Nel 2006 nasce un titolo di cui, sono sicuro, qualsiasi videogiocatore navigato abbia sentito parlare almeno una volta nella sua vita. Le chiacchierate sui videogiochi con i miei amici di vecchia (e nuova) data sono più di una volta finite sul discorso con la frase “ma vi ricordate il periodo di Metin2?”. Nel 2006 fino a tempi più recenti, i free to play non spuntavano qui e la come funghi e quelli che c’erano proponevano una qualità ridicola. Chi per via dell’età aveva pochi soldi e un Personal Computer dalle poche pretese come me, spesso usato per messaggiare su MSN e non pensato per giocare, doveva arrangiarsi.
In uno scenario come questo l’editore Gameforge dominava nel campo dei ftp: Nostale, OGame, Gladiatus, 4Story, Ikariam… Sono sicuro che se a quell’epoca hai avuto un PC, avrai giocato almeno uno di questi titoli. Quello con maggior fortuna nel ventaglio di Gameforge è stato però Metin2, un MMORPG coreano dalla dubbia qualità. Una sorta di World of Warcraft per i poveri, una prima gratuita rampa di lancio per chi voleva addentrarsi nel mondo degli MMO.
L’interazione social come colonna portante di gioco
In effetti la community era piuttosto attiva su Metin2. Giorno dopo giorno conoscevo persone su persone, ero invogliato a comunicare e, nonostante qualche scam ricevuta, l’interazione con gli altri giocatori era continua, costante. Persone che ti “expavano” dagli orchi neri dietro compenso o semplicemente perché gli eri simpatico. Novizi che non si facevano problemi a chiederti una mano e a scriverti in chat privata. Ci si poteva persino sposare, con vere e proprie cerimonie dedicate!
Si potevano incontrare altri giocatori nel mondo di gioco, ma i punti nevralgici in cui socializzare erano i due villaggi, chiamati comunemente dalla community italiana Villo 1 e Villo 2. Se nel secondo villaggio la quantità dei giocatori era limitata e chi ci si recava spesso lo faceva per incontrarsi con altri giocatori o per parlare con gli NPC, la maggior parte del server si concentrava nel “Villo 1”.
Davanti al magazzino era possibile osservare con ammirazione i giocatori più potenti della tua nazione – se ne potevano scegliere ben 3 differenti- e la piazza era gremita di giocatori che commerciavano. Oltre al commercio privato di oggetti, Metin2 offriva una meccanica piuttosto interessante; all’interno della piazza era possibile trasformarsi in un banchetto da commercio e mettere in vendita i propri oggetti preziosi per un prezzo più o meno competitivo.
In questo modo potevi andare AFK e sperare che qualcuno acquistasse i tuoi oggetti mentre facevi altro. Quante giornate passate a pescare lucci, nel tentativo di trovare delle ostriche da vendere o tentando la fortuna aprendole per ricavare delle preziosissime perle…
Nel Villo 1 in particolare, di tanto in tanto accadevano anche eventi ben più insoliti: non di rado si potevano assistere ai duelli dei giocatori più esperti, con tantissimi altri giocatori a fare vere e proprie cerchie per vedere chi l’avrebbe spuntata.
A volte proprio questi veterani, dalle armature e armi sbrilluccicose, decidevano di abbandonare definitivamente il gioco in maniera piuttosto peculiare ovvero droppando a terra gli oggetti più preziosi che avevano. Ti lascio immaginare la scena: era uno spettacolo non molto diverso da quello che succede quando frantumi un cracker e poi lanci le briciole a una piazza ricolma di piccioni.
La piazza del Villo 1 godeva di una safe-zone, visti i numerosi giocatori AFK e in modalità “commercio”. Nel gioco infatti esisteva un sistema di karma che si sviluppava in base al tuo comportamento verso gli altri giocatori. Se non attaccavi nessuno arrivavi al grado di Cavaliere, invece attaccando i giocatori di livello 15 in su e uccidendoli il tuo karma diventava malvagio, fino a raggiungere il grado Crudele.
Vien da sé che un giocatore piuttosto dispettoso avrebbe fatto volentieri massacro delle persone AFK presenti nel villaggio, per cui in esso i giocatori erano salvi da attacchi altrui. Paradossalmente la safe zone serviva anche anche ai giocatori con karma negativo: questi infatti potevano essere attaccati liberamente senza avere ripercussioni di alcuni tipo.
Perché ti sto dicendo questo? Perché capitava, non di rado, di assistere a GM (game master) che, per quello che oggi definiremmo “il meme”, toglievano la safe zone al villaggio per poi trasformarsi in draghi o comunque mob endgame. Il resto puoi immaginarlo.
Erano presenti eventi globali come la caduta dei Metin, frammenti di meteorite che una volta colpiti facevano spawnare nutrite schiere di mob. Una volta distrutti, anche in base al loro livello, questi Metin lasciavano del drop, più o meno interessante in base al loro livello.
Un evento simpatico, ma nulla di trascendentale, spesso dopo parecchie ore di gioco finivi addirittura per ignorare i Metin. Questo per dire che si, il gioco era ben nutrito di contenuti e di cose da fare, ma il vero cuore del gioco era la sua insolita, strampalata e serratissima community.
Metin2, dove la carta di credito comanda
Metin2, vero e proprio MMORPG coreano, richiedeva un farming disumano, in pieno stile orientale. Non si tratta soltanto di salire di livello, un qualcosa che dal livello 40 in su diventava un vero e proprio evento; la percentuale di drop di alcun oggetti era davvero ridicolo. Se hai giocato a Metin2, probabilmente ricordi il farming folle nel dungeon delle scimmie per ottenere le medaglie per la cavalcatura, i maledettissimi selvaggi e le ore di gioco macinate per ottenere una “Luna” o un “Ferro“. Peraltro, queste ultime due armi erano praticamente il meta del gioco per cui era tassativo ottenerne una.
Spesso però queste armi venivano droppate con effort vergognose; spesso e volentieri conveniva mettere da parte gli Yang (la valuta di gioco) per acquistarne una decente e già a +9. Qui arriviamo al problema principale di Metin2. Oltre alle caratteristiche randomiche, c’era un altro grande impedimento nel procurarsi le armi da soli: doverle aumentare di livello.
Un qualcosa di fenomenale sia per quanto riguardava l’aumento di stat dell’arma sia per quanto riguardava il loro aspetto estetico: le armi a +9 infatti erano circondate da un brillio che le rendeva ancora più affascinanti e desiderate. Per far salire un arma di livello dovevi recarti dal fabbro, con determinati oggetti e una certa quantità di denaro; insomma, una routine abbastanza nota ai giocatori di MMORPG.
Il problema era che, più l’arma saliva di livello, più diminuiva la probabilità di successo dell’upgrade. Anche qui, qualcosa di già visto e rivisto. In caso di fallimento però, c’era davvero da piangere: l’arma infatti si sarebbe distrutta, sparendo permanentemente dall’inventario. Questo implica che, a meno di decidersi a comprare un’arma già bella e fatta, il ciclo di farming sfrenato sarebbe dovuto ricominciare da capo. Come fare a potenziare un’arma al massimo senza rischio di distruggerla? Semplice, mettendo mano al portafogli!
Nello store, oltre a capelli di vario tipo per ognuna delle 4 classi – Guerriero, Sura, Shamana e Ninja – era presente un item shop piuttosto nutrito, con oggetti piuttosto utili alla progressione di gioco, come anelli per aumentare l’esperienza ricevuta o il drop di Yang. Si potevano comprare oggetti come le pergamene consacrate o le pergamene del drago, oggetti che aumentavano la percentuale di riuscita dell’upgrade e con cui, in caso di fallimento, al posto della distruzione dell’arma questa vedeva ridursi soltanto il livello.
Inutile dire che questi item all’epoca potevano essere venduti a prezzi esorbitanti, consentendo a chi li rivendeva di ottenere abbastanza Yang da comprare molti oggetti rarissimi. In più, nello shop era possibile direttamente acquistare gli Yang.
Per concludere
Come avrai capito, il gioco era proprio da shopponi, lo dico senza mezzi termini. Oggi il gioco va ancora avanti ed è scaricabile anche da Steam. Sicuramente è cambiato molto, visto anche che l’espansione “Dawn of the Lycans” è stata aggiunta persino una nuova classe, il Lican. Si tratta di uomini che a seguito di un’infezione virale hanno perso le fattezze da uomini e ne hanno acquisite di nuove, prettamente da lupi.
Tuttavia, il mondo dei giochi free to play si è fatto infinitamente più competitivo rispetto all’epoca d’oro di Metin2, per cui abbiamo forti dubbi che il gioco sia ancora estremamente popolato. Una cosa è certa, sarà stato un discreto MMORPG anche per l’epoca, ma che nonostante ciò ha riempito i pomeriggi di chi, come me, una volta finiti i compiti voleva vivere un’avventura con i propri amici in un mondo fantasy e senza alcun tipo di pretesa.