Se ami il genere metroidvania avrai certamente sentito parlare di Blasphemous (e magari lo hai anche giocato). Si tratta di un titolo multipiattaforma a scorrimento laterale dalla grafica retrò ricco d’azione e di boss fight arrivato sui nostri schermi il 10 settembre 2019. Del suo sviluppo si è occupata la software house spagnola The Game Kitchen, con Team17 a fare da publisher.
Nel corso di questo suo anno e mezzo di vita, Blasphemous ha ottenuto diverse migliorie ed è stato disponibile solo ed esclusivamente in versione digitale. Adesso, grazie al largo seguito di fruitori ed ammiratori che il titolo si è saputo creare, sappiamo che verrà ripubblicato in forma di una golosa Deluxe Edition fisica per ogni singola piattaforma per cui è disponibile (PC escluso, tanto per cambiare). La data di uscita è fissata al 29 giugno 2021.
Uno sguardo più ravvicinato alla nuova edizione di Blasphemous
Tra i contenuti di questa edizione, pensata quasi sicuramente per i gamer dediti al collezionismo (fidati, esistono ancora), al di là della copia fisica del gioco, una copia digitale della colonna sonora, composta in totale da trentadue tracce opera del musicista andaluso Carlos Viola; un artbook digitale di 195 pagine; un fumetto digitale; degli adesivi ispirati al gioco e, forse la parte più stuzzicante, un poster raffigurante Cvstodia, l’ambientazione, di 18×29 centimetri. Non mancano dei contenuti in-game esclusivi, nella fattispecie due skin per il personaggio, chiamate “Lega del peccato” e “Fardello aureo“.
Questa decisione congiunta di developer e publisher di ripubblicare il gioco in copia fisica fa nel suo piccolo riflettere, pur trattandosi, almeno di primo acchito, di una normale manovra di marketing. Le due domande che sorgono spontanee sono l’una indissolubilmente legata all’altra e sono in realtà frutto dell’annosa dicotomia tra l’essenzialità del fisico e la comodità del digitale: Abbiamo ancora davvero bisogno di copie fisiche? Se no, quanto tempo passera prima che ciò che teniamo sugli scaffali di casa si trasformi completamente in nulla più di massicci assembramenti di dati.
Potremmo discutere a lungo dell’argomento e non giungere mai ad una conclusione. Certo è che, se The Game Kitchen e Team17 si sono adoperate economicamente (perché, ahimè, il fattore economico è sempre coinvolto) onde dotare il loro figlio prediletto di un’edizione fisica, probabilmente coloro che esigono l’ebrezza e l’entusiasmo di inserire un disco in una console e di ammirare una mensola od uno scaffale adornato da un filare di custodie dai mille colori esistono ancora, e non necessariamente appartengono alla vecchia guardia videoludica.