Urtuk: The Desolation, titolo indie sviluppato da un’unica persona, è finalmente uscito da un early access durato oltre un anno, portando a termine uno sviluppo che ha richiesto complessivamente sei anni. Si tratta di un rpg tattico open world con elementi survival di ambientazione low fantasy sviluppato da un’unica persona, lo slovacco David Kaleta, il quale si cimenta per la prima volta nel game development indipendente avvalendosi della sua ultradecennale esperienza come programmatore maturata presso diverse aziende prestigiose tra cui Hewlett-Packard.
Nell’oscuro mondo di Urtuk: The Desolation ci troveremo a guidare un manipolo di fuggitivi nei panni del mutante Urtuk, che dovremo far sopravvivere attraverso lande sterminate infestate da nemici, la sconfitta dei quali sarà necessaria onde aumentare il nostro livello. Oltre alle abilità di Urtuk e compagni, potremo anche sfruttare l’ambiente a nostro vantaggio, utilizzando ostacoli naturali quali scogliere o rovi come alleati per le nostre tattiche.
Tra l’early access e la versione completa i cambiamenti e le aggiunte sono stati molto numerosi, dall’introduzione di nuove meccaniche a nuove missioni, passando per inedite sezioni di mappa e rinnovati livelli di difficoltà.
La particolarità più evidente del gioco è costituita dall’estetica, che risulta particolarmente ispirata. Secondo la sua pagina di Steam, Urtuk: The Desolation è “completamente disegnato a mano, da personaggi, mostri ed oggetti a mappa del mondo e campi di battaglia“. David Kaleta sembra proprio voler ribadire l’ancora eccessivamente opinato status artistico dei videogiochi.
Le valutazioni di Urtuk: The Desolation, almeno su Steam (il titolo è disponibile anche su GOG e Itch), sono tanto numerose quanto positive: si registra una percentuale di gradimento del 88% sulle recensioni più recenti che sale al 94% cumulativo. Un risultato notevole se si considera che si tratta di un lavoro portato a termine da una sola persona. Chissà? Urtuk: The Desolation potrebbe essere un punto di partenza per la Slovacchia onde accostarsi alle cugine Polonia e Repubblica Ceca come patria di ottimi titoli videoludici (sebbene, a onor del vero, esistano già un bel numero di produzioni slovacche, tra cui la serie di simulatori di dogfight Air Conflict).