Questo articolo potrebbe contenere qualche piccolo spoiler sulla demo di gioco, in alcuni passaggi.
Provando la demo di The Fabled Woods, ho avuto l’occasione di toccare con mano questo titolo e in generale sono stata piacevolmente colpita, ma senza l’entusiasmo che mi sarei aspettata. Vediamo come si comporta il nuovo racconto narrativo, atteso per il 25 marzo 2021 su PC e Steam.
Iniziamo con il dire che The Fabled Woods fa parte di un genere, walking simulator (di cui puoi scoprire la genesi nel nostro articolo), che non è apprezzato da tutti. Caratterizzato dall’assenza di azioni e da una profonda esplorazione del mondo di gioco, il titolo di CyberPunch Studios invita il giocatore a meravigliarsi e a godere degli scenari naturalistici che propone, ambientati in una foresta, che fanno da sfondo a una narrazione misteriosa e oscura.
Ora veniamo al dunque: un thriller narrativo ambientato in una foresta… ti dice qualcosa? Sì, un concept trito e ritrito che film e videogiochi hanno proposto fin troppe volte. Se questo è vero, però, è necessario dire che, anche guardando lo stesso quadro mille volte, si scopre sempre un dettaglio nuovo e una prospettiva diversa. Il titolo pur riproponendo un’ambientazione ampiamente utilizzata riesce a catturare l’attenzione.
The Fabled Woods: un gameplay interessante ma non sconvolgente
Se ti aspetti una demo lunga hai sbagliato titolo. La demo di The Fabled Woods è molto breve come del resto probabilmente il gioco stesso. Non è un caso che la descrizione di Steam riporta “short story” e di conseguenza non poteva essere diversamente. In ogni caso, riesce a concentrare in poco tempo gli elementi principali del titolo. Quello che la demo propone è, con molta probabilità, l’inizio della storia e la prima fase di gioco. Una buona parte di esplorazione rivela un’ambientazione naturalistica, davvero piacevole con un comparto audio buono e un’atmosfera immersiva.
Il gameplay pone il giocatore di fronte a due realtà: l’una completamente idilliaca, rappresentata dalla bellezza della foresta e da elementi ambientali quali (sedie, fuochi da campo, barattoli ecc.) perfettamente in ordine, l’altra oscura e brutale. Quest’ultima è rappresentata dalla visuale rossa che è possibile attivare tramite un tasto.
Le due realtà contrapposte presenti nel gameplay, si fondono insieme man mano che il visitatore (ovvero il giocatore) ricostruisce dei ricordi legati alla foresta. La narrazione sembra seguire un filone abbastanza preciso e coerente pur mantenendo molto del suo mistero. In definitiva, quello che il titolo sembra offrire è un’esperienza perfettamente in linea con il genere, senza distinguersi in modo sconvolgente. Nonostante The Fabled Woods non sembri, a primo impatto, distinguersi e rivoluzionare un genere, presenta degli elementi interessati che in qualche modo me lo hanno fatto apprezzare, suscitando in me una buona dose di curiosità.
Un locus amoenus sporco di sangue
A mio parere, la forza di The Fabled Woods è proprio nell’ambientazione mozzafiato e nel suo dualismo. Ad un primo sguardo, passo dopo passo il giocatore scopre una foresta quasi fiabesca e incantata. Gli uccellini cantano, il vento sibila dolcemente, e i fiumi avvolgono con l’incanto del loro suono. Ma in questo perfetto locus amoenus si annida una realtà oscura e terribile, sporca di sangue.
La purezza della natura è contrapposta alla brutalità dell’uomo che riesce a imbrattare una tela immacolata come questa. Il dualismo presente in The Fabled Woods è ciò che ha catturato la mia attenzione, non si tratta solo della solita storia iniziata in un bosco e finita male, ha qualcosa di più profondo e interessante che fa da sfondo alla narrazione.
Chi è Larry?
La narrazione di The Fabled Woods, è guidata interamente da una voce che si rivolge al visitatore/giocatore raccontandogli una storia. Nel momento in cui avviamo la demo, una voce misteriosa ci parla, ma parla a chi? Parla al giocatore ma allo stesso tempo parla al visitatore che rappresenta il giocatore stesso oppure un’altra persona che sembra conoscere. Il risultato è lo sfondamento della quarta parete che ci rende partecipi, forse responsabili (?) dei fatti avvenuti e raccontati dal narratore.
“Un visitatore? Che cosa dico? È passato così tanto tempo da quando ho avuto compagnia… Oh, sei tu… che sorpresa. È insolito che venga qualcuno da queste parti. Avrei dovuto immaginarlo. Dovresti già sapere chi sono, ma, giusto per essere sicuri, il mio nome è Larry. Ero qui per stare più vicino a mio figlio, William. Ogni volta che venivo qui, riuscivo a sentirlo ancora. Se solo potessi dirgli quanto mi dispiace. Ma ora basta parlare di me. Siamo qui per te. Questi boschi nascondono le risposte alle tue domande. Tutto ti sarà presto spiegato. E questa volta, per favore, fa’ attenzione”.
Il giocatore dunque, sembra essere un semplice visitatore capitato lì per caso, e a cui Larry vuole raccontare la storia che coinvolge il figlio, William, in questa foresta. Nonostante tutto sembri lineare come l’acqua che scorre nei fiumi della foresta, il dualismo e la contraddizione sembra nascondersi già, in queste prime parole.
Siamo casuali visitatori, ma Larry fa capire che dovremmo conoscerlo già, e quando dice “questa volta” è come se ci conoscesse. Ma potrebbe essere che il narratore si riferisca al nostro status di visitatore, paragonandoci ad altri che hanno tentato di conoscere la storia e sono finiti male? Questo primo breve monologo apre la narrazione a più direzioni e rende The Fabled Woods piuttosto interessante, nonostante il concept non sia così innovativo.