Kingdom of Arcadia è un gioco in stile metroidvania di stampo molto retrò che punta sulla semplicità del suo gameplay, sulla grafica in stile pixel art e su un grosso fattore nostalgia per far colpo sul pubblico.
Per chi non lo sapesse, il termine metroidvania è stato coniato per racchiudere in una unica parola, tutti i giochi che presentano meccaniche e stile di gioco come le serie Metroid e Castlevania.
Proseguiamo e cerchiamo di capire se Kingdom of Arcadia riesce nel suo intento.
La storia di Kingdom of Arcadia ci vede vestire i panni di Sam, un ragazzo molto vivace e curioso con una enorme passione per i videogiochi.
Anche il padre di Sam è un grande appassionato di videogiochi che preferisce quelli retrò alle nuove uscite. In cantina custodisce gelosamente un vecchio cabinato al quale però non ha mai fatto giocare Sam spiegandogli il motivo: quella sarebbe stata la più bella esperienza videoludica della sua vita perciò avrebbe potuto giocarci quando sarebbe stato pronto.
Sam, abituato ai giochi di nuova generazione, si è sempre chiesto come avrebbe potuto un vecchio cabinato risultare la sua più bella esperienza videoludica vista la concorrenza e le nuove tecnologie.
Un giorno, rimasto del tutto solo a casa, Sam decide che è arrivato il momento di provare il vecchio cabinato di papà. Una volta acceso, il cabinato inizia ad emettere forti bagliori ed una luce verdastra lo avvolge assorbendolo.
Pochi istanti dopo il ragazzo si ritrova catapultato di fronte al re del regno di Arcadia e viene messo a conoscenza dal mago di corte che, il malvagio Draken, è già in possesso di quattro potentissimi scettri appartenenti ai re degli altri regni e toccherà a noi recuperarli, visto che sembriamo essere l’eroe delle leggende, prima che il malvagio Draken li usi per distruggere il regno.
Da qui, armati di una spada, inizieremo la nostra avventura per riprenderci i quattro scettri e salvare il regno, anche perché sarà l’unico modo che avremo per tornare a casa.
Kingdom of Arcadia: un gameplay retrò ma non troppo
Il gameplay del gioco, come abbiamo accennato prima, cerca di basarsi sulla semplicità dei vecchi giochi del genere, risultando però infine troppo semplice e poco profondo rispetto molti di questi ultimi.
I comandi di base saranno soltanto tre: uno per saltare, uno per attaccare ed infine uno per attaccare con l’arma a distanza. Oltre queste azioni avremo a disposizione il classico doppio salto, effettuato premendo due volte il tasto per saltare e la possibilità di poterci arrampicare su alcune pareti.
Con queste azioni a nostra disposizione inizieremo ad esplorare i vari castelli che in totale saranno quattro, composti ognuno da cinque livelli più un boss finale.
Proprio nella gestione dei castelli, Kingdom of Arcadia mi ha lasciato un po’ perplesso: i primi due risultano essere molto semplici, con pochissima varietà di nemici e di trappole, mentre gli ultimi 2 sono molto più profondi e popolati da diverse tipologie di nemici e trabocchetti.
Contando che Kingdom of Arcadia principalmente ha quattro castelli da completare, questa scelta, anche se probabilmente fatta per introdurre i giocatori alle meccaniche, risulta penalizzante per il livello di sfida complessivo del gioco, rendendo praticamente una passeggiata i primi castelli.
I livelli comunque, soprattutto da metà gioco in poi, risultano ben strutturati. Durante l’esplorazione ci imbatteremo in muri leggermente crepati che se colpiti riveleranno delle stanze segrete dove troveremo forzieri che potranno contenere monete d’oro, cuori per ripristinare l’energia di Sam, munizioni per la nostra arma a distanza ed infine degli oggetti collezionabili, uno per livello per un totale di 20.
Questi oggetti collezionabili potranno essere trovati solo nelle stanze segrete quindi se si vuole completare il gioco al 100% bisognerà tenere gli occhi bene aperti. Anche se dovessimo mancarne qualcuno avremo comunque la possibilità di ripetere il livello un numero infinito di volte.
Una pecca dei livelli è quella che, per completarli, bisognerà sempre ripetere la stessa meccanica: tirare la leva per liberare il passaggio per la leva successiva e così via fino a raggiungere l’uscita.
Da questo punto di vista Kingdom of Arcadia poteva e doveva sicuramente dare di più considerando che molti titoli del genere, già nell’era 8 bit, riuscivano a essere molto più profondi nelle meccaniche, senza parlare dei metroidvania di recente uscita come Blasphemous.
Parlando dei nemici che popolano i livelli di Kingdom of Arcadia, purtroppo va detto che non risultano mai essere una vera minaccia. Ignoreranno quasi sempre Sam continuando a seguire il loro percorso avanti e indietro e solo pochi di loro saranno in grado di attaccare dalla distanza con dei proiettili, ma anche in questo caso spesso mireranno dalla parte opposta del nostro protagonista.
Gli unici nemici che offrono una piccola sfida in Kingdom of Arcadia sono i mini boss inseriti in alcuni livelli. Dovremo affrontarli in delle stanze che ci chiuderanno al loro interno senza possibilità di fuga. Purtroppo anche loro hanno dei difetti: ne esistono solo di due tipi e sono pochissimi in tutto il gioco.
Ogni volta superati i cinque livelli di un castello, dovremo affrontare il boss custode dello scettro.
Il design di questi ultimi è apprezzabile per lo stile di gioco ma anche qui, soprattutto nelle fasi avanzate, con un paio di tentativi al massimo avremo la meglio su coloro i quali dovrebbero essere i nemici più forti del gioco, senza bisogno di alcuna strategia; basterà schivare qualche colpo e andare giù di forza bruta.
Il gameplay migliora nella parte puramente platform di Kingdom of Arcadia, che offre anche un buon livello di sfida. Ci troveremo spesso a dover saltare da piattaforme pericolanti ad altre, evitando spuntoni e trappole varie situate sul soffitto e sul pavimento oppure a correre su binari sospesi sopra fiumi di lava dentro dei carrelli cercando di evitare gli ostacoli per non cadere di sotto e far fare una brutta fine a Sam.
In Kingdom of Arcadia non avremo possibilità di salire di livello e l’unico sistema per rendere Sam più forte sarà quello di investire le monete raccolte durante l’esplorazione ed uccidendo i nemici per potenziare l’equipaggiamento.
Potenziando l’armatura andremo ad aumentare i punti vita massimi di Sam rappresentati come tradizione vuole da dei cuori, fino ad averne un massimo di sei.
Investendo invece sulla spada andremo a potenziare la forza del nostro attacco rendendo necessari meno colpi per uccidere i nemici ed infine investendo monete nell’arma a distanza andremo ad aumentarne sia il danno che il numero di munizioni trasportabili.
Kingdom of Arcadia tecnicamente parlando
Graficamente, il gioco riesce a fare quello che si propone e che ci si aspetta da un titolo ispirato ai giochi retrò, ovvero colori vivaci, personaggi e nemici pixellosi accompagnati da animazioni semplicissime; insomma un bagno di nostalgia per chi ha qualche annetto in più come il sottoscritto.
Per i più giovani (ma non solo) invece, Kingdom of Arcadia potrebbe risultare poco ispirato, specialmente nel design dei nemici nei primi castelli che risultano essere gli stessi con l’unica differenza del colore.
A livello di controlli Kingdom of Arcadia offre invece risposte immediate alla pressione dei tasti, una fattore che conta molto in questa tipologia di gioco. Il suo punto debole però è la molta ripetitività del gameplay, davvero poco vario.
Anche a livello sonoro Kingdom of Arcadia non riesce a fare niente fuori dall’ordinario; motivetti semplici e ripetitivi accompagnati da effetti sonori di uguale qualità.
In conclusione Kingdom of Arcadia risulta essere un gioco anonimo, che si lascia giocare tranquillamente ma senza invogliare in nessun modo anche perché il mercato, sia attuale che retrò, è pieno di titoli qualitativamente migliori e più divertenti.