Annunciato all E3 del 2018, Dying Light 2 ha subito incontrato l’approvazione del grande pubblico; l’opera a cura di Techland, si presenta a tutti gli effetti come il sequel del primo capitolo.
Dopo mesi di straziante silenzio, l’azienda polacca ha iniziato a rasserenarci sull’andamento del progetto, ci ha rassicurati che il tutto è effettivamente in lavorazione, ma che è stato semplicemente annunciato “forse un po’ troppo presto“.
Con alcuni video sul loro canale YouTube ufficiale alcuni membri del team hanno fornito molte delucidazioni sul titolo, confermando il “main objective“, ovvero creare un’opera estremamente ambiziosa.
Si tratta infatti di qualcosa di molto particolare, stando a quanto dichiarato da Techland, Dying Light 2 sarà un open world in continua metamorfosi. L’opera si basa su una forte componente narrativa, nella quale il giocatore avrà pieno controllo delle proprie azioni e delle proprie scelte.
Nel particolare, queste ultime saranno in grado di plasmare l’ambiente di gioco in maniera drastica, come è mostrato nel gameplay trailer dove, aprendo delle dighe, il giocatore rivela un’intera zona esplorabile prima sommersa dall’acqua.
Dying Light 2, qualche passo indietro e qualche passo avanti
Stando ai recenti report dell’azienda polacca, il periodo di sviluppo aggiuntivo, dato dal rinvio, avrebbe fatto sì che alcune meccaniche di gameplay fossero rimosse.
Si parla della possibilità di gestire un proprio “accampamento“, mi viene in mente qualcosa in stile Fallout 4 con gli insediamenti; sta di fatto che ora questa feature non è più presente, in quanto “non si tratta di un gioco gestionale” e devo dire che mi trovo abbondantemente in accordo con questa scelta.
In questo sequel non vedremo nemmeno armi da fuoco, ma pare che ciò sia il frutto di una scelta basata sulla coerenza narrativa, non da un vero e proprio “cut-content”.
In Dying Light 2 ci troviamo in un modo in prenda all’apocalisse, sull’orlo di una guerra. I più abili fabbricanti d’armi sono ormai spariti, o non più in grado di lavorare in modo efficiente.
Saremo quindi costretti ad utilizzare armi di fortuna, non convenzionali, o comunque armi bianche per la maggior parte del tempo.
Sembra però che una simil bocca da fuoco esista, una sorta di shotgun, ma come detto prima è il frutto dell’assemblaggio di parti ricavate chissà dove e in chissà quali condizioni, il team assicura che non potremo affidarci esclusivamente ad esso e che sarà davvero raro e incline all’inutilizzo.
Altra cosa che, per quanto mi riguarda, non denota un difetto per il gioco, penso sia più utile contestualizzare il tutto secondo la trama proposta che inserire armi da fuoco a vanvera per la gioia dei più avventati.
Il parkour sarà fondamentale, niente veicoli
Ebbene sì, Techland ci vuole spronare all’utilizzo del principale metodo di spostamento, il parkour. Il tutto sarà un’evoluzione di quanto visto nel primo episodio (già di per sé piuttosto valido), avremo anche a disposizione un rampino che fungerà da “ragnatela di Spider-Man”.
Ovviamente non c’è da aspettarsi alcuna evoluzione alla Miles Morales, ma piuttosto un qualcosa che ci possa salvare dalle imminenti cadute o che possa farci raggiungere palazzi particolarmente distanti.
Forse qualche veicolo sarà comunque presente, ma sarà confinato alle scene scriptate, magari mentre veniamo accompagnati in un area di missione, o per incontrare qualche personaggio in particolare.
In conclusione mi ritengo soddisfatto di quanto sappiamo fino ad ora di Dying Light 2, ho amato il primo episodio e non vedo l’ora di verificare con mano quanto sarà profondo il sistema narrativo, che viste le premesse si preannuncia qualcosa di davvero interessante.
Dying Light 2 è in arrivo quest’anno su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S, Microsoft Windows; il team ha anche rassicurato che sarà data la giusta attenzione alle versioni per console di vecchia generazione, perciò incrociamo le dita che tutto vada secondo i piani.