Classified Stories: The Tome of Myrkah è un’avventura in prima persona sviluppata da RVL Games un piccolo team di sviluppatori indipendenti. Il team fondato nel 2009 ha precedentemente lavorato allo sviluppo di casual game. Classified Stories è il loro primo progetto più complesso e l’idea di svilupparlo nasce nel 2018.
Classified Stories: The Tome of Myrkah è stato pubblicato l’8 aprile 2021 su Steam e sarà il primo di una serie di titoli ambientati nello stesso universo, ognuno dei quali costituirà però una storia conclusiva e indipendente.
Avventura in un incubo cosmico
In Classified Stories: The Tome of Myrkah vestiamo i panni del detective privato Jim Morrison che si risveglia improvvisamente nel suo ufficio dopo un incubo. Al suo risveglio, Jim trova una lettera di un suo vecchio amico, Alfred Hamilton, che invoca il suo aiuto. Dopo anni di silenzio Alfred è preoccupato per la sicurezza della figlia e quindi decide di chiedere aiuto all’unica persona di cui si sia mai fidato, il nostro detective Jim Morrison.
Senza conoscere ulteriori dettagli sulla vicenda non ci resta altra alternativa che recarci presso la fattoria in cui Alfred e la figlia Aleta vivono. Giunti sul posto ci accorgiamo subito che qualcosa non quadra e soprattutto non vi è traccia dei nostri amici. Un alone di oscurità aleggia intorno alla fattoria e starà a noi riuscire a far luce sulla vicenda. Più indagheremo e più ci ritroveremo dentro un vero e proprio incubo lovecraftiano.
Jim, nella fattoria, con la pistola
Classified Stories: The Tome of Myrkah è un’avventura in prima persona in cui siamo chiamati a svelare un mistero attraverso l’esplorazione della magione degli Hamilton. Pistola e torcia alla mano (ma assolutamente mai contemporaneamente) ci addentriamo nella oscura casa per svelare i misteri in essa celati.
Il gameplay abbastanza lineare prevede nelle prime fasi del gioco di esplorare la casa alla ricerca di indizi. Per proseguire nella ricerca ci rendiamo subito conto di dover risolvere alcuni enigmi. Enigmi che, ahimè, consistono semplicemente nella sistematica ricerca di oggetti tra i numerosi cassetti e talvolta scaffali presenti nella residenza. Gli oggetti sono nascosti in bella vista e l’unica cosa che rende difficile trovarli è dover aprire tutti i cassetti per farlo. Questo fa si che la ricerca non sia stimolante, ma la rende noiosa.
Gli oggetti raccolti vengono usati in automatico interagendo con gli elementi della scena e ciò riduce ulteriormente la difficoltà degli enigmi. Quindi non ci ritroveremo mai a interagire su un oggetto della scenografia tentando di utilizzare uno ad uno tutti gli elementi presenti nel nostro inventario. Questo tipo di meccanica rende anche vana la presenza di oggetti che si rivelano essere specchietti per le allodole (la motosega di Maniac Mansion ti dice qualcosa?).
Gli oggetti da raccogliere non sono tanti, ciò è dovuto anche alla durata del gioco che non supera le 2 ore, nel nostro caso ci abbiamo impiegato 3 ore perché a causa di un problema con il salvataggio abbiamo dovuto ricominciare la nostra avventura dall’inizio. Quando prendiamo un oggetto è possibile ruotarlo per poterlo osservare, l’aver aggiunto questa funzione ci fa pensare che ci possano essere indizi nascosti su qualcuno di questi oggetti, ma non è così, inoltre, una volta aggiunti all’inventario non è più possibile ispezionarli.
Per non rendere inutile la presenza dell’anacronistica Glock (la nostra avventura è ambientata negli anni ’70) e movimentare un gameplay altrimenti noioso e ripetitivo sono stati aggiunti degli sporadici nemici. Queste creature demoniache compariranno all’improvviso, spesso facendoci saltare sulla sedia, ma non saranno veramente un ostacolo, infatti, basteranno pochi colpi per atterrarli.
Nella seconda parte del gioco il gameplay diventa meno monotono, aumentano i nemici da affrontare e gli enigmi, pur restando semplici, si fanno più interessanti. Il clou si raggiunge sul finale del gioco in cui non vengono richieste le nostre doti di tiratore ma dovremo usare un po’ di ingegno per riuscire a rispedire nel suo sonno cosmico il nostro eterno amico tentacolare.
La narrazione
Il fulcro di un gioco di questo genere dovrebbe essere la trama, peccato che la narrazione nel gioco sia completamente trascurata. Premettendo che non ci sono vere e proprie cutscenes, né dialoghi, né doppiaggio, proseguendo nella nostra avventura gli eventi vengono mostrati in due differenti modi.
Tra un’ambientazione e l’altra la transizione viene rappresentata da delle sequenze a fumetti in cui con poche tavole molto curate accompagnate da poche righe ci vengono mostrati gli eventi in corso. Questo ad esempio è il caso del viaggio del nostro detective dall’ufficio alla fattoria.
Mentre per aiutarci a ricostruire i fatti dobbiamo fare affidamento sulle brevi lettere che il nostro caro amico Alfred ha lasciato sparpagliate per casa. Saranno queste poche righe il nostro unico modo di ricostruire alla meglio gli eventi che sono intercorsi nella fattoria.
La narrazione risulta, quindi, carente, e a nostro avviso si sarebbe potuto utilizzare lo stesso sistema dei cambi di scena per mostrare anche gli eventi delle lettere sotto forma di fumetto. In questo modo gli eventi narrati sarebbero stati senza dubbio più chiari e più coinvolgenti. Affidare la narrazione solo alle lettere unita alla totale assenza di doppiaggio, fa sì che la trama rischi di passare in secondo piano e le informazioni di cui veniamo a conoscenza rischino di essere completamente trascurate. Non a caso l’atmosfera lovecraftiana, prima di mostrarsi palesemente, emerge timidamente attraverso una delle lettere in cui gli eventi narrati ci ricordano il racconto La Tomba.
Cosa succede alla mia torcia?
Classified Stories: The Tome of Myrkah presenta un’ambientazione dark con ambienti poco illuminati in cui dovremo farci strada grazie alla nostra torcia, peccato che l’illuminazione della torcia non risulti adeguata, infatti avvicinandosi agli oggetti spesso questi non vengono illuminati, mentre altre volte la luce della torcia oltrepassa direttamente gli oggetti.
A questo si aggiunge qualche altro glitch grafico come oggetti compenetrati e la totale assenza della forma fisica del nostro personaggio che riflettendosi allo specchio appare come una sfera di luce.
L’audio non eccelle ed è perlopiù assente per poi farci sentire sporadicamente dei suoni allarmanti (totalmente fuori contesto rispetto al genere di gioco), i passi del nostro personaggio o il respiro delle creature che però non sempre è udibile.
In conclusione
Classified Stories: The Tome of Myrkah ha del potenziale che però non è stato completamente sfruttato. Infatti, avremmo preferito una narrazione più approfondita e coinvolgente ed enigmi in grado di metterci alla prova. Tirando le somme il tempo trascorso giocando a Classified Stories: The Tome of Myrkah è caratterizzato da un 80% di ricerca di oggetti, da un 10% di risoluzione dei puzzle e dall’affrontare i nemici nella restante parte.
Visto che Classified Stories sarà una serie di titoli che condivideranno lo stesso universo ci auguriamo che le prossime avventure possano essere più curate.