Dying Light 2, sequel del titolo survival horror Dying Light (2015), è stato annunciato durante l’ormai lontano E3 2018. A quasi tre anni di distanza lo sviluppo di quest’opera della casa videoludica polacca Techland sta affrontando un periodo piuttosto travagliato: al di là del rinvio a data da destinarsi della release prevista addirittura per la primavera del 2020, il team a lavoro su Dying Light 2 ha visto le dimissioni di Pawel Selinger, sceneggiatore capo e direttore artistico.
Selinger sarebbe stato solo uno dei numerosi collaboratori di Techland insofferenti a quelli che secondo alcune fonti sarebbero i metodi di gestione del CEO della software house, Pawel Marchewka, giudicati eccessivamente autocratici.
Un altro caso eclatante in questo senso sarebbe quello di Marc Albinet, game director con alle spalle la regia di titoli quali Assassin’s Creed: Unity di Ubisoft. Secondo alcuni insider, Albinet, sebbene sia ancora coinvolto nello sviluppo di Dying Light 2, rimarrebbe tutt’ora spesso inascoltato dal management di Techland nonostante gli oltre trent’anni di esperienza nel mondo del game design e il motivo stesso per cui è stato assunto: rivoluzionare il modo di fare design di Techland.
A fomentare i cori di dissenso verso le scelte gestionali di Marchewka c’è anche la vicenda di Pawel Zawodny. Questi, dopo aver diretto lo sviluppo del primo Dying Light, consapevole dei rallentamenti che lo sviluppo di quest’ultimo aveva subito a causa in tutte le fasi dell’utilizzo del motore grafico di proprietà di Techland, Chrome Engine, aveva proposto di iterare Dying Light 2 dapprima su un engine più diffuso per poi ritornare su Chrome Engine. Tale suggerimento, tuttavia, ancora una volta non ha incontrato l’assenso del management. Questo è probabilmente il motivo per cui ora Zawodny dirige la sede di Breslavia di CD Projekt Red.
Marchewka, dal canto suo, difende a spada tratta i metodi lavorativi adottati finora da Techland, insistendo che le idee da implementare in Dying Light 2 sono tante e tutte molto interessanti ma che “solo quelle migliori e più coerenti con la visione del progetto saranno effettivamente implementate nel nostro gioco“. Resta ora da vedere quanto lavoro di squadra ci sia dietro la ‘visione del progetto’ menzionata dal CEO di Techland.
Sulla data di uscita certa di Dying Light 2 c’è ancora silenzio, ma se vuoi approfondire altre vicende legate al suo sviluppo e a Techland, ti propongo, se non l’hai già letto, questo nostro articolo.