Erano gli inizi del 2001.
Avevo già finito i miei compiti, e come un bravo ragazzino di 12 anni che si rispetti, ero in camera mia a leggere un romanzo di Stephen King.
Improvvisamente venne a trovarmi un mio carissimo amico, che con l’entusiasmo di un disperso che trova un’oasi nel deserto, mi disse le seguenti parole: devo farti vedere un gioco che supererà la bellezza di Final Fantasy VIII!
Impossibile, pensai. Niente poteva competere con l’ottavo capitolo della saga nata da Squaresoft, figuriamoci superarlo. Poi mi mostrò la confezione di gioco, e da quel momento tutte le mie convinzioni caddero come un castello di carte. Si dice spesso che un libro non si giudica dalla copertina… immagino che lo stesso valga anche per i videogames. Eppure quella copertina mi stregò come non era mai successo con nient’altro fino a quel momento.
Andammo in camera mia, accendemmo la TV, prememmo il tasto d’accensione della mia fedele PlayStation, inserimmo il disco e la leggenda ebbe inizio.
In questo articolo ti parlerò di un gioco, sviluppato da Sony Computer Entertainment (ora nota come Sony Interactive Entertainment), che secondo la mia personale opinione, non ha avuto il successo che si meritava. Un gioco del quale si sono quasi perse tutte le tracce. Un gioco che sembra essere stato abbandonato persino dalla casa che l’aveva sviluppato e pubblicato.
Come avrai capito dal titolo, sto parlando di The Legend of Dragoon.
When the clash of swords echo
La storia è ambientata ad Endiness: un mondo popolato da esseri mitologici dotati di una grande forza fisica e magica.
Il protagonista di The Legend of Dragoon è Dart, un ragazzo rimasto orfano dopo la distruzione di Neet, il suo villaggio natale, da parte di un misterioso Mostro Nero, che semina distruzione alla ricerca del Figlio della Luna. Dopo la morte dei genitori, Dart parte per la volta di Seles insieme ad un’altra sopravvissuta al massacro: una ragazzina di nome Shana, cresciuta con lui sin dall’infanzia.
Dopo anni di allenamento, il ragazzo decide di vendicarsi per ciò che ha perduto, mettendosi alla ricerca del Mostro Nero, portando con sé l’unico oggetto appartenuto al padre anni prima: una gemma preziosa color rosso sangue.
Durante la sua assenza, però, scoppia una guerra tra i due regni che compongono la regione di Serdio: Basil e Sandora. Seles viene quindi assediata e Shana viene catturata per ordine dell’imperatore Doel, per poi venire rinchiusa nel carcere di Hellena.
L’avventura di The Legend of Dragoon inizierà proprio da questo momento: il salvataggio dell’amica Shana da parte di Dart.
Senza farti troppi spoiler, ti dico soltanto che, durante il corso dell’avventura, il protagonista si ritroverà coinvolto in qualcosa più grande di lui senza possibilità di potersi tirare indietro.
Il suo passato e il suo destino, insieme a quello degli alleati che incontrerà nel suo percorso, saranno intrecciati alla salvezza dell’intero mondo di Endiness, minacciato da Lloyd: un misterioso ragazzo alla ricerca di tutti gli artefatti lunari, in grado di risvegliare il Dio della Distruzione.
The journey chasing the past ends and…
Come puoi leggere, la trama è degna di uno dei più classici giochi di ruolo. Potrebbe sembrare banale se semplicemente letta in un articolo come questo, ne sono consapevole, ma ti posso assicurare che nulla è banale in The Legend of Dragoon.
Ogni caratteristica che si è in grado di apprezzare all’interno del titolo, trasuda magia e originalità da tutti i pori.
La cosa che, però, balza agli occhi istantaneamente e ha fatto esclamare un po’ tutti con un “ma che diavolo?!” è il sistema di combattimento.
Quest’ultimo, infatti è sì basato su un sistema a turni dove non è presente nessun Active Time Battle (ATB) tipico dei vecchi JRPG di casa Square, ma con delle aggiunte che non ti faranno annoiare un singolo istante.
Alcune delle azioni da scegliere saranno infatti potenziabili, attraverso quelli che potrei definire i precursori degli attuali Quick Time Events.
Oltre a poter potenziare una magia lanciata contro un nemico, premendo velocemente il tasto X del controller per accrescerne l’effetto e i danni, i tuoi riflessi verranno messi alla prova durante gli attacchi “semplici”.
Ho usato le virgolette perché di semplice hanno ben poco, se credi che basti selezionare solo l’icona dell’attacco per conferire danni ad un nemico.
Quando si ha intenzione di partire alla carica verso l’avversario, sullo schermo apparirà un piccolo indicatore quadrato sopra l’immagine del nemico. Un secondo quadrato più grande, andrà quindi a sovrapporsi lentamente al più piccolo e bisognerà premere il tasto X in un momento ben preciso per eseguire un attacco perfetto.
Se si è stati in grado di riuscirci, il personaggio sferrerà un ulteriore attacco con il quale bisognerà ripetere lo stesso schema, creando quindi delle combo uniche nel loro genere e il cui numero di attacchi potrà aumentare via via che si accumulerà esperienza.
Attento però, perché il nemico potrà contrattaccare da un momento all’altro: in quel caso anziché premere il tasto X bisognerà pigiare il tasto O. Se si dovesse fallire, il personaggio perderà preziosi Punti Ferita (PF).
The journey to know today begins
Ti starai chiedendo “E i fantomatici dragoni, presenti in copertina e nel titolo del gioco?”, dico bene?
Sappi che attorno a questi ultimi ruota l’intera vicenda di The Legend of Dragoon. Si assisterà infatti alla feroce lotta tra i dragoni, i cui spiriti attingono da quelli di potenti draghi elementali, e la razza degli Alati con le loro gigantesche creature: le Virago.
Avanzando con la trama, sarà possibile richiamare lo Spirito Dragone che si cela all’interno dei personaggi.
Ciò non influirà solamente nella storia di gioco, ma anche nel gameplay. In battaglia, infatti, comparirà un nuovo comando che permetterà ai nostri eroi di trasformarsi in delle leggendarie creature, potenti e uniche.
Le trasformazioni richiederà l’uso di Punti Spirito (PS) ed è proprio quando si deciderà di utilizzarle che il sistema di battaglia di The Legend of Dragoon cambierà radicalmente. Selezionando infatti l’attacco in modalità dragone, non ci saranno più i quadrati sovrapponibili, bensì un indicatore spirituale che segnerà la potenza del colpo che si andrà a sferrare.
Come la lancetta di un veloce orologio, una barra inizierà a ruotare. Sarà quindi compito del giocatore premere il tasto X ogni volta che l’indicatore arriverà nuovamente nella posizione originale, e se si riuscirà nell’impresa ricomincerà a girare, aumentando la potenza dell’attacco per un massimo di quattro volte.
Inoltre sotto l’influenza dello Spirito Dragone, si potranno lanciare devastanti magie in grado di fare ingenti danni anche al nemico più temibile, ovviamente se si avranno sufficienti Punti Magia (PM).
One soul seeks another and…. Pledges their sworn friendship to another
Immagina che tutto ciò che io ti abbia descritto sia accompagnato da una colonna sonora in grado di fare breccia nel tuo cuore. Personalmente il mio l’ha letteralmente trafitto, al punto che ad oggi, nonostante siano passati ben 20 anni, ricordo a memoria quasi tutte le tracce di The Legend of Dragoon. In particolar modo quelle degli scontri casuali, ma specialmente quelle dei combattimenti contro i pericolosi boss.
Ognuna delle 46 tracce che compongono la soundtrack di The Legend of Dragoon, riesce ad immergerti nel vivo delle vicende che vivono i personaggi, e se chiudi gli occhi mentre ascolti uno dei seguenti brani ti sembra quasi di finire a Endiness, spalleggiando l’impavido Dart, la dolce Shana, il fiero Lavitz, la solitaria Rose, il saggio Hashel, il giusto Albert, la svampita Meru, l’indistruttibile Kongol o la bella Miranda.
Composta da Dennis Martin e Takeo Miratsu, purtroppo la colonna sonora del gioco non ha mai visto la luce qui nel nostro paese. Ma con l’avvento di piattaforme digitali come Spotify non ci vorrà molto a fare le dovute ricerche, indossare un paio di cuffie e lasciarsi trasportare dalle melodie.
One mystery begets the next and…. The doors of fate are opened
“Ma come? Parli così bene di The Legend of Dragoon, eppure quasi nessuno lo conosce!”
Il gioco ha avuto un discreto successo, qui nel nostro paese, specialmente per la totale localizzazione in italiano.
E quando dico totale, intendo davvero totale.
The Legend of Dragoon, ha infatti un doppiaggio in lingua locale che è possibile sentire durante i filmati in computer grafica o alla fine degli attacchi se si riesce a portare a termine una combo.
Nonostante tanti pregi, devo sottolineare a penna rossa il difetto riguardante il suddetto doppiaggio.
Parlare di doppiaggio non è proprio il massimo. Secondo il mio parere, quello del gioco, sembra quasi un doppiaggio a livelli amatoriali… di scarsa qualità per di più. Ricordo che mi facevo grasse risate sentendolo, ascoltando la voce simile a una trombetta di Albert, e soprattutto notando alcuni accenti messi un po’ a casaccio.
Nonostante tutto, anche negli altri paesi, The Legend of Dragoon ha riscosso un ottimo successo, ma non talmente grande da riuscire a competere con dei mostri sacri come quello sfornato nello stesso anno da Squaresoft.
“You are free to sever the chains of fate that bind you….
The Legend of Dragoon è un titolo che ha fatto la storia nel mondo dei JRPG.
Purtroppo Sony sembra quasi aver rinnegato il suo stesso figlio, dato che non esistono al giorno d’oggi molte possibilità che permettano di giocare al gioco. Le copie fisiche sono quasi introvabili e quelle poche ancora in circolazione hanno prezzi davvero esorbitanti.
L’unico modo per poter giocare a The Legend of Dragoon era attraverso una versione PSOne pubblicata sul PlayStation Store americano utilizzabile solo su PlayStation 3, PSP e PlayStation Vita. Senza contare che il suddetto Store per le console sopra citate sta per chiudere i battenti, non è mai arrivata una versione acquistabile nel nostro paese.
Nel corso degli anni, i fan del gioco (tra cui il sottoscritto) hanno richiesto, anche tramite petizioni che hanno raggiunto un altissimo numero di firme, un remake o un sequel di The Legend of Dragoon senza però ottenere alcun successo.
Chissà se in futuro, ripensando ai vecchi titoli che hanno portato al successo la categoria dei giochi di ruolo all’infuori del territorio nipponico, Sony deciderà finalmente di riprendere in mano questo piccolo gioiello.
E io sarò lì, insieme a te caro lettore, per tornare ancora una volta ad Endiness.