Genshin Impact, il Free-to-Play sviluppato dalla software house cinese miHoYO, è recentemente finito nel mezzo di un uragano di polemiche, vedendosi accusato di comportamenti deprecabili, quali: razzismo, sessualizzazione di minore ed appropriazione culturale.
Le accuse non sono certo state mosse l’altro ieri dal momento che il titolo è stato rilasciato tra settembre e novembre del 2020, tuttavia, solo negli ultimi giorni hanno assunto un volume tale da destare l’attenzione del mondo di internet.
Ma quali sono, nello specifico, i contenuti di Genshin Impact che hanno destabilizzato l’opinione pubblica videoludica?
- Razzismo: la quasi totalità dei personaggi interni al titolo risulta essere di etnica caucasica e/o asiatica (almeno nello stile di disegno adottato)
- Sessualizzazione di minore: il personaggio di Flora, la quale risulta essere una bambina, sebbene nelle idee iniziali degli sviluppatori sarebbe dovuta essere rappresentata come una donna matura, ha una relazione amoroso con Ulfr, un uomo in età adultà.
- Appropriazione cultura/ poco rispetto delle altre culture: le popolazione degli Hilichurls è rappresentata in maniera tale da ridicolizzare le tribù indigene.
Molti degli utenti di Genshin Impact hanno espresso la loro indignazione in merito a quanto appena elencato:
https://twitter.com/EM0GOJO/status/1379269870718701568?s=20
https://twitter.com/despressoh/status/1379267201278996480?s=20
Gli hashtag BoycottGenshin e BoycottmiHoYo (N.B. ho volutamente omesso il #, dal momento che non intendo partecipare al boicottaggio), stanno impazzando sul sito dell’uccellino blu, e difficilmente verranno ignorati nei prossimi giorni.
Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti per capire se e quando arriveranno delle risposte da parte della società cinese che gestisce il JRPG.
Genshin Impact ed il politicamente corretto
Come redattore di una testata di informazione videoludica, il mio lavoro finisce una volta riportata la notizia; tuttavia, sento il dovere di lanciare un monito a chiunque legga questo articolo:
“Facciamo molta attenzione alle battaglie (mediatiche e non) che scegliamo di combattere, ma soprattutto a quelle che scegliamo di ignorare. Oggi è molto facile accusare qualcuno di determinati comportamenti, ma è ancora più facile ignorare le conseguenze di tali accuse. Se NON crediamo nella malafede di qualcuno, se siamo convinti che le loro azioni NON sono dettate da una qualsiasi forma di cattiveria e di ignoranza, abbiamo il dovere di dirlo. Lasciare che queste persone vengano accusate di comportamenti molesti (per non dire altro), quando invece risultano essere palesemente solo dei capri espiatori, potrebbe portare a delle pesanti conseguenze in futuro…”.