A qualche settimana dall’uscita di Shoot 1UP DX, lo studio indie Mommy’s Best Games ci ripropone un altro titolo di successo, anche stavolta in versione DX ovvero deluxe: Explosionade DX.
Questo frenetico sparatutto già dal nome promette di essere gustoso; in effetti Explosionade fa pensare ad un miscuglio tra esplosioni e limonata, la bevanda rinfrescante per eccellenza (almeno secondo gli americani).
E quindi, senza troppi preamboli possiamo addentrarci tutto d’un sorso nella recensione di Explosionade DX e scoprire il risultato di questa sua seconda incarnazione.
Da zero a mito
Diversamente da altri titoli di Mommy’s Best Games, Explosionade ha una trama a fare da collante tra i vari quadri, che dà vita a siparietti abbastanza divertenti.
Il protagonista del gioco è un soldato goffo e dall’aspetto vagamente nerd di nome Atticus, che data la sua inadeguatezza al combattimento attivo viene lasciato dai suoi superiori a guardia della propria base, con mansioni da inserviente di basso livello.
Ma proprio questa circostanza costituisce la sua più grande fortuna (forse): mentre vaga per la base, Atticus si imbatte in un prototipi di mech che decide di provare nelle fogne.
Proprio durante il suo girovagare scoprirà che l’invasione aliena che stanno combattendo i suoi compagni è solo un diversivo per una seconda invasione sotterranea, pronta a sconfiggere il genere umano.
Questa trama, tutto sommato esile e scontata, è funzionale a una serie di divertenti siparietti tra Atticus e il suo superiore che dopo un’iniziale diffidenza vedrà nel soldato sovrappeso l’unica arma a sua disposizione per sconfiggere il nemico.
Per arrivare all’ambito finale, dopo 60 livelli, dovremo affrontare una dopo l’altra delle stanze piene di nemici, che fanno uscire prepotentemente l’anima sparatutto di Explosionade DX. Componente importante, ma non esclusiva nell’economia di gioco.
Il gameplay di Explosionade DX
Come spesso avviene con i titoli di Mommy’s Best Games, infatti, anche in Explosionade DX l’elemento distintivo è dato dal gameplay, chiaro indizio di come dietro una grafica apparentemente rètro si nasconda un cuore modernissimo.
Il mech che comandiamo è dotato di una bocca di fuoco principale, di uno scudo, di lanciagranate e può ancorarsi al suolo per una mira più precisa: a prima vista non sembra nulla di innovativo, ma è come vengono declinate le armi e come possono essere utilizzate a rendere divertente il tutto.
Il mitragliatore principale può essere comandato con l’analogico, in maniera indipendente rispetto al mech, consentendoci di sparare in qualunque direzione. Quanto alle granate, una rapida pressione del grilletto dedicato ci permetterà di usare granate adesive, mentre un tocco prolungato genererà esplosivi rimbalzanti, da usare alla bisogna.
Anche lo scudo si tramuta in un’arma, dal momento che attivato con il giusto tempismo ci consentirà di rispedire al mittente i missili e di rimbalzare sullo schermo schiacciando chiunque ci capiti a tiro; si tratta di un’azione che in realtà è possibile effettuare anche senza scudo, ma in questo caso i rimbalzi saranno più vigorosi e conseguentemente più dannosi. Tutto questo ha tuttavia un costo, dal momento che lo scudo ha una durata limitata prima di scaricarsi e va quindi usato con saggezza.
L’approccio da adottare è totalmente libero: gli sviluppatori si sono impegnati per creare un level design convincente in grado di fare sbizzarrire il giocatore tra salti, esplosioni in ambienti quasi interamente distruttibili e sparatorie senza quartiere.
Come detto, l’elemento sparatutto è importante ma non è l’unico presente. La struttura dei livelli è pensata inserendo elementi platform nonchè, in maniera non troppo invasiva, rudimenti da puzzle game.
Il nostro obiettivo in ogni stanza, di questo si tratta e non di livelli (scelta squisitamente old style) è quello di eliminare tutti i nemici e raccogliere tutti i bonus presenti sul terreno per incrementare il nostro punteggio. Come farlo sta a noi è vero, ma dovremo comunque capire come raggiungere le varie sezioni dei quadri, via via sempre più labirintici.
Potremmo anche decidere semplicemente di andare dritti dall’ingresso all’uscita del livello, solitamente protetta da una sorta di struttura aliena, ma sarebbe poco divertente e non è esattamente il gameplay che gli sviluppatori avevano in mente.
Se l’azione frenetica non ti basta, è possibile in avvio di partita selezionare sia un livello di difficoltà più elevato rispetto a quello normale, sia aumentare la velocità del gioco. Scelta interessante per chi è avvezzo ai bullet hell e vuole mettersi alla prova anche qui.
I livelli scorrono lisci come l’olio, ed è un piacere affrontarli seguendo l’ispirazione del momento su come combattere contro nemici che non avranno una IA sviluppatissima ma sono in grado di mettere in difficoltà il giocatore con i loro salti, cannoni, cambi di direzione e chi più ne ha più ne metta.
In alcuni livelli inoltre ci troveremo ad affrontare alcuni boss, che richiamano alla memoria i grandi classici del passato e che andranno affrontati dopo una breve fase di studio per capirne i punti deboli.
Segnali di Stile
Come per il gameplay, anche il design di livelli nemici nasconde un cuore moderno. Nonostante la grafica realizzata a mano, il livello di dettaglio è molto elevato, specie in questa versione deluxe che beneficia del 4K.
Nel complesso la palette utilizzata è più scura rispetto ad altre produzioni Mommy’s Best Games, scelta giustificata dall’ambientazione sotterranea.
Pur avendo a che fare con tipologie limitate di nemici, e su questo poteva essere fatto un lavoro migliore, e non particolarmente originali visto che combatteremo pipistrelli, sfere dorate, amebe ed esseri che ricordano i Grunt di Halo, le animazioni di ciascuno di essi denotano un lavoro attento da parte degli sviluppatori.
Inoltre in qualsiasi momento potremo attivare una comoda modalità zoom che ci consente di concentrarci su quanto ci circonda oppure di ampliare la visuale, avendo una panoramica dell’intero livello. Utile per capire come procedere.
Gradevole anche il comparto sonoro, con note rock a fare da sottofondo all’avanzare del nostro mech.