Returnal è l’ultima fatica di Housemarque, team finlandese nato nel 1995 con una grande vocazione per i roguelike; uscita il 30 aprile, in esclusiva PlayStation 5, l’opera ha riscontrato un notevole successo.
Purtroppo negli ultimi giorni sembra essere accaduto qualcosa di ben noto a noi appassionati del medium videoludico, anche Returnal sta subendo un review bombing (fenomeno che vede molteplici utenti valutare negativamente un titolo, spesso senza averlo giocato).
Il review bombing ha raggiunto il suo apice in concomitanza con l’uscita di The Last of Us parte 2, moltissimi videogiocatori hanno infatti valutato l’opera di Naughty Dog con voti ben sotto il “cinque di incoraggiamento“; l’accaduto ha avuto una tale risonanza mediatica che Metacritic (sito che si occupa di raggruppare le valutazioni di utenti e stampa specializzata, al fine di creare una media in grado di indirizzare l’utente all’acquisto) decise di sospendere momentaneamente le recensioni degli utenti.
In molti non si rendono conto di quanto possa pesare il loro parere, soprattutto per un team come Housemarque che con Returnal ha fatto un lavoro tutt’altro che mediocre; oltre a scoraggiare lo stesso team di sviluppo, che potrebbe anche decidere di non proporre mai più qualcosa di simile al grande pubblico, si scoraggia anche l’utente medio, che vedendo tante recensioni negative potrebbe optare per un’acquisto differente.
Ci tengo a specificare che ciò che sta accadendo nei confronti di Returnal non è affatto paragonabile a quanto visto con The Last of Us parte 2, ma è comunque utile secondo me trattare l’argomento.
“Returnal è un gioco monotono, troppo costoso, si muore troppo spesso!”
Moltissime recensioni su Metacritic da parte dell’utenza hanno queste parole chiave in comune: costo, difficoltà e monotonia. Partendo dal presupposto che Returnal si propone al pubblico come un FPS in terza persona con forti componenti da roguelike, è indispensabile che l’utente sappia di cosa sta parlando.
Per intenderci, è come accusare un gioco Telltale o Quantic Dream di avere poco gameplay e troppa narrazione, ma proviamo ad addentrarci ancora di più in questo marasma di revisioni negative.
Su un totale di 1600 recensioni, da parte dell’utenza, circa 400 sono estremamente negative, indi per cui non si tratta di “vie di mezzo”, non si tratta di voti con senso critico da parte di utenti realmente insoddisfatti dell’opera a causa di qualche difetto tecnico in particolare, piuttosto sembrano essere l’ennesimo capriccio di chi non ottiene ciò che desidera.
Parlando di monotonia, il gameplay di Returnal è sicuramente basilare nella sua forma più concreta, ma introducendo l’elemento variabile come l’ambiente mutevole, i nemici e i loot casuale lungo le varie mappe, penso che sia tutto fuorché monotono.
Il prezzo di 70 euro è una prassi nei titoli AAA, perché di questo si tratta. Returnal è un progetto ad alto budget, a oggi è il titolo che sfrutta al meglio le potenzialità del DualSense, per moltissimi la vera innovazione data dalla nuova generazione.
Le morti frequenti, ahimè sono parte integrante del gameplay anche se pare che in molti siano riusciti a finire il titolo in sole 10 ore, quindi forse è più un problema di impegno, di dedizione, e non di bilanciamento o di errori di game design da parte di Housemarque.
Con questo articolo voglio provare a sensibilizzare quante più persone possibili sul fatto che il parere di ognuno ha un peso, non sei solo un numero insignificante, il tuo parere conta. Un team di sviluppo può avere futuro o meno anche grazie al tuo sostegno, prendi come esempio Days Gone 2, che pare essere stato cancellato a causa dei pareri negativi da parte del pubblico.
Sicuramente ognuno è libero di dire la propria, un prodotto non può piacere a tutti, ma quando si parla di review bombing non si parla di pareri, ma di capricci infantili volti a esteriorizzare chissà quale frustrazione personale.
Concludo questo excursus attendendo giorni migliori e sperando di ritrovarti presto in qualche nuovo articolo dai toni più scanzonati.