all’interno di un dungeon, il guerriero successivo dovrà ripercorrere i passi fatti dal compagno e ripulire nuovamente il luogo magari già sistemato in precedenza. Insomma per ogni sconfitta si perde qualsiasi progresso fatto dal combattente precedente, un classico elemento in stile soulslike che farà volare fuori dalla finestra molti controller ma che comunque regalerà grandi stimoli ai fan del genere.
Nonostante questi piccoli richiami ad altri generi, l’elemento che ricorre maggiormente in Gods Will Fall è certamente la generazione procedurale che non coinvolge semplicemente la creazione dei personaggi e delle loro abilità ma anche quella dei dieci dungeon, senza però lasciare il giocatore in balia della totale casualità.
Per ogni partita avviata i dieci dei avranno sempre statistiche diverse, garantendo così l’effetto sorpresa ad ogni nuovo inizio, e l’unico modo per capire se un boss sia abbordabile o no è entrare all’interno del dungeon e scoprirlo con i propri occhi. La cosa migliore da fare sarebbe mandare in avanscoperta il più debole del gruppo così da sondare il terreno e valutare se si ha un guerriero abbastanza forte per eliminare il dio in questione.
All’interno della stessa partita ogni qual volta si entra in un dungeon questo può avere un numero di nemici diversi e/o generi diversi, potranno avere più o meno energia o procurare maggiori o minori danni.
Anche i consumabili all’interno cambiano ad ogni accesso, le uniche due costanze sono la potenza dei boss e l’ambientazione. Quest’ultima sicurezza è più che gradita poiché evita di scombussolare il videogiocatore permettendogli di imparare il percorso per arrivare al boss senza dover uccidere tutti i nemici.
Si perché il videogiocatore potrà scegliere se affrontare tutte le creature che gli sbarreranno la strada oppure ignorarli e percorrere tutto il dungeon fino ad arrivare al boss. Sconfiggere tutti i nemici comunque porta ad un vantaggio non da poco. Non avrai power up o armi migliori ma, se deciderai di eliminare ogni singola creatura che abita la caverna, potrai arrivare ad un boss più debole del solito, essenziale soprattutto nelle prime ore di gioco.
Più nemici toglierai di mezzo più l’energia del boss sarà inferiore. Questa è una meccanica di gioco molto originale che mette in condizione di far valutare al giocatore se risparmiare la propria energia, che comunque può essere recuperata se si riesce a concatenare una lunga serie di colpi, e presentarsi di fronte ad un dio con pieni poteri oppure provare a sconfiggere tutti i nemici e indebolirlo a dovere.
I parametri dedicati al vigore del dio sono sempre ben visibili in alto a destra e questi ti faranno capire fin da subito la sua forza così da permetterti di decidere se gettare la spugna alla prima morte e scegliere un altro dungeon oppure continuare nell’impresa consapevoli delle proprie forze. In Gods Will Fall non ci sarà modo di capire in anticipo l’ordine giusto con cui affrontare gli dei, l’unico modo è gettarsi a capofitto e incrociare le dita.
Gods Will Fall – … che ha bisogno di molta più cura
Quelli di cui abbiamo parlato finora sono tutti gli aspetti positivi che ho riscontrato in questo titolo. Se dovessimo finire qui la recensione allora avremo tra le mani un gioco che potrebbe conquistare a mani basse un bell’8 su 10, però le buone idee e un ottimo mix di diversi generi messi insieme non bastano a fare di Gods Will Fall un buon gioco.
Il lavoro svolto da Clever Beans su Gods Will Fall è purtroppo vanificato da sostanzialmente tre aspetti, in piccola parte da un comparto grafico poco curato e da una trama quasi inesistente, in grandissima parte invece da un combat system completamente da rivedere.
Sul primo aspetto a mio avviso si può anche sorvolare e quindi giustificare la piccola casa sviluppatrice che dovrebbe puntare tutto sul gameplay piuttosto che sul comparto grafico. Ormai lo stile low poly è sempre più adottato da molti sviluppatori, soprattutto quelli minori, che per poter competere con le software house più prestigiose non possono far altro che creare meccaniche di gioco e gameplay originali tralasciando per forza di cose l’aspetto grafico.
Gods Will Fall comunque ha sicuramente bisogno di più dettagli ambientali, soprattutto nei dungeon, e molti dei meritavano certamente maggiore cura poligonale.
Riguardo la trama, per quanto possa essere rilevante in un gioco del tutto procedurale, i ragazzi di Manchester avrebbero comunque potuto fornire qualche dettaglio in più. La storia dell’umanità non è per niente approfondita, non sappiamo che rapporto avevano gli umani con gli dei né tanto mento qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e scatenato questa guerra.
A parte con qualche misero indizio sparso qua e là, anche la storia degli dei non viene raccontata quasi per niente. Il passato degli dei non viene minimamente menzionato e non sappiamo neanche che ruolo avevano fino a poco prima della guerra, tutto quello che ci dice Gods Will Fall è che questi sono esseri malvagi che devono essere sconfitti.
Le uniche informazioni che abbiamo ci saranno svelate solo poco prima di entrare in un dungeon, ma queste non riguardano tanto il dio che si vuole affrontare ma le paure o le vicende di uno degli otto personaggi che in qualche modo ha avuto a che fare con il dio in questione.
In realtà non fornisce alcuna informazione utile al giocatore, è solo un escamotage per incrementare o diminuire le statistiche del guerriero coinvolto, quindi non arricchisce la trama di gioco.
Spada alla mano, non ci siamo
In Gods Will Fall quindi abbiamo a disposizione otto personaggi casuali, ognuno dei quali può impugnare diverse tipologie di armi, spade, lance, mazze, martelli e doppie armi. Durante il percorso i nostri eroi riusciranno non solo a sviluppare le proprie caratteristiche e abilità, ma anche trovare armi migliori, classificate in base ad una valutazione da uno a quattro stelle.
Per ogni arma equipaggiata dovrai adattarti al suo stile di combattimento, se per esempio dovessi maneggiare una lancia dovrai adottare maggiormente il combattimento a distanza piuttosto che il corpo a corpo, situazione opposta nel caso dovessi equipaggiare una spada.
A prescindere comunque dall’arma scelta, in Gods Will Fall potrai fare attacchi standard e pesanti, attaccare in volo, schivare l’arma dell’avversario con uno scatto o contrastarla grazie all’ausilio dei perry. Si ci sono i perry e con la presenza di quest’ultima meccanica di gioco, il combat system di Gods Will Fall potrebbe dare l’impressione di essere accattivante, ma allora perché è il suo punto più debole?
Joypad alla mano il tutto risulta troppo legnoso, grezzo e molto impreciso. Ad esempio la mancanza del sistema di agganciamento bersaglio è una grave mancanza. In un gioco in cui ogni vita è preziosa, in cui tutto è affidato al caso (ogni nuovo dungeon è un salto nel vuoto) e in cui per ogni sconfitta si riparte sempre da zero, il giocatore ha bisogno di un gamepay ben solido e studiato di cui fidarsi.
Anche la quasi inesistenza della parata è un grande punto a sfavore. Ci sono scudi da poter raccogliere ma in realtà questi sono dei semplici consumabili che riescono a resistere agli attacchi dei nemici solo per alcuni secondi e se sarai fortunato ne troverai uno per ogni dungeon.
Questa è una lacuna grave perché alcuni attacchi dei nemici, evidenziati da un’aura, non possono essere deviati con il perry, quindi sarai costretto inevitabilmente ad utilizzare la schivata, affidandoti alla poca reattività di risposta dei comandi di cui purtroppo Gods Will Fall ne risente, anche se non in maniera grave.
Il problema maggiore di Gods Will Fall comunque si presenta una volta superato lo scoglio dei primi due dungeon, da lì in poi tutte le tue skill da videogiocatore puoi rimetterle tranquillamente in tasca. Si perché durante la prima ora di gioco dovrai impegnarti nello sconfiggere i primi due dei a causa della completa inesperienza dei tuoi guerrieri, tant’è che inizialmente è sempre bene approfittare della morte di un guerriero per far scattare la voglia di vendetta negli altri, ma in seguito tutto il resto è in discesa.
Una volta raggiunti dei valori un po’ più alti rispetto all’inizio del gioco, subire più attacchi del normale non procurerà gravi problemi, inoltre con un’arma pesante di alto rango è possibile eliminare qualunque nemico con pochi colpi, anche gli dei.
Con questi basterà sempre puntare sul copro a corpo e ignorare gli attacchi ricevuti, infatti sarà sufficiente mandare a segno pochi colpi per cominciare a riempire la barra della salute e assicurarsi la vittoria. Inoltre questi non sono dotati di una fantastica IA, addirittura alcune volte potrà capitare di vedere il dio girare su sé stesso tentando di colpirti a vuoto.
Con questo non dico che Gods Will Fall sarà un gioco da ragazzi, è ovvio che potrà capitare di perdere due o tre guerrieri tentando di sconfiggere un dio o magari solo tentando di arrivarci, però alla fine il titolo potrà essere completato in 5 ore, forse anche meno.
Insomma tutti i buoni propositi di Clever Beans vengono meno a causa del suo sistema di combattimento che alla lunga stancherà il videogiocatore soprattutto a causa degli scontri molto ripetitivi e a causa della troppa facilità una volta sviluppati uno o due guerrieri a disposizione. Se avessero creato un combat system più complesso e una difficoltà più competitiva probabilmente avrebbe fatto parlare di sé.
Conclusioni
Nonostante tutto Gods Will Fall va preso come un’ottima base di partenza per gli sviluppatori di Clever Beans, le buone idee ci sono ma la sostanza manca. Per un possibile secondo capitolo i punti da rivedere sono il combat system in primis e poi anche la trama di gioco e la veste grafica, il resto va bene così ma finché questi tre elementi, o almeno il primo, non vengono migliorati allora è meglio lasciar perdere.
Il comparto audio si può dire che non è pervenuto. La colonna sonora è completamente assente, gli unici suoni provengono dagli elementi ambientali e dal movimento dei vari personaggi che sono comunque veritieri anche se non sono dotati di un buon sorround. Forse l’unico elemento degno di nota è la voce narrante che racconta le vicende degli otto eroi, il problema è che lo fa in una lingua forse mai esistita.
Gods Will Fall è disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X, Nintendo Switch, Google Stadia e PC via Steam ed Epic Games Store.