Annunciato pochissimi giorni fa, per l’esattezza il 6 aprile scorso, TASOMACHI: Beyond the Twilight è arrivato oltremodo puntuale sui nostri PC. Il titolo, disponibile sia su Steam che su GOG, costituisce il titolo d’esordio di Orbital Express, casa videoludica giapponese. Ad occuparsi della pubblicazione abbiamo PLAYISM, prolifico publisher nipponico attivo fin dal 2011.
Il termine “tasomachi” non è altro che una contrazione del nome originale del gioco, ovvero Tasogare ni nemuru machi, traducibile come “la città addormentata nel crepuscolo“. In un certo senso il nome dice tutto. Vediamo perché!
Una ragazza, un piccolo amico, una misteriosa città
Protagonista del gioco è la giovane Yukumo, sul conto della quale non viene spiegato granché se non che sta viaggiando verso est a bordo della sua aeronave (una sorta di piccolo zeppelin simile a quello visto nel film La Mummia – Il ritorno). Mentre vola vicino alla città di To-en, una forza misteriosa danneggia gravemente il mezzo, costringendo la ragazza ad atterrare appena fuori dall’abitato, il quale è avvolto da un’impenetrabile coltre di nebbia.
Una volta scesa a terra, Yukumo fa la conoscenza di una piccola creatura chiamata Kogara, che dice di appartenere alla tribù dei Nezu, esseri simili ad un incrocio antropomorfo tra un gatto ed una volpe, che non sono altri che gli abitanti della città di To-en. La palletta di pelo spiega a Yukumo che per riparare l’aeronave servono degli oggetti magici simili a lanterne giapponesi noti come “Fonti della Terra“, il cui scopo originale è quello di alimentare i Santuari dell’Albero sacro, che proteggono To-en dal crepuscolo soporifero in cui è avvolta.
Man mano che raccoglie nuove Fonti della Terra, Yukumo prende a cuore il risveglio della città, decidendo di aiutare il nuovo amico Kogara e il suo popolo a riportare To-en al suo splendore originario.
Tanti salti e tanti (forse troppi) collezionabili
Il gameplay di TASOMACHI: Beyond the Twilight è quello di un classico platform 3D. Unico scopo del gioco è quello di raccogliere quante più Fonti della Terra possibili in maniera tale da ridare energia ai vari Alberi sacri e così dissipare la nebbia che avvolge le tre zone liberamente esplorabili della città di To-en. Si tratta di mappe verticali dall’estetica giapponese ricche di sequenze squisitamente platform condite di qualche elemento puzzle, soprattutto per quanto riguarda le mini-quest che ci daranno i vari Nezu una volta risvegliatisi dal sonno portatogli dal crepuscolo.
Il livello di sfida, di per sé piuttosto basso, sembra salire solo ed esclusivamente durante l’esplorazione dei Santuari dell’Albero sacro per dare luogo a livelli abbastanza complessi la cui difficoltà è tuttavia falsata a causa della possibilità di “comprarsi” l’avanzamento tramite la spesa delle monete, ottenibili sempre tramite l’esplorazione. Queste possono anche essere usate per acquistare oggetti cosmetici, i quali tuttavia sono utili solo qualora tu sia un irriducibile trophy hunter (c’è un achievement che ne prevede l’acquisto).
Oltre a diradare il crepuscolo, la riattivazione degli Alberi sacri potenzierà le tecniche di salto di Yukumo, rendendola capace di muoversi più speditamente e di ottenere ancora più collezionabili.
Dopo aver riparato l’aeronave avremo anche la possibilità (e la necessità) di volare attraverso le mappe allo scopo di ottenere Fonti della Terra e monete situate in luoghi altrimenti irraggiungibili.
Sebbene il gioco sia perfettamente fruibile anche con la combo mouse/tastiera, è consigliabile utilizzare un pad onde ottenere maggiore controllo dei movimenti, soprattutto per quanto riguarda la guida dell’aeronave.
Un gioiello d’Oriente
Se volessimo descrivere con un unico termine la grafica di TASOMACHI: Behind the Twilight, questo sarebbe: meravigliosa. I paesaggi della città di To-en sono ricchi di scorci mozzafiato, che potremo immortalare grazie alla modalità foto. Il tutto si estrinseca in un tratto estetico ispirato ai manga ed anime giapponesi (una costante dei titoli provenienti dal Giappone, oggi più di ieri).
Anche a livello tecnico il gioco sa farsi ben apprezzare: durante tutta l’avventura non si riscontrano né bug di sorta né tantomeno cali di framerate. Risultato notevole considerando che si tratta di un titolo indipendente. Tanto i movimenti della protagonista quanto quelli del mondo che la circonda sono fluidi e piuttosto naturali, sebbene non sia previsto il famigerato effetto ragdoll in caso di caduta.
Per quanto concerne il sonoro si può dire tranquillamente che non c’è un solo suono fuori posto: a movimento corrisponde effetto senza un attimo di ritardo. La colonna sonora è anch’essa gradevole, sebbene non rimanga impressa nella mente. A mancare totalmente è il doppiaggio, che avrebbe potuto meglio sostenere il background di cui gli sceneggiatori hanno dotato la città di To-en, sul quale ci si può illuminare andando alla ricerca delle numerose note presenti in-game.
La bellezza non è tutto
Quello che manca veramente a TASOMACHI: Behind the Twilight è una trama più articolata. Il comparto narrativo, lore a parte, è estremamente semplicistico e quasi spinto in avanti. Per terminare il gioco bastano infatti poco meno di quattro ore e mezzo che potrebbero ridursi ulteriormente di un’ora qualora si sfruttasse sistematicamente la possibilità di “comprarsi” l’avanzamento di cui abbiamo parlato due paragrafi fa. Un vero peccato considerata l’eccellenza del gioco dal punto di vista tecnico.
In più, il gameplay proposto, praticamente volto solo ed esclusivamente all’esplorazione, potrebbe alla lunga risultare ripetitivo e noioso proprio a causa della mancanza di una narrazione profonda che giustifichi l’avanzamento.