Da qualche giorno vagava nei miei pensieri, l’idea di stilare una piccola classifica di gradimento sui titoli presenti all’interno dell’Xbox Game Pass, il servizio in abbonamento targato Microsoft. Soltanto pochi giorni fa, siamo venuti a conoscenza dell’ottima crescita del servizio, arrivato ad avere una community di oltre 23 milioni di abbonati.
Non è certo un articolo rivolto a tessere le lodi del servizio, piuttosto un prendere per mano chi, vedendo di fronte a se la miriade di titoli presenti, potrebbe trovarsi spaesato. Vorrei precisare che si tratta di opinioni strettamente personali, prive di spoiler, ma ricche di sentimenti e amore, per quello che ci accomuna, la passione per i videogiochi.
Xbox Game Pass: alla scoperta dei due capitoli di Dishonored
Non molto tempo prima dell’uscita del primo capitolo, Arkane Studios si era distinta per progetti davvero interessanti, non privi di difetti sia chiaro, ma arricchiti da una magia che non tutti posseggono. Diversi publisher infatti notarono le abilità del team francese, ed è così che Zenimax Media, decise di investire in questo talentuoso team.
La remastered non spicca per qualità, si tratta di un’opera che meritava un maggior rispetto, nonostante siano presenti tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati in seguito. Questa versione riesce comunque a regalare le stesse sensazioni di quella precedente, quindi non temere.
Se dovessi fornirti però un dettaglio per il quale, le due fatiche di Arkane meritano la tua attenzione, non avrei dubbi, punterei tutto sul suo particolare gameplay.
La grande abilità dell’attuale Xbox Game Studios è stata quella di ricreare un gameplay, che da un lato prendesse a piene mani da alcune meccaniche già viste, dall’altro una cauta e risoluta sperimentazione, che ha portato i due titoli ad essere considerati vere e proprie perle videoludiche della scorsa generazione.
La città di Dunwall
Il territorio che fa da sfondo alle gesta del protagonista, è studiato nei minimi dettagli. Una Londra corrotta, devastata dalla peste, in cui l’umanità è stata quasi del tutto persa, mentre l’avidità e la ricerca del potere sembrano più che mai all’apice dell’attenzione. L’art designer del mondo di gioco, ha saputo ricreare un’atmosfera unica, un lavoro prezioso dopo quello già splendido svolto con Half Life 2.
La libertà di approccio è davvero ricca e sfaccettata, nonostante la storyline principale duri poco meno di 10 ore, ogni run sarà diversa dalle altre. I titoli di coda potrebbero invogliarti a ricominciare, cercando di scovare ogni piccolo segreto o completare la ricerca delle rune, tutt’altro che semplici collezionabili. Partendo da un incipit classico e poco ricercato, diciamo che la narrazione non è il punto di forza del titolo, sarai dotato, tramite un misterioso personaggio, di poteri sovraumani.
Ed è qui che il level design si sposa alla perfezione con il gameplay scelto da Arkane Studios. Ogni punto delle strutture sarà raggiungibile attraverso la traslazione, una sorta di corto teletrasporto, che ti renderà libero di muoverti al meglio delle tue capacità, in un territorio irto di pericoli.
Stealth o carneficina?
Diverse strutture sono dotate di cunicoli, piccoli scoli o finestre rotte, per non parlare del potere possessione che ti permetterà di rivestire i panni, per qualche secondo, di ratti, pesci o addirittura umani. Quale sarà la tua scelta? Entrerai ad armi spianate non temendo nessuno o preferirai agire di nascosto?
Le scelte e le modalità di approccio, come detto in precedenza toccano livelli altissimi. Conta che sarà possibile terminare l’avventura senza mai sporcarsi le mani, agendo come una letale ombra. Tutto questo è possibile grazie alla cura maniacale per la componente stealth, in alcuni casi semplice ma estremamente efficace.
Il sistema di rilevamento si basa su due fattori fondamentali, il primo sul rumore delle tue azioni, il secondo sul campo visivo dei nemici, opportunamente segnalato. In aggiunta potrai sbirciare dalle serrature, lanciare qualsiasi tipo di oggetto e sporgerti dai ripari, studiando ogni mossa.
Rimane una sola nota dolente, il comparto tecnico. Lungi dall’essere anche a suo tempo una gioia per gli occhi, Dishonored porta il peso degli anni, ma riesce in qualche modo a nasconderlo grazie al particolare design dei personaggi. Una sorta di quadro distopico in movimento, che per quanto non spicchi per qualità, a parte qualche missione davvero sorprendente, riesce sempre a non far storcere il naso.
I poteri donati dal misterioso personaggio, non saranno il tuo unico strumento, nel caso volessi trasformare il protagonista in uno spietato assassino. Nella mano destra sarà presente per tutta l’avventura e per entrambi i capitoli, un’affilatissima lama, mentre la mano sinistra potrà essere equipaggiata come meglio si crede. Da granate a balestre, equipaggiabili con dardi da effetti diversi, passando per pistole e poteri particolari.
Il primo capitolo di Dishonored ha debuttato nel lontano 2012, su Xbox One, Xbox 360, Playstation 4, PlayStation 3 e PC. Inoltre è stato uno dei primi titoli ad usufruire dell’FPS Boost, raggiungendo i 60 fps su next gen. Il sequel invece è uscito ben 6 anni dopo, nel 2016 su Xbox One, PlayStation 4 e PC.