The Sinking City è un gioco investigativo di genere action-adventure ambientato in un mondo ispirato all’universo di H.P Lovecraft. Lanciato nel giugno 2019 (per saperne di più, puoi leggere la nostra recensione), è tornato recentemente alla ribalta non solo per il debutto in versione PlayStation 5 e Steam, ma anche per le pesanti accuse mosse dallo sviluppatore Frogwares nei confronti del publisher francese Nacon.
Con un lungo post pubblicato sul sito ufficiale, lo sviluppatore indipendente ucraino ha spiegato passo per passo cosa è successo, dichiarando esplicitamente come Nacon avrebbe letteralmente prima rubato e poi pubblicato illegalmente il gioco su Steam.
I rapporti difficili tra Frogwares e Nacon: tra problemi contrattuali e presunti tentativi di furto
La storia completa, esplosa soltanto recentemente, ha le sue radici già nel periodo di lancio di The Sinking City, avvenuto il 27 giugno 2019. Il contratto stipulato tra Frogwares e Nacon prevedeva infatti anche la commercializzazione di una versione per piattaforma Steam, ma tra mancati pagamenti e tentativi di furto dell’IP, lo sviluppatore si è rivolto alla giustizia francese per difendere la sua proprietà, come è stato spiegato con una lettera pubblica diffusa lo scorso agosto.
La battaglia legale ha portato Nacon a richiedere, tramite i suoi avvocati, una nuova versione master del gioco: i tribunali francesi, tuttavia, hanno respinto la richiesta nel luglio del 2020 e poi in appello nel mese di ottobre dello stesso anno. La decisione finale, come spiega Frogwares, verrà ulteriormente esaminata ma per un verdetto potrebbe essere necessario attendere mesi se non addirittura anni.
Il caso si infiamma ulteriormente lo scorso 26 febbraio, quando una nuova versione di The Sinking City è stata lanciata su piattaforma Steam e poi rimossa. La situazione ha colto di sorpresa lo sviluppatore che, forte del giudizio in appello, non aveva mai preparato né soprattutto fornito il gioco: ma, in fondo, Frogwares si aspettava una mossa del genere.
Il 28 dicembre 2020, Alain Falc, CEO e proprietario di Nacon, aveva avvertito lo studio per iscritto di avere 48 ore per fornire il nuovo file master per Steam, altrimenti sarebbero state utilizzate tutte le soluzioni disponibili per legge e all’interno del contratto. In realtà, quello che avrebbe semplicemente fatto lo sviluppatore francese è stato acquistare una versione di The Sinking City tramite il sito Gamesplanet, apportare un paio di modifiche e pubblicarla su Steam.
Frogwares accusa quindi pubblicamente Nacon di aver richiesto ai suoi dipendenti, nella persona del presidente Alain Falc, di crackare, hackerare e infine piratare il suo gioco, modificando addirittura i contenuti per poterlo pubblicare a suo nome. Di seguito, ecco alcune delle prove raccolte dallo studio ucraino.
Le prove di Frogwares che mostrano la versione piratata di The Sinking City
Stando a quanto spiega lo sviluppatore, basta scaricare la versione pubblicata da Nacon per accorgersi subito di alcune importanti differenze rispetto il gioco originale:
1) Il logo Nacon è stato sostituito a quello originario di Gamesplanet, che resta comunque un licenziatario ufficiale di Frogwares;
2) La schermata di caricamento è stata modificata: anche qui il logo Gamesplanet è stato rimosso;
3) Il menu principale mostra tre importanti difformità:
– la pubblicità dedicata al primo capitolo di Sherlock Holmes non è presente;
– La dicitura che menziona la piattaforma di distribuzione Gamesplanet, presente in basso a destra, è stata rimossa;
– il menu originale offre una opzione chiamata “Play More”, qui assente.
Adesso vediamo il tutto con delle immagini.
Questa è la schermata di caricamento originale:
Questa è invece la stessa senza il logo di Gamesplanet:
Passiamo dunque al menu principale, questa è la versione originale:
E passiamo allora alla build pubblicata da Nacon:
Come detto in precedenza, è possibile notare l’assenza della pubblicità in basso a sinistra, del riferimento a Gamesplanet sulla destra e del pulsante “Play More”, che rappresenterebbe a sua volta un’ulteriore prova schiacciante.
Questa opzione riconduce infatti a contenuti dinamici che sfruttano dei collegamenti a server esterni: in soldoni, è un modo abbastanza usuale di fare un check online della licenza, per controllare che la versione utilizzata del gioco sia in regola e che non abbia eventuali backdoor che possano compromettere la sicurezza dei sistemi di gioco degli utenti.
Come è riuscita quindi Nacon ad andare oltre il sistema di protezione? Modificando sia l’eseguibile del gioco, sia i file di configurazione presenti all’interno dei pacchetti. Lo scopo di tutto questo, secondo lo sviluppatore, sarebbe quello di nascondere lo sfruttamento fraudolento di The Sinking City e poterlo pubblicare quindi non solo su Steam, ma anche su altre piattaforme di distribuzione online.
Frogwares ha esaminato nel dettaglio la versione pubblicata il 26 febbraio scoprendo che i nomi e la struttura delle cartelle sono uguali a qualsiasi versione realizzata effettivamente dallo sviluppatore: tuttavia, non solo l’eseguibile ha una dimensione diversa rispetto tutti quelli originali, ma i pacchetti complessivi hanno un “peso” di 17 GB.
Il tutto corrisponde con le versioni create da Frogwares nell’estate del 2020 con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del gioco tramite un nuovo metodo di compressione. Prima di questo però, l’unica versione per PC disponibile sul mercato e pubblicata su Epic Game Store era di circa 30 GB.
Nacon aveva quindi un unico modo per poter effettuare qualsiasi cambiamento: decompilare o hackerare il gioco sfruttando una chiave segreta di decrittazione creata proprio da Frogwares, dato che l’intero archivio era protetto da un sistema di crittografia Epic Unreal Engine. Lo sviluppatore precisa che un’operazione del genere è hacking a tutti gli effetti e se tutto questo ha lo scopo di rubare un prodotto e commercializzarlo siamo di fronte a un episodio di pirateria.
Non è semplice: per far questo bisogna coinvolgere esperti con competenze di alto livello e che conoscano praticamente alla perfezione il sistema Unreal Engine. Nacon è riuscita a ottenere la chiave di crittografia, e di questo Frogwares porterà presto le sue prove in tribunale, accedere ai file di configurazione e modificarli per i suoi scopi.
Ma è proprio questo file a dare manforte alle accuse dello studio, dato che conferma che si tratta di una versione commerciale proveniente dal sito Gamesplanet, come mostra l’immagine seguente:
E c’è di più. Quella piratata da Nacon è la versione “Deluxe” di The Sinking City che include contenuti sviluppati postumi al lancio originale del gioco. Si tratta di contenuti che non sarebbero stati pagati dal publisher francese, né sarebbero mai state intavolate trattative per essi. Oltre al danno, la beffa: l’edizione pubblicata su Steam include materiale che, in ogni caso, pare non fosse previsto da contratto.
Chi c’è dietro la versione pirata di The Sinking City
La vicenda ha un ultimo tassello fondamentale da svelare e anche qui Frogwares riesce ad essere particolarmente precisa: lo studio che si è effettivamente occupato della realizzazione di questa build presumibilmente contraffatta.
Il client di Steam permette infatti di risalire alle persone che lavorano con i file master dei giochi pubblicati. In questo caso, dopo qualche ricerca, lo studio scopre che si tratta di Filip Hautekeete, fondatore e amministratore delegato di Neopica, sviluppatore belga che ha lavorato a titoli come Hunting Simulator, FIA Euro Truck Racing Championship e un’altra sessantina di giochi.
Tutti gli ultimi prodotti di Neopica sfruttano il motore grafico Unreal Engine, proprio come The Sinking City.
La difesa di Nacon: è stato fatto tutto come da contratto
In una storia così complicata e dai risvolti parecchio gravi, è corretto anche sentire la voce della parte accusata, che si difende e anzi rilancia con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale.
Nacon spiega di essere, da contratto, il distributore esclusivo di The Sinking City su Steam. Il publisher francese aggiunge di aver contribuito allo sviluppo del gioco per una cifra che, incluse le royalties, raggiunge oggi gli 8.9 milioni di euro. Contrariamente alle accuse di Frogwares, il pagamento sarebbe già stato effettuato per intero.
Nacon passa al contrattacco specificando che lo sviluppatore dichiara il falso solo per sottrarsi all’obbligo di consegnare una versione master del gioco pensata per Steam, cercando persino di risolvere il contratto. La Corte d’Appello di Parigi, però, ha ritenuto questo comportamento illegale e ha obbligato Frogwares a fare tutto il possibile per rispettare i termini previsti dall’accordo.
Il publisher ha provato quindi più volte a far rivalere questo diritto, senza tuttavia avere successo: per questo motivo, sarebbe stata applicata una clausola che permetterebbe la consegna e il riadattamento del gioco a una terza parte. Nel frattempo, sempre secondo Nacon, lo sviluppatore ha tentato di pubblicare in maniera autonoma il titolo, senza ovviamente menzionare i francesi come editori.
Nacon si dice sicura di essersi comportata correttamente sia nei confronti dei giocatori, che dello stesso studio ucraino, che continuerà a ricevere le royalties pattuite da contratto. Ciò non toglie che adesso sia l’editore ad accusare Frogwares di sabotaggio, dato che ha invitato gli utenti a non acquistare il gioco spingendo anche alla rimozione dello stesso dalla piattaforma.
Nacon conclude annunciando di riservarsi il diritto di intraprendere azioni legali contro gli sviluppatori per i suoi commenti definiti aggressivi e pregiudizievoli e che peraltro non avrebbero svelato tutta la verità su quelle che sono al momento le pendenze in corso in tribunale, dove tutte le decisioni al momento sarebbero a favore del publisher.