Come ormai abbiamo visto con Slay the Spire o con Dead Cells, lo smartphone si presta particolarmente bene ai porting di titoli roguelite, che per loro stessa natura sono adattabili a una fruizione “frammentabile” in partite diverse, più o meno lunghe. Il classico loop di morti e rinascite, infatti, è il modo perfetto di passare i momenti morti o di mettersi alla prova prima di andare a dormire.
Da poco, nella lista dei roguelite presenti su mobile, si è aggiunto Dungeon of the Endless, che propone un interessante mix tra meccaniche ruolistiche, roguelike e tower defense. Tutto in uno. Se bazzichi i post degli appassionati del genere, sai già che il risultato è davvero pregevole. Ma è altrettanto godibile anche sui piccoli schermi? Vediamolo insieme.
La sopravvivenza dopo lo schianto
La trama di Dungeon of the Endless è un pretesto per giustificare le nostre avventure nelle strutture semidistrutte che troveremo. Attraverso un breve video introduttivo, veniamo informati che la nostra navicella è stata distrutta e che alcuni sopravvissuti sono in una capsula di salvataggio diretta verso un pianeta ostile. Dopo essere usciti da questo pod, però, dovranno cavarsela da soli.
Da qui in poi, il gioco non cerca di proporre una trama articolata o della lore degna di nota. In Dungeon of the Endless, in pratica, la narrazione è solo marginale e l’esperienza punta tutto sul gameplay e sulle emozioni che questo può dare.
Roguelike, tower defense, GDR o tutto insieme?
Il mix di Dungeon of the Endless è davvero particolare, dato che mischia tre generi apparentemente molto diversi tra loro. In particolare, esplorare i dungeon generati proceduralmente e, allo stesso tempo, dover difendere qualcosa di statico sembra quasi un controsenso.
In pratica, ogni partita del gioco inizia in una stanza con un cristallo al centro. Da qui, i nostri protagonisti potranno decidere quali stanze esplorare, posizionate ogni volta in modo sconosciuto e staccate tra loro: si apre una porta, si arriva in una stanza, si sceglie quale porta aprire e si esplora di conseguenza.
La scelta di quale porta aprire, apparentemente banale, può invece fare la differenza tra la vita e la morte. Da una parte perché non è possibile sapere cosa ci sarà dall’altra parte (nemici, forzieri con equipaggiamento, mercante, nulla) e dall’altro lato perché ogni nuova stanza deve poi essere difesa.
L’obiettivo di ogni partita, infatti, non è solo quello di trovare l’uscita del piano (e poi del dungeon) ma anche difendere il cristallo che dona energia a ogni stanza. Per questo motivo, aprire troppi passaggi contemporaneamente, può significare aprire delle vulnerabilità nella nostra difesa.
Proprio qui entra in gioco il gameplay da tower defense. Oltre ad avanzare tra le stanze con il nostro team, abbiamo la possibilità di piazzare delle torrette e dei generatori nelle stanze già esplorate. Queste si rivelano vitali per tenere al sicuro il cristallo, ma anche per creare delle migliori condizioni di combattimento. Inoltre, ogni luogo visitato è privo di corrente e sta al giocatore convogliare la limitata energia a disposizione nelle stanze dov’è necessaria, in modo da permettere alle torrette di funzionare.
Oltre alle normali torrette, peraltro, è necessario anche tener conto dei generatori di risorse, necessari per ottenere la valuta da spendere per costruire unità, per salire di livello, per acquistare dai mercanti e molto altro.
L’enfasi del gameplay, di fatto, non è sulla macrogestione dei combattimenti (che sono automatizzati), ma sulla gestione generale del dungeon stesso, della sua corrente, della difesa e del posizionamento del team. Persino l’esito degli scontri, infatti, è pesantemente condizionato da come abbiamo posizionato le difese o da quali strade abbiamo aperto.
In sintesi, Dungeon of the Endless ci mette davanti a un dungeon generato proceduralmente, da esplorare una stanza per volta con un piccolo team. Aprire le stanze, però, vuol dire aprire delle vie per i nemici, che quindi devono poi essere difese con torrette, generatori e con il giusto posizionamento del team. Dopo aver trovato l’uscita di un piano, si passa a quello successivo, fino alla fine del dungeon.
A tutto questo, si aggiunge anche una piacevole componente ruolistica, dato che il giocatore deve gestire personaggi con statistiche diverse, scegliendo quindi come assemblare il team. Inoltre, durante le run è possibile far salire di livello i vari membri del gruppo, equipaggiarli con oggetti vari e gestire i loro punti vita.
Dato che gli scontri sono automatizzati (nemici e alleati si affrontano quando sono nella stessa stanza) la gestione dei membri del gruppo e delle torrette diventa di primaria importanza, soprattutto proseguendo con l’esplorazione. Proprio per questo, è davvero ottima la scelta degli sviluppatori di non inserire la meta progressione che addolcisca la pillola, lasciando al giocatore il compito di migliorare e di capire a fondo le meccaniche.
Dungeon of the Endless si pone quindi come un titolo impegnativo e inaspettatamente profondo, che unisce tra loro meccaniche basilari in un mix unico. Forse gli unici difetti della produzione sono nella ripetitività di fondo e nel poco sviluppo delle singole meccaniche dei sottogeneri, tutte appena accennate e poco rifinite.
Si ma, com’è su mobile?
Se sei entrato nella recensione chiedendoti proprio questo, togliamoci subito il dente: è ottimo. Dungeon of the Endless si presta perfettamente alla fruizione mobile ed è stato adattato ai comandi touch altrettanto bene. Ogni azione specifica può essere eseguita con un semplice tap tra i menù, minimali e facili da navigare, e alcune azioni più frequenti (come dare corrente a una stanza o richiamare il team) hanno input specifici e immediati.
Dopo Dead Cells e Slay the Spire, quindi, un altro ottimo roguelite diventa tascabile. Considerando la media dei titoli disponibili su mobile, Dungeon of the Endless si pone come una piccola perla da acquistare e reinstallare su ogni nuovo telefono. Questa versione, peraltro, include anche tutti i DLC, diventando un’esperienza davver0 completa.
Pixel belli da vedere
Il comparto tecnico di Dungeon of the Endless è identico a quello visto su PC. Siamo quindi di fronte a un titolo che vanta un’ottima pixel art, con sprite e ambienti belli da vedere, effetti di luce convincenti e una resa grafica complessivamente soddisfacente.
Il comparto artistico pecca di un pizzico di genericità, ma resta comunque molto godibile e accattivante per gli appassionai di sci-fi.
Infine, il comparto sonoro fa bene il suo lavoro, con musiche di qualità e con effetti sonori adatti.