Scarlet Hood and the Wicked Wood è un punta-e-clicca vecchio stampo la cui ispirazione è evidente fin dalle prime immagini. E’ un gioco che si rifà chiaramente alla tradizione e ai classici di questo genere, dai molti titoli a marchio LucasArt fino alla saga di Broken Sword. Nonostante spesso, quando si parla di punta-e-clicca, i videogiocatori pensino a qualche titolo retrò, bisogna però dire che questo è un genere che ha mantenuto in modo costante una propria base di fan di nicchia che hanno continuato a perorarne la sopravvivenza grazie al supporto del web. Con l’avvento poi del mercato indie e dei giochi per cellulari (spinti dal successo di Ace Attorney e del Porfessor Layton), questo genere ha visto indubbiamente una seconda giovinezza, ritornando a farsi valere sul mercato.
La particolarità dei punta-e-clicca di essere giochi casual, dal facile accesso, ha spesso portato a giudicarli in modo superficiale. Questo non è un genere facile da affrontare. Per realizzare un buon punta-e-clicca non basta tirare su una storia banale e qualche enigma, ma questi devono essere all’altezza delle aspettative e devono essere affiancati da un comparto artistico di livello elevato. Saranno riusciti i ragazzi di Devespresso Games, studio indie collocato nella Corea del Sud, a raggiungere il loro obiettivo con Scarlet Hood and the Wicked Wood? Scopriamolo insieme in questa recensione.
Cappuccetto Scarlatto e il Mago di Glome
Scarlet Hood and the Wicked Wood viene presentato come una favola moderna per tutte le età. La prima parte di questa affermazione è indubbiamente vera e, per quanto il titolo e la protagonista strizzino l’occhio a Cappuccetto Rosso, è evidente fin dai primi minuti di gioco che è il riferimento più vicino è il Mago di Oz.
La nostra protagonista, Scarlet, è infatti la frontman di una band musicale che, dopo una serata davvero pessima, viene trasportata nel mondo fantasy di Glome. Questo è un luogo dove la magia e gli artefatti misteriosi sono dietro ogni angolo, che è abitato da moltissima creature diverse e che è “controllato” da sette potenti streghe. Scarlet scoprirà di essere la discendente della Strega Rossa e che una maledizione le permette di avere sette vite (ad ogni morte, ricomincerà la giornata dall’inizio), ma non solo… il suo scopo è infatti far sì che una carovana di Munchkin attraversi i pericolosi Wicked Wood senza cadere nelle grinfie della malvagia LeFaba, la strega nera (che ricorda tantissimo la strega dell’ovest come aspetto).
I riferimenti al Mago di Oz non finiscono qui. Scarlet dovrà recuperare delle scarpette rosse per tornare a casa e per raggiungere i suoi scopi potrà radunare un gruppo di compagni che sono: uno spaventapasseri con testa di zucca, un soldato di latta e un leone fifone. Ricorda nulla? In ogni caso l’atmosfera generale del titolo è fiabesca, scherzosa e molto colorata, per quanto non manchino alcuni tocchi più dark (creature da incubo, cadaveri, ecc). Quanto all’essere per tutte le età, non si può negare che molti personaggi femminili abbiano una sessualità abbastanza spinta (a partire proprio da Scarlet), ma sono cose che possono notare giusto gli adolescenti.
Non è facile essere una strega
Nonostante Scarlet Hood and the Wicked Wood sia a tutti gli effetti un punta-e-clicca, i comandi sono molto moderni e più simili a un action game bidimensionale. Non è certo il primo gioco di questo tipo nel genere, ma sicuramente è un’accortezza che aiuta a renderlo più approcciabile da un pubblico casuale. In pratica potremo muovere Scarlet orizzontalmente nello scenario, andando poi ad interagire con i vari oggetti/accessi presenti. Il tipo di interazione dipende dall’icona che appare davanti all’oggetto, con alcune che compaiono solo quando vengono rispettate determinate condizioni.
Oltre ai tasti per muoversi e per interagire, ne possiamo poi usare alcuni per: utilizzare degli oggetti consumabili (ne parliamo dopo), vedere una comoda mappa che ci aiuterà ad orientarci nei vari livelli, aprire il nostro inventario degli oggetti chiave e analizzarli e, infine, aprire il diario su cui annoteremo le varie note raccolte.
Gli enigmi sono ovviamente il cuore di Scarlet Hood and the Wicked Wood. Ognuno dei 5 livelli è di base un grosso enigma da risolvere. Dovremo infatti esplorare l’area del livello fino a quando non riusciremo a trovare “una soluzione” che permetta a Scarlet di non morire nel suo attuale ciclo vitale. Va subito fatto notare che non esiste una risposta unica, ma ogni area presenta tre diverse soluzioni possibili (una sfrutta l’ingegno, una la magia di Scarlet ed una un alleato). Il livello si concluderà appena ne troveremo una e se finiremo il gioco con 5 soluzioni simili, otterremo un finale speciale (che in tutto sono quindi tre).
Per arrivare alle soluzioni dovremo, ovviamente, risolvere altri piccoli enigmi che si dividono in ambientali e punta-e-clicca veri e propri. I primi consistono nel trovare/interagire con degli oggetti o con l’ambiente nel giusto ordine mentre i secondi aprono una schermata ingrandita che presenta un qualche rebus da risolvere. A volte gli indizi per farlo sono nella schermata stessa, altre volte dovremo cercarli nel livello circostante. In generale il livello di sfida di questi enigmi è ben sopra la media ed alcuni sono davvero, davvero impegnativi da risolvere. Comunque se ci si blocca nella ricerca di una delle soluzioni, si può sempre cercare di completare il livello usando le altre due.
Muoversi per i livelli però non sarà sempre una passeggiata visto che Scarlet Hood and the Wicked Wood ha anche una certa componente action. Scarlet dovrà infatti evitare i vari nemici usando o il suo scatto (che ha un limite determinato dalla barra sotto la vita) o un cristallo magico che le permette di sconfiggere quasi tutti gli avversari che incrocia. Ogni volta che fallirà nel farlo e verrà colpita, perderà un cuore o sarà avvelenata (perdendo cuori nel tempo). Finiti i cuori, dovrà ripartire dall’ultimo checkpoint trovato. Un caso a parte è poi il Brer Wolf, un lupo mannaro invincibile che apparirà in determinate situazioni in date aree e potrà essere evitato solo mascherandosi da totem fino a quando non ci passa davanti.
Per evitare di incorre in una fine prematura, Scarlet potrà usare degli oggetti consumabili che rigenerano cuori, curano il veleno o le forniscono altri bonus. Questi potranno sia essere trovati a giro per i vari livelli che in vendita da un apposito mercante. Nelle aree troveremo anche i già citati cristalli magici che, oltre a sconfiggere i nemici, ci permettono anche di trovare oggetti e aree nascoste non visibili normalmente. Infine, i 5 livelli di gioco sono anche pieni di “note” e fogli strappati da collezionare per ottenere un particolare bonus di cui, però, non ti faccio spoiler. Sappi però che ti servirà utilizzare i cristalli magici per completare la sezione note al 100%.
Una graphic novel in movimento
Come già detto in apertura alla recensione, il comparto artistico di un punta-e-clicca è importantissimo per determinare la qualità dello stesso. Sono felice quindi di dire che quello di Scarlet Hood and the Wicked Wood è assolutamente eccellente. La realizzazione grafica e gli artwork sono semplicemente eccezionali. Ogni creatura è particolare e piena di dettagli, al punto che difficilmente noterai tutto a prima occhiata.
Le animazioni sono forse un po’ scricchiolanti, ma sono compensate da degli ambienti e degli sfondi semplicemente perfetti, anche se a volte i troppi dettagli rendono facile farsi sfuggire determinati indizi. Complessivamente si può parlare di un lavoro magistrale.
Quanto scritto per il design e la realizzazione grafica, può essere ripetuto pari pari per quanto riguarda musiche ed effetti sonori. La colonna sonora, soprattutto, mi ha piacevolmente stupito per l’elevata qualità e per quanto ben si adatti alle varie scene in cui è presente. Stessa cosa vale per gli effetti sonori che, in alcune parti del gioco, sono fondamentali anche in termini di gameplay. I passi pesanti ed il ruggito del Brer Wolf sono davvero inquietanti. Infine devo segnalare che le scene di intermezzo sono completamente doppiate in inglese. Sembra una sciocchezza, ma non è una cosa da poco per un gioco indie di questo tipo.
Come dovrebbero essere i punta-e-clicca oggi
Fino a qui ho parlato soprattutto dei pregi di Scarlet Hood and the Wicked Wood, ma non è tutto oro quello che luccica e questo gioco ha anche dei difetti, la maggior parte risolvibili, ma altri che purtroppo pesano parecchio. I primi si riassumono in una serie di bug che a volte impediscono di risolvere un enigma o fanno proprio crashare il gioco. Mentre sto scrivendo questa recensione ho letto che è uscita una patch che ha già risolto la maggior parte di questi quindi è una cosa di cui ti dovrai preoccupare il giusto. Restano però gli altri due grossi difetti.
Il primo è che, per un gioco con 4 finali diversi e numerose soluzioni alternative, è impossibile rigiocare i singoli livelli, se non ricominciando ogni volta da zero. Non dico che la selezione dei livelli dovrebbe essere disponibile fin da subito, ma non capisco perché, una volta ottenuto un finale, non possa scegliere da dove ripartire per cercare gli altri (un po’ come avveniva, per esempio, in Detroit Become Human).
Fortunatamente il gioco è molto breve. Anche troppo breve. Questo è infatti il secondo grosso difetto visto che Scarlet Hood and the Wicked Wood sembra quasi la demo di un titolo più ampio. Va infine notato come non ci sia una traduzione in italiano e questo è un vero peccato.
Detto questo, Scarlet Hood and the Wicked Wood vale i quasi 15 euro che costa su Steam? Assolutamente si, soprattutto se sei un fan del genere, ma va bene anche per chi si approccia per la prima volta ad un punta-e-clicca. Vale quel prezzo anche solo per l’ottimo livello artistico con cui è realizzato, ma, al di là di questo, c’é anche un gameplay interessante ed un gioco che, per quanto breve, ti terrà incollato allo schermo del PC per tutta la sua durata.