Ideato dalla scrittrice inglese Rhianna Pratchett, Lost Words: Beyond the Page è un racconto narrativo il cui gameplay si basa sull’uso delle parole. Il titolo ha ottenuto il plauso della critica sia per narrazione, che per freschezza e novità di gameplay. Cosa pensiamo noi? Come se la cava questo indie? Ecco la recensione di questo platform game narrativo.
Un intreccio di narrazioni commuovente e coinvolgente
Lost Words: Beyond the Page è un platform narrativo con la presenza di semplici puzzle ambientali, più che altro funzionali al racconto di una storia. Sviluppato da Sketchbook Games, il titolo dispiega due narrazioni che si intrecciano e si interconnettono nel corso di tutto il gioco. Il diario di una bambina e il racconto che lei stessa scrive.
Izzy è una bambina con la passione per la scrittura che, per il suo compleanno, riceve dalla nonna un diario su cui annotare tutti i suoi pensieri. Ogni giorno, la piccola aspirante scrittrice si confida con il suo “caro diario” raccontandogli della sua famiglia, ma soprattutto del suo rapporto speciale con la nonna.
È proprio da questo rapporto speciale che Izzy comincia a scrivere una storia fantasy metafora delle paure, delle speranze e della vita della bambina, che trasla le sue sensazioni nel racconto. Il giocatore può scegliere alcuni parametri della storia e alcune caratteristiche dei protagonisti. Il racconto scritto dalla bambina è colmo di magia e di avventura e narra della terra lontana di Estoria. Man mano che la narrazione continua, assume sempre di più le sembianze della vita di Izzy stessa che si identifica nell’eroina del suo racconto.
Commuoventi e coinvolgenti, le due narrazioni, ovvero quella della quotidianità di Izzy e quella del racconto che scrive, si intrecciano sia a livello di significato che di gameplay. Il giocatore, infatti, vive entrambi i racconti con dei momenti di stacco tra l’una e l’altra, in cui le due storie si intervallano.
La narrazione affronta tematiche molto serie in modo semplice, diretto e commuovente. Una bambina che muove i primi passi nel mondo, ed è costretta ad affrontare i primi dolori della vita. Le parole, in Lost Words: Beyond the Page, sono parte essenziale del gameplay. Sono magiche, perché possono compiere delle vere e proprie azioni e aiutarci a riflettere e superare ogni difficoltà. Il profondo legame della piccola scrittrice con sua nonna si evince da ogni pagina con racconti toccanti, foto, ricordi e proverbi di saggezza.
In Lost Words: Beyond the Page le parole prendono vita sia nel diario della protagonista, con illustrazioni in 2D bellissime, che nel racconto di Izzy con un passaggio in grafica 3D. Il giocatore si troverà spesso a giocare con le parole, a sentirne il peso, a comprenderle e a collocarle nel posto giusto. In questo amplesso di parole impresse sul diario, tra le righe, si riesce a cogliere ogni sfumatura della personalità e delle emozioni della protagonista. La duplice narrazione restituisce una storia che più di una volta ci mette di fronte alle nostre fragilità, ci fa entrare in empatia con i personaggi, ci invita a riflettere e ci fa commuovere.
Per tutta la durata del gioco, non sono riuscita a staccarmi da Izzy e dal contrasto tra il suo mondo reale e il mondo fantastico colmo di avventure, in cui si rifugia la bambina. Tutto quello che ha provato l’ho provato anche io. Trovo che, solo per questo, Lost Words: Beyond the Page abbia un valore da considerare al di là delle piccole sbavature tecniche di gioco.
Il titolo si può definire come una narrazione interattiva ricca di rimandi, metafore ed emozioni che ho apprezzato molto, e che è adatto anche ad un pubblico molto giovane.
Un duplice gameplay, un solo difetto
Il gameplay del titolo è coerente e innovativo e presenta un sistema “a doppia levetta” abbastanza dinamico. Lost Words: Beyond the Page si basa essenzialmente sul collocare e usare le parole nel posto giusto al momento giusto. Che sia inserirle nell’ordine corretto in una frase o utilizzarle per compiere azioni, l’importante è usarle nel modo giusto.
Il racconto della bambina sul diario richiede pochissime azioni di interazione. Il giocatore dovrà saltare ed arrampicarsi sulle parole, usarne una per disegnare o ricostruire un’immagine e interagire con il racconto. La grafica e lo stile delle frasi sul diario hanno colori e forme diverse che indicano non solo le parole dette esplicitamente ma anche quelle solo pensate da Izzy e dette involontariamente. Questo sistema dinamico fa capire sempre di più le emozioni della protagonista: cosa pensa e come sta vivendo la situazione.
Le pagine si colorano o si sbiadiscono, le parole si inclinano o si deformano assumendo una caratterizzazione umana e una connotazione psicologica vicina alla bambina. In questo, aiutano anche i disegni che descrivono in modo più semplice e forte ciò che sta affrontando la piccola scrittrice e i suoi ricordi.
Il gameplay legato al racconto di Izzy presenta una meccanica di gioco di una semplicità eccessiva. Il giocatore dovrà aprire un libro e usare delle parole per risolvere puzzle ambientali. Ad esempio, con la parola “bruciare” è possibile effettivamente muovere la parola per compiere l’azione di bruciare qualcosa.
Come sistema funziona, ciò che non ho gradito è l’eccessiva semplicità dei puzzle che rende poco stimolante il gameplay. Le cose da fare, in un livello, sono sempre le stesse e si compiono in modo quasi automatico. Nonostante Lost Words: Beyond the Page abbia il fine di raccontare, un videogioco non deve trascurare troppo questo aspetto e deve essere il più completo possibile. Un gameplay più ricco avrebbe reso molto più completo un titolo che vale davvero tanto e che rischia, con questo, di essere troppo di nicchia. Un’aggiunta interessante è sicuramente la raccolta di collezionabili, che rende un pochino più movimentato e difficile l’esperienza di gioco.
Grafica e sound
Lost Words: Beyond the Page presenta essenzialmente due grafiche: una 2D e una 3D. La grafica del diario in cui Izzy racconta la sua vita quotidiana e le sue riflessioni è davvero molto piacevole e suggestiva.
Nella sua semplicità è efficace e alle volte molto d’impatto, quasi ipnotica. La grafica in 3D, sicuramente più complessa anche nelle animazioni, risente il peso di un comparto tecnico non eccellente, tuttavia sufficiente. Non si può dire che gli scenari, i personaggi e le animazioni siano disastrose, ma non si possono neanche lodare più di tanto.
I cali di frame non sono stati tanti e non ho riscontrato bug e questo già è un punto a favore. Inoltre, tengo a sottolineare che seppur non siamo di fronte a una grafica formidabile, non ne ho avvertito il peso neanche per un secondo. Ero troppo presa a seguire il racconto, immersa nei pensieri della protagonista e dalle sue splendide descrizioni. Non ho dato importanza a certi dettagli, che perdono di significato di fronte all’emozione che Lost Words: Beyond the Page trasmette.