Benvenuto alla trentaquattresima puntata di Player One. L’ultima volta avevamo parlato di Talion e delle sue gesta a Mordor, questa volta conosceremo Geralt di Rivia, lo strigo protagonista della famosissima saga di The Witcher. I giochi riprendono le storie contenute nei libri dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski e per ora ne sono stati sviluppati solo tre: The Witcher, The Witcher 2: Assassin of Kings, The Witcher 3: Wild Hunt.
Geralt: le origini
Geralt nacque a Rivia, poco dopo la sua nascita però i genitori lo portarono a Kaer Morhen, una fortezza dove vengono addestrati i Witcher, cacciatori di mostri professionisti.
I witcher sono delle creature non umane e per diventare tali assumono mix di pozioni e veleni, che gli permettono di avere capacità sovrumane ma anche alcuni effetti collaterali. Geralt fu uno dei pochi a sopravvivere, senza particolari problemi, alle prove a cui venivano sottoposti i witcher, nonostante ciò, la mutazione gli causò la perdita di colore nei capelli, che diventarono completamente bianchi, e la sterilità.
Oltre a queste caratteristiche, i Witcher sono conosciuti per le loro due spade: una d’argento, utilizzata contro i mostri, e una di acciaio, utilizzata contro gli umani.
Geralt in The Witcher
Nel primo gioco Geralt cercherà di recuperare la memoria persa in seguito ad uno scontro con la Caccia Selvaggia. Geralt si troverà a dover affrontare i Salamandra, un gruppo di criminali che vogliono impossessarsi dei segreti dei witcher. Il gruppo è comandato da Azar Javed, Il Professore e Jacques de Aldersberg, un mago ambiguo, con uno strano collegamento ad un bambino dai poteri magici presente nel gioco: Alvin.
Nel sostenere le sue battaglie, Geralt sarà affiancato dalla maga Triss Merigold e del bardo Dandelion, personaggi ricorrenti in tutta la saga. Questi non sono gli unici personaggi importanti presenti nei tre giochi, in questo capitolo Geralt incontrerà Adda, principessa e figlia di Re Foltest, che aveva precedentemente liberato da una maledizione che l’aveva trasformata in una strige e Re Foltest stesso.
L’incontro più importante di tutti, però, sarà quello con il Re della Caccia Selvaggia. Le parole del Re faranno notare al witcher come lui sia sempre seguito da una scia di sangue, violenza e caos, lo farà riflettere sulle sue gesta, senza negare, il fatto che egli sia uno dei suoi più potenti campioni.
L’ultimo incontro del gioco sarà con Re Foltest, padre di Adda e re di Temeria, da cui riscuoterà un compenso per aver liberato da alcune minacce il suo regno. Durante l’incontro Geralt si ritroverà a difendere il re da un assalitore che verrà ucciso dallo strigo; solo dopo Geralt si renderà conto che l’uomo era probabilmente un witcher come lui.
Geralt in The Witcher 2: Assassin of Kings
Questo nuovo capitolo parte nuovamente dal flashback di Geralt nei boschi, inseguito dalla Caccia Selvaggia, a differenza del primo gioco, però, lo strigo si risveglierà prigioniero nel castello di Foltest. Sarà trattenuto poiché accusato di regicidio nei confronti di Foltest, Geralt in realtà è innocente e aiutato da Vernon Roche, capo della guardia reale, riuscirà a fuggire.
Lo strigo, accompagnato da Triss e Vernon, partirà alla ricerca dell’assassino verso Flotsam, in quanto il regicida era fuggito aiutato dagli Scoia’tael, una banda di criminali che hanno una forte attività nella città. Arrivato a Flotsam indagherà e arriverà a un witcher di nome Letho.
Geralt avrà ancora dei flashback, in cui ricorderà di una maga di nome Yennefer, che lo curò quando, in seguito ad una rivolta degli elfi, Geralt era in punto di morte. I due furono teletrasportati su un’isola da una ragazzina con i capelli color cenere. Il Lupo Bianco ricorderà anche che la maga venne rapita dalla Caccia Selvaggia.
Durante l’incontro con Geralt, Letho dichiarerà che dietro l’omicidio di Re Foltest vi era l’imperatore nilfgaardiano Emhyr var Emreis. Il sovrano, volenteroso di conquistare tutte le terre del Nord, gli aveva promesso come ricompensa per i regicidi la ricostruzione della scuola dei Witcher del serpente.
Parte più importante del dialogo fra i due è però quella in cui Letho ricorderà a Geralt che insieme combatterono la Caccia Selvaggia e che il Lupo Bianco si offrì come pedina di scambio per liberare Yennefer. Lo strigo però riuscì a fuggire dalla prigionia, motivo per il quale è perseguitato dal Re della Caccia Selvaggia, che vuole quindi redimere ciò che gli spetta “di diritto”.
Geralt in The Witcher 3: Wild Hunt
In quest’ultimo capitolo della saga Geralt compirà un viaggio alla ricerca di Ciri, una ragazzina dotata di poteri che le permettono di viaggiare nello spazio e nel tempo, anche lei addestrata da witcher. Fra Geralt, Ciri e Yennefer c’è un rapporto particolare, in quanto la ragazzina vede nei due una figura genitoriale, anche se in realtà la giovane è figlia dell’imperatore Emhyr van Emreis.
Il gioco inizia con un sogno: Geralt, Yennefer e Ciri a Kaer Morhen, nel sogno lo strigo e la ragazzina si addestrano fino a quando la Caccia Selvaggia non irrompe a Kaer Morhen attaccando Ciri. Il witcher, incontrata Yennefer si metterà alla ricerca di Ciri, che scoprirà nascosta nell’isola delle nebbie in quanto perseguitata dalla Caccia Selvaggia.
Lo strigo, recuperata Ciri, deciderà di sferrare un attacco alla Caccia Selvaggia a Kaer Morhen, usando la ragazzina come esca. In un primo scontro sconfiggeranno alcuni generali grazie ai poteri di Ciri, in seguito attaccheranno il Re della Caccia Selvaggia, uccidendolo.
Finita la battaglia però una catastrofe si abbatterà sul loro mondo: il Bianco Gelo. Ciri deciderà di affrontarla e grazie ai suoi poteri tornerà a Kaer Morhen, prendendo in seguito il posto di suo padre come imperatore di Nilfgaard.
Geralt: il personaggio
Dopo aver esaminato i giochi, sottolineando che le vicende narrate potrebbero cambiare in base a come si è deciso di giocare, conosciamo Geralt in ogni sua sfaccettatura, anche al di fuori dei videogiochi.
Geralt è un witcher e come tale deve difendere gli umani dai mostri, nonostante questo, non è ben visto da entrambe le parti, essendo un mutante per i primi e un assassino per i secondi. Nonostante ciò, il “Lupo Bianco” non manca di bontà d’animo e premurosità verso gli uni e gli altri, prova sempre a evitare il “male”, cercando soluzioni che vadano oltre l’uso della spada.
L’amicizia è uno degli aspetti più interessanti in Geralt e i suoi amici lo accompagnano spesso nelle sue avventure. Uno tra i più importanti è Dandelion, un bardo, personaggio ricorrente nei giochi e nei libri che ci permette di conoscere a pieno alcuni lati del carattere dello strigo. Due dei suoi aspetti che emergono di più, nei confronti del bardo, sono l’ironia, che si nota spesso nelle battute, ma anche un po’ l’arroganza.
Geralt è un bell’uomo ed è molto affascinante, complice anche il fatto che sia un witcher, per questo è sempre accerchiato da belle donne. Notiamo però un particolare attaccamento verso Triss e Yennefer. Quest’ultima sarà uno dei personaggi centrali, la vera compagna di Geralt, nonostante la loro relazione sia fatta da litigi burrascosi e periodi di lontananza, insieme si prenderanno cura di Ciri.
Ciri, legata dal “destino” a Geralt, è il personaggio che più di tutti ci fa capire come lo strigo, in realtà, conservi dentro di sé un aspetto “umano” e affettivo. Nonostante il pensiero riguardante i witcher sia quello della totale assenza di sentimenti, notiamo un legame particolare tra i due, non solo a livello caratteriale. Lo strigo, infatti sembra essere legato a lei come fosse una “figlia” che, a causa della sua sterilità, non potrà mai avere.
Se dovessimo descrivere Geralt con un’unica frase potremmo usare una citazione del libro “Il Guardiano degli Innocenti” di Andrzej Sapkowski:
le proporzioni sono convenzionali, i limiti cancellati.
Non sono un santo eremita, non ho fatto solo del bene in vita mia.
Ma, se devo scegliere tra un male e un altro, preferisco non scegliere affatto.”