Da Fortnite a Call of Duty: Warzone passando per PlayerUnknown’s Battlegrounds e Apex Legends, i titoli battle royale hanno conquistato una larga fetta del pubblico videoludico. Esistono gamer che hanno totalmente abbandonato il single player e i generi ad esso inerenti pur di rimanere gli ultimi in piedi nei vasti e infidi campi di battaglia proposti da questi videogiochi.
Da amante della storia e delle belle storie, oltreché delle arti figurative, si capisce che titoli del genere non avrebbero mai potuto conquistare il mio cuore. Trama inesistente e d’altronde non necessaria, per quanto esistano narrazioni di fondo in alcuni battle royale; sensibilità estetica estremamente relativa e comunque anch’essa poco importante in questi casi e, ultima ma non ultima considerazione, la maggior parte se non la totalità di questi titoli sono shooter in prima o in terza persona, fattore che li rende potenzialmente lo stesso gioco declinato in modi diversi.
Bisogna dubitare di tutto, anche delle proprie passioni
La convinzione riguardo la mia personale impossibilità di innamorarmi di un battle royale è stata salda fin dalla prima volta che provai Fortnite, all’epoca nel suo primo anno di vita. Da allora li provai tutti sistematicamente, mano a mano che venivano pubblicati (l’unico rimasto escluso è paradossalmente PlayerUnknown’s Battlegrounds, che arrivò sui nostri schermi qualche mese prima di Fortnite).
L’ultima prova è stata Call of Duty: Warzone, al quale tutt’ora mi capita di fare qualche partita con gli amici ma che non posso dire di amare particolarmente e al quale da solo non giocherei mai.
A distruggere la mia incrollabilità ha pensato come al solito la Cina, Paese dove ho vissuto per breve tempo che amo immensamente e che ha la capacità di svuotare la mente di chi lo visita da ogni preconcetto e ristrettezza di vedute, smuovendo ogni certezza pregressa. Dalla Cina, ad opera di 24 Entertainment, è arrivato NARAKA: BLADEPOINT, un battle royale che si può dire abbia tutto ciò che agli altri manca: verticalità, velocità e soprattutto tante spade.
Quando una beta ti entra nel cuore
Ho scritto per la prima volta a proposito di NARAKA: BLADEPOINT in questo articolo e, appena finito di scrivere, sono andato direttamente ad iscrivermi al playtest su Steam che si è concluso ieri 26 aprile 2021, certo di ritrovarmi davanti qualcosa di interessante. Ricevuta la mail di invito (nella quale peraltro non speravo), mi sono presentato puntuale all’orario di inizio il 23 aprile, e nel corso dei tre giorni seguente sono riuscito a totalizzare le poche ma buone tre ore di gioco.
Ebbene, nonostante questo poco tempo, posso dire che NARAKA: BLADEPOINT mi stia mancando. Ha praticamente tutto ciò che serve ad un battle royale di successo, sostituendo egregiamente la ricarica delle armi da fuoco con la manutenzione delle armi da mischia e da lancio (è prevista la possibilità di alternare le due tipologie di arma). La necessità di usare determinati consumabili onde recuperare sia armatura che salute aumenta considerevolmente il livello di sfida e l’utilizzo del rampino rende il tutto più frenetico e verticale.
Questa versione di prova, come è giusto che sia, non è esente da difetti, i quali coinvolgono in particolar modo il bilanciamento di alcune armi (e. g. il cannone portatile, non fosse per la bassa durevolezza massima, fa veramente troppo danno). Tuttavia la bilancia pende decisamente dal lato dei pregi: la grafica è fluida e gradevole (a parte qualche elemento sgranato qua e là).
L’estetica e le atmosfere sono sublimi, degne dei film d’arti marziali o fantasy cinesi. I sei personaggi giocabili sono ciascuno dotato di un ben orchestrato background narrativo e anche il sonoro sa il fatto suo, con musiche veramente notevoli compensate in negativo da qualche voce lasciata in originale.
È chiaro che per il momento quello tra me e NARAKA: BLADEPOINT è stato un breve incontro, sebbene intenso. Per scoprire se è amore o no mi servirà aspettare la full release prevista per quest’estate (servirà anche a te se, come me, hai avuto la possibilità di partecipare a questo playtest). Certo è, per il momento, che i numeri affiancati a questo titolo sono già impressionanti (puoi leggere qui per approfondire).
Chissà se questo iniziale successo in termini di affluenza porterà gli sviluppatori a prendere in considerazione una versione per console del titolo in futuro.