Benvenuto in questa nuova recensione di iCrewPlay. Oggi ti parlerò di un gioco chiamato Knights of San Francisco.
Generalmente, quando si pensa a un gioco, nella propria testa si proiettano immagini inerenti a un avatar che si muove in un certo luogo e interagisce con certi personaggi. Insomma, siamo abituati al fatto che nel videogioco gli sviluppatori ci mostrino direttamente le fattezze di tutti i character coinvolti.
Quando si legge un libro, invece, il discorso cambia radicalmente, perché ciò che i nostri occhi vedono sono soltanto dei segni neri, che messi l’uno vicino all’altro formano le cosiddette “parole“. Grazie a questi segni noi riusciamo comunque ad avere una visione di ciò che succede nella trama in cui ci addentriamo, ma la differenza col videogioco sta nel fatto che nel caso della lettura ci si avvale della propria immaginazione.
Ciò che immagino io mentre leggo il passo di un libro, per quanto possa essere similare, non sarà mai uguale a ciò che un’altra persona vede nella sua testa. Nel caso di videogiochi e film tutti vediamo e sentiamo esattamente le stesse cose.
Knights of San Francisco segue orientativamente lo stesso filone dei libri, infatti la componente testuale è l’aspetto su cui si basa tutta l’esperienza ludica.
Nota bene: Knights of San Francisco è disponibile solo ed esclusivamente in lingua inglese, pertanto se non hai molta dimestichezza con la lingua potresti approfittarne per fare un po’ di esercizio, oppure se proprio non te la senti ti consiglio di lasciar perdere questo titolo, perché potresti rischiare di vivere un’esperienza poco piacevole.
Knights of San Francisco: un “libro interattivo”
Quando ho giocato a Knights of San Francisco, avevo l’impressione che il mio tablet si fosse trasformato improvvisamente in un Kindle. Knights of San Francisco lo considero una via di mezzo tra un libro e un videogioco. In effetti si tratta di un vero e proprio romanzo, con tanto di sequenze narrative, descrittive, riflessive e dialogiche.
Per facilitare la lettura della storia, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire di tanto in tanto delle immagini. Sulla parte inferiore dello schermo si può trovare un teschio, il quale serve per far apparire le righe successive.
Inizialmente la “pagina” è totalmente bianca, ecco perché è importante la funzione del teschio. Knights of San Francisco presenta anche una semplice, ma interessante meccanica presente oramai in parecchi prodotti videoludici di questa generazione: si tratta delle scelte.
Ogni qualvolta ci troviamo di fronte a una situazione particolare, abbiamo il potere di influenzare l’andamento delle vicende e ciò significa che noi giocatori possiamo esercitare il nostro libero arbitrio. Del resto, se l’esperienza si fosse basata solo ed esclusivamente sulla lettura passiva, non avremmo potuto considerarlo un gioco e questa recensione non avrebbe avuto alcun senso.
Ci sono due parametri che dobbiamo costantemente tenere sott’occhio. Essi sono la stamina e la sanità, di cui la prima concerne il vigore fisico, mentre la seconda riguarda la salute mentale.
Se hai dimestichezza con il gioco da tavolo Dungeons & Dragons, potresti divertirti molto in Knights of San Francisco, a patto che tu abbia la pazienza di seguire la lunga lettura prima dei momenti clou.
C’è la possibilità di intraprendere i combattimenti e in tale situazione abbiamo la libertà di agire in varie modalità. Bisogna scegliere con molta saggezza la mossa che si vuole fare, perché il gioco calcola la probabilità di successo attraverso 5 pedine.
Per far sì che il nostro attacco vada a buon fine dobbiamo totalizzare almeno 3 pedine su 5, ma questo è abbastanza facile da mettere in pratica, perché prima della scelta definitiva potremo vedere una piccola anteprima che ci mostra la probabilità di riuscita.
Quando i nemici vengono sconfitti si può sfruttare una particolare abilità del protagonista, che in inglese si chiama “Necromancy“. Grazie a essa possiamo evocare qualsiasi cadavere vicino a noi. Se si opta per la resurrezione di quello che era il tuo nemico, nelle prossime battaglie puoi giocare con un alleato.
In qualsiasi momento puoi annullare l’incantesimo e una volta fatto, il morto ritorna al suo riposo e il suo corpo collassa a terra. Quando combatti, consumi stamina e per ricaricarla devi nutrirti. Invece, quando ti trovi in situazione piene di tensione (come un combattimento) sprechi stamina e per recuperarla devi interagire con esseri umani come il tuo protagonista.
Valutiamo la sezione artistica e sonora
La componente artistica, come ho già accennato prima, assume un ruolo importante per rendere la lettura più piacevole. Il rischio che corre Knights of San Francisco è quello di risultare troppo noioso e impegnativo dal punto di vista cognitivo, perché quando si legge si fanno degli sforzi con la mente. Se invece vuoi fare tutto tranne che affaticarti, è ovvio che l’idea di leggere per “giocare” non sia così entusiasmante.
Tuttavia, le rappresentazioni dei vari personaggi e della misteriosa Piramide, il luogo in cui tutte le vicende sono centrate, le trovo di alto livello. La grafica in bianco e in nero mi ha suscitato una sensazione di mistero e ambiguità, infatti quest’impressione mi è stata confermata dalla sceneggiatura vera e propria.
La colonna sonora è un elemento fondamentale per godersi ulteriormente l’esperienza in Knights of San Francisco. La musica comprende anche dei pezzi accompagnati da strumenti a come chitarra e flauto. Ci sono stati dei momenti in cui la soundtrack mi ha fatto viaggiare con la mente nei mondi di Skyrim e The Witcher 3 Wild Hunt e devo dire che è stata una sensazione più che piacevole.