Shelter 3 è un indie game di sopravvivenza, con delle premesse davvero carine e caratterizzato da un comparto artistico molto ispirato. Terzo capitolo di una serie iniziata nel lontano 2013 (Shelter) e continuata nel 2015 (Shelter 2), quest’ultimo gioco riuscirà ad essere all’altezza dei predecessori tanto amati dal pubblico? Vediamolo insieme nel corso di questa recensione!
Sviluppato e prodotto da Might and Delight, un piccolo studio indipendente svedese conosciuto soprattutto grazie alla creazione di spietati giochi di sopravvivenza che riescono ad immergerti profondamente nella natura selvaggia. Come da descrizione sul loro sito ufficiale, gli sviluppatori prendono spesso ispirazione da più fonti come l’arte, la musica e il folklore, e tutti i loro progetti sono caratterizzati da un comparto estetico unico.
Anche in questo caso si nota benissimo, se si conoscono i titoli precedenti, la mano dello studio, Shelter 3 ha davvero un’estetica unica nel suo genere, ma non è detto che questo tratto distintivo sia davvero un punto a favore in quest’occasione!
Ma adesso è arrivato il momento di entrare nel vivo e parlarti nel dettaglio del gioco vero e proprio.
Shelter 3, la trama
La trama di Shelter 3 gira intorno a un piccolo branco di elefanti, composto da soli 8 elementi (4 adulti 1 anziana e 3 piccoli) e tu controllerai Reva, guida adulta del gruppo e madre di un piccolo che, sotto consiglio della matriarca anziana, farà strada al resto degli elefanti tra lussureggianti foreste, lande desolate e zone paludose con lo scopo di riunire il branco disperso e soprattutto di portare tutti sani e salvi alla destinazione.
La matriarca anziana, nella breve intro del gioco, ti darà delle informazioni sommarie, in effetti la trama non è chissà quanto profonda ma, in realtà, quelle poche nozioni di base che avrai serviranno più che altro a creare empatia con Reva e con il suo branco.
Il tuo compito sarà quello di mantenere il tuo piccolo branco ben nutrito e dissetato, cercando di evitare i pericoli che prenderanno la forma di animali feroci come tigri, leoni e coccodrilli, lungo un percorso che seppur breve ne sarà pieno! Come matriarca e guida avrai quindi la responsabilità di tutti, e dovrai provvederne al sostentamento.
Gameplay
Per quanto riguarda il gameplay, quello di Shelter 3 è caratterizzato da poche ma essenziali azioni. Controllando Reva dovrai coordinare le azioni del branco attraverso determinati comandi impartibili sia da mouse che da tastiera. Gli ordini, come detto, sono pochi e basilari: mangiare, bere e protezione (il branco si stringe intorno a Reva e ai piccoli in caso di attacco di animali feroci).
Il gameplay del gioco si può quindi riassumere in: partire da un punto A e arrivare a un punto B, evitando naturalmente i pericolosi predatori e cercando pozze d’acqua e alberi da frutto per dissetarsi e mangiare.
Potrai scegliere diversi percorsi da seguire, in base alla descrizione ti sembreranno più o meno ostici da percorrere, ma non è tutto oro quello che luccica! In effetti li ho trovati tutti più o meno dello stesso livello di difficoltà, anche se definiti da caratteristiche diverse. Ho attraversato per esempio un’area priva di animali feroci a darci la caccia ma, con una quantità di cibo e acqua davvero minima. Un’altra dove invece c’erano pozze d’acqua e cibo in abbondanza ma brulicante di coccodrilli pronti a sbranare i membri del branco.
Il sistema di controllo
Qui cominciano anche le note dolenti del titolo a causa di un sistema di controllo semplice ma molto poco immediato.
Dico questo perché per manovrare Reva dovrai usare i classici tasti WASD e, per avere un accenno di camminata veloce bisognerà usare il tasto sinistro Shift. Il tutto risulta purtroppo molto scomodo a causa della lentezza eccessiva con la quale l’elefantessa risponde all’input. Usando il mouse si ruota la telecamera intorno alla protagonista e il tutto non diventa molto fluido.
Il sistema di controllo di Shelter 3, quindi, pur essendo molto semplice, vista la quantità di azioni da eseguire, risulta troppo poco immediato e questo fa si che anche le fasi più semplici di gioco, come spostarsi da una parte all’altra in un’area priva di pericoli, diventi piuttosto noioso. Si rovina non soltanto il gameplay ma anche l’effettiva esperienza di gioco, e invece di creare empatia e immersione crea più che altro frustrazione.
Presa, dopo un po’, la dovuta confidenza con i controlli vengono fuori altri problemi dovuti stavolta all’IA del branco. Alcuni membri, infatti, si sono spesso incastrati in ostacoli ambientali e quindi impossibilitati a seguirti, a volte basta tornare sui tuoi passi, ma in altre occasioni, se non te ne accorgi per tempo, rischierai di rimanere a corto di scorte di acqua e cibo e metterai a repentaglio la sopravvivenza dell’intero branco.
Anche l’IA degli animali predatori ha qualche problema, attraversando l’area piena zeppa di coccodrilli mi sono accorto che è stato tutto piuttosto semplice, non ho subito alcun attacco e i nemici sono ben visibili anche se si trovano in acqua, mentre in altre aree ho visto sbucare dal nulla tigri e leoni senza la minima avvisaglia di pericolo e sbranare un piccolo del branco.
L’ambientazione e comparto tecnico di Shelter 3
L’ambientazione è molto diversificata, passerai da aree paludose a zone desertiche, da pianure verdi e lussureggianti a fitte foreste, ed è tutto molto bello da vedere, sembra un mondo fatto di stoffa sartoriale colorata e definita da motivi con toni caldi e accoglienti, e qui si nota la firma di Might and Delight, come anche nel comparto audio, davvero ben realizzato che riesce a creare un’atmosfera toccante grazie a motivi davvero ispirati.
Ma, si anche qui c’è un ma, perché se è vero che la scelta di creare un mondo che sembra di stoffa può risultare bellissima all’inizio, dopo una ventina di minuti, tutto l’ambiente di gioco si confonde e ti confonde come se stessi fissando la trama o il motivo di una trapunta da letto della nonna, il tutto diventa quasi stucchevole, ma questo capita soprattutto nelle aree boschive che attraverserai in Shelter 3.
Per concludere…
Shelter 3 ti mette nei panni di una madre e di una guida per il tuo branco, dovrai condurlo attraverso ambienti e percorsi pieni di predatori e poveri di cibo e acqua. Il branco va protetto e sostenuto ad ogni costo e la tua priorità sarà quella di tenere in vita quanti più elementi possibile. La responsabilità è massima, ma purtroppo questo survival non riesce nell’intento principale, creare empatia con Reva.
Per concludere posso dire che, in Shelter 3, i primi 5 minuti passati a giocare sono stati lo spiraglio di quello che il gioco poteva essere, il resto dell’avventura, invece, la conferma che ciò non si è avverato. Le premesse per un’avventura di sopravvivenza e che creasse empatia verso Reva, madre di un piccolo elefantino e matriarca di un branco, non sono state mantenute nel corso del gioco. Il senso di pericolo viene a mancare a causa di una IA incerta, il sistema di controllo poco immediato rende anche le cose semplici molto tediose e alcune scelte artistiche non troppo felici, ti lasciano in mano un gioco che, invece di creare empatia verso le vicende di questo branco e Reva, si rivela frustrante e anche un po’ noioso.
Ti ricordo che Shelter 3 è disponibile all’acquisto su Steam dal 3o marzo al prezzo di 12,49€.