Benvenuto nella puntata numero #26 della nostra rubrica Player One. La scorsa volta la nostra redazione ha parlato di Dirk the Daring mentre oggi ti narrerò le gesta di Aloy, la protagonista della mastodontica opera di Guerrilla Games: Horizon Zero Dawn.
Un motivo valido che mi ha spinto a parlare oggi di Aloy è il desiderio di commemorare la scomparsa di due illustri membri della software house olandese: Mike Nash, il genio creativo che ha inventato il design delle macchine (scomparso quest anno) e Patrick Munnik, lead producer del gioco che ci ha lasciato nel 2019.
Il mondo dei videogiochi sarà eternamente grato a queste due menti che insieme al resto del team hanno dato vita a un titolo di altissimo valore.
Questo articolo sarà diviso in due parti:
- Parte 1: qui ti racconto la storia di Horizon Zero Dawn prima della nascita di Aloy
- Parte 2: ti narrerò la vita della protagonista
Anche se questo articolo è mirato essenzialmente al personaggio, è necessario che io ti spieghi tutto il meccanismo narrativo prima della sua nascita poiché in questo titolo il passato e il presente sono in simbiosi e se dovessi raccontarti la storia senza fare questa distinzione, potresti avere un po’di confusione durante la lettura.
Parte 1: L’operazione Zero Dawn
Siamo nella seconda metà degli anni 2000 (più precisamente a partire dal 2064) e l’umanità gode di uno sviluppo tecnologico strabiliante, trainato principalmente dalla multinazionale Faro Automatic Solutions. La società, fondata da Tedd Faro, è nata per sostenere l’uomo in tutti gli aspetti della sua vita attraverso l’aiuto delle macchine.
I robot svolgevano tutte le mansioni possibili come servizi casalinghi oppure effettuavano lavori per il bene comune come la pulizia dei luoghi pubblici e della natura. Le macchine della Faro hanno due peculiarità che le contraddistinguono da qualsiasi altro robot progettato da competitor:
- Sono capaci di autoriprodursi (quindi il processo di produzione delle nuove macchine è come se fosse automatico)
- Possono vivere attraverso la nutrizione e l’elemento che le permette di rimanere in “vita” è la biomassa
Per biomassa intendo tutto ciò che è organico pertanto sono inclusi i 5 regni degli esseri viventi, ossia gli animali, le piante, i funghi, le monere e i protisti (queste ultime sono gruppi di esseri viventi unicellulari come i batteri ma hanno delle differenze che non spiegherò qui).
A un certo punto la Faro entra nell’industria militare ed è lì che la società vive un periodo di massimo splendore economico. Infatti sono stati stretti accordi con la maggior parte dei governi più potenti del mondo, ai quali sono stati forniti armamenti di ogni tipo.
Il glorioso cammino della Faro Automatic Solutions ha una brusca frenata perché improvvisamente le macchine non rispondono più ai comandi degli uomini e iniziano a diventare pericolosissime. Uccidono molti dei loro padroni e consumano biomassa senza limiti, danneggiando seriamente l’ecosistema mondiale.
Questo tragico scenario viene definito “Piaga di Faro” e per cercare di riparare i danni, il proprietario dell’azienda contatta Elisabet Sobeck, la donna scienziato più brillante del mondo. La donna è stata un importante asset per la multinazionale ma quando la Faro è entrata nell’industria militare, ha deciso di uscire per non sporcarsi la coscienza.
Il problema è che non esiste una soluzione alla piaga, l’umanità è destinata a estinguersi nel giro di pochi mesi. Però ciò che si può fare è ricreare la vita attraverso delle intelligenze artificiali ma questo processo richiede secoli per essere realizzato.
Così la Sobeck inventa l’operazione Zero Dawn, con l’obbiettivo di salvare la vita umana in una prospettiva a lungo termine. Il problema di questo piano era l’imminente morte di tutta la popolazione terrestre che in qualche modo doveva essere avvisata della catastrofe.
Per affrontare questo problema i membri della Faro inventano una bugia che chiameranno “Progetto Vittoria Eterna“: al pubblico viene detto che la Sobeck progetta delle super armi per eliminare definitivamente le macchine e per far ciò ha bisogno che la popolazione scenda in battaglia per cercare di temporeggiare.
Di fatto mentre civili e militari cadono come i tasselli di un domino, Elisabet lavora su un’intelligenza artificiale chiamata “Gaia”, il cuore dell’operazione Zero Dawn. Gaia è la Madre Natura artificiale, in grado di ricreare la vita dal nulla e per fare ciò ci sono 9 programmi di supporto. Vediamo insieme quali sono:
- Etere che deve ripulire l’atmosfera
- Artemide, la responsabile della ricreazione del regno animale
- Demetra, da cui rinasce la flora
- Ilizia, la madre degli esseri umani
- Apollo, incaricato di istruire gli umani con la cultura e la storia dei loro antenati
- Efesto che creerà i calderoni utili per la creazione di nuove macchine
- Minerva, la quale avrà i codici di disattivazione delle macchine della Faro
- Poseidone che decontaminerà il mare
- Ade
Ade svolge un ruolo molto importante in questo progetto. Il suo compito è quello di distruggere tutto nel caso in cui Gaia dovesse compiere degli errori nell’implementazione dei suoi algoritmi. Questo significa che Ade è il cancellino che fa tabula rasa di ciò che si scrive su una lavagna.
Per realizzare il progetto di Elisabet Sobeck vengono convocate tutte le menti più geniali della terra, che si troveranno di fronte a tre scelte:
- Lavorare in un bunker protetto al progetto Zero Dawn e passare lì gli ultimi giorni con le loro famiglie
- Andare in carcere, poiché sono venuti a conoscenza di informazioni sensibili
- Eutanasia, per andarsene dal mondo non accettando l’idea di lasciare all’oblio l’umanità contemporanea e ritrovare la pace
Il bunker in cui gli scienziati volontari lavorano è quasi irraggiungibile e si chiama “Gaia Prime“. Purtroppo il portone del bunker ha un difetto e c’è uno spazio aperto che permette la fuoriuscita di segnali che possono essere captati dalle macchine.
Elisabet Sobeck si offre volontaria per ripararlo e sacrificarsi per il bene della vita. Dopo la morte della donna, Tedd Faro decide di far uccidere tutti gli scienziati del progetto. Il suo scopo è quello di cancellare Apollo poiché crede che se gli uomini scoprissero il passato dei loro antenati, potrebbero rifare gli stessi errori.
Nei primi 200 anni dell’operazione Zero Dawn, Minerva disattiva i robot di Faro e successivamente vengono ricreate delle nuove macchine grazie a Efesto (le sue macchine sono quelle del mondo di gioco). Dopo circa 100 o 200 anni viene ricreata l’umanità, che si sviluppa per oltre 600 anni.
Gli esseri umani vengono generati all’interno di celle speciali e nel corso dei primi 20 anni di vita vivono all’interno di esse (secondo il programma avrebbero dovuto essere gestite anche da Apollo ma dato che è stato distrutto, essi vivono nella stessa condizione degli uomini delle caverne)
Un difetto all’interno dell’algoritmo attiva il comando di Ade ma in realtà le operazioni di Gaia stanno procedendo a buon fine. Così Ade si risveglia e segue il protocollo di distruzione di massa ma viene fermato da Gaia, la quale si suicida per evitare un secondo sterminio.
Inizialmente le macchine non erano avverse agli esseri umani poiché erano controllate da Gaia ma dopo il suo suicidio sono impazzite come qualche secolo prima e diventano nuovamente i peggiori nemici degli uomini.
Prima che Gaia si autodistruggesse ha creato un essere umano con lo stesso codice genetico di Elisabet Sobeck, al fine di permettergli l’accesso alle aree del Gaia Prime e ripristinare il programma di Zero Dawn e arrestando l’inutile minaccia di Ade.
L’uomo, anzi la donna, che porta con sé il DNA della scienziata è Aloy.
Parte 2: Aloy
Ed eccoci qua, adesso possiamo finalmente concentrarci sulla nostra star. Aloy, sin dalla tenera età, viene rilasciata da Gaia nel mondo reale anziché nella cella. Madre Natura fa in modo che la bambina sia cresciuta da qualcuno e quello è Rost.
La tribù in cui la ragazza si ritrova a vivere è quella dei Nora ma dal punto di vista sociale è in una condizione parecchio scomoda: nella gerarchia della popolazione del mondo di Horizon esistono i cosiddetti emarginati, ossia persone che vengono esiliate dalla comunità e non hanno il diritto di interagire con gli altri membri della società e devono vivere in solitudine.
Rost è uno di essi e di conseguenza anche Aloy è un’emarginata. La ragazza, intorno ai 10 anni, cade in un burrone e ritrova un oggetto strano, chiamato focus: questo gadget le permette di migliorare la prestazione dei suoi 5 sensi analizzando il percorso dei nemici e gli eventuali punti forti e deboli.
Il focus ha altre potenzialità ma queste due sono le più importanti in assoluto. Quando si ricongiunge con Rost, quest ultimo si preoccupa del fatto che la ragazzina indossi il focus dato che considera tutto ciò che è tecnologico diabolico perché nella cultura di quell’epoca la tecnologia equivale alle macchine nemiche.
Nonostante i tentativi di persuasione, Rost non sottrae il focus alla ragazza. In quest’occasione la protagonista gli chiede informazioni sulle sue origini ma il padre adottivo non sa la risposta e a tal proposito le dice che l’unico modo per sapere di più sul suo passato è integrarsi nella tribù dei Nora e liberarsi dal marchio d’emarginata.
Le matriarche della tribù, secondo Rost, sanno qualcosa sulle origini della ragazza. L’unico modo per riuscire nell’impresa è quello di partecipare a una gara chiamata “Gara degli Audaci“.
Passano gli anni e Aloy diventa adulta e partecipa alla gara, vincendola. Non fa in tempo a festeggiare per la vittoria che viene attaccata da un gruppo di estremisti che fanno parte della setta dell’ “Eclissi”, i cui membri lodano una divinità chiamata Ade (non ti sembra familiare?).
L’eroina viene salvata da Rost, il quale si sacrifica per lei. La ragazza si butta in un burrone per sfuggire all’esplosione causata dal leader dell’ Eclissi, Helis. Ella si risveglia all’interno della Montagna Sacra, poiché è stata accudita dalle matriarche.
Qui Aloy trova una parte delle risposte che cerca. La matriarca la porta dinanzi a una porta speciale e le dice che quando la ragazza era appena nata, la trovarono lì e la diedero a Rost (ecco perché Rost le ha detto che le matriarche hanno delle risposte). La matriarca fa intendere che le origini della ragazza sono tutt altro che comuni, bensì divine e la nomina Cacciatrice concedendole il diritto di esplorare il mondo e riunire i pezzi del puzzle sul suo passato.
Inizia così l’avventura di Aloy e adesso ti parlo di un altro personaggio che funge da anello di congiunzione tra Aloy e il mistero delle macchine: Sylence.
Quest uomo è un Ulisse, cioè è affamato di conoscenza e vuole a tutti i costi scoprire ciò che è successo nei secoli passati (ti ricordo che Apollo è stato eliminato, quindi gli uomini del “presente” non hanno la più pallida idea di cosa sia successo prima di loro).
A questo proposito aiuta Aloy nelle sue indagini. A un certo punto la ragazza viene catturata dall’Eclissi e viene incarcerata in una specie di Colosseo in cui deve affrontare una macchina pericolosissima, senza l’aiuto del suo amato focus.
Durante la lotta interviene Sylence, liberandola e successivamente l’uomo le racconta il suo passato: Sylence ha ritrovato Ade e lo ha riparato in cambio della conoscenza della storia dell’umanità e ha dato vita alla setta dell’Eclissi. Più tardi si pente dei suoi errori e decide di lasciare il movimento e con Aloy ha la possibilità di riparare ai peccati che ha commesso.
Così Sylence aiuta Aloy a penetrare all’interno di Gaia Prime e qui scopre tutto in merito al progetto Zero Dawn. Inoltre le prepara gli strumenti necessari per sterminare Ade e si preparano per la battaglia finale, coinvolgendo tutte le tribù del mondo di gioco.
Nella lotta finale viene debellata l’Eclissi e Aloy uccide Helis. Dopodiché viene arrestata l’onda omicida delle macchine di Ade e grazie ad Aloy, l’umanità si salva. Dopo la gloriosa battaglia, la ragazza va a ritrovare il corpo di sua madre Elisabet e si commuove quando sente l’ultima registrazione della scienziata in cui parla di come dovrebbe essere un figlio per lei.
Curioso. Coraggioso. Forte e determinato. Ma anche compassionevole e con un animo nobile al punto da cercare di curare il mondo. Aloy ha tutte queste doti, mamma Elisabet da qualche parte è sicuramente orgogliosa delle gesta della sua lontana figlia.
Sylence e Aloy: cosa può succedere in futuro?
C’è un “ma”. Sylence in realtà salva nuovamente Ade e nella scena finale lo vediamo davanti a un’enorme macchina da guerra, di grandezza superiore rispetto ai bestioni incontrati da Aloy. Ciò significa che l’uomo è il vero villain della vicenda ma ancora non si capisce il perché del suo doppio gioco con Aloy.
Questo significa che l’Ulisse delle avventure di Aloy non ha ancora raggiunto i suoi obbiettivi ma non possiamo ancora dire nulla di ufficiale poiché le risposte a questi dubbi si trovano nella prossima avventura: Horizon Zero Dawn 2 Forbidden West.
Ti ringrazio per aver seguito questa puntata di Player One e spero che sia stata di tuo gradimento. Alla prossima!