Bentornato su Giochi di Strategia, la rubrica di iCrewPlay dedicata a questo particolare genere di videogiochi. In occasione dell’uscita, sempre più vicina, di Age of Empires IV abbiamo deciso pochi giorni fa di iniziare a ripercorrere l’intera saga di questo famosissimo RTS, non il primo gioco di questo tipo mai creato, ma sicuramente uno di quelli che ha scolpito il genere dotandolo di caratteristiche tipiche che sono ora quasi date per scontate.
In realtà l’articolo di oggi non lo avevo inizialmente pianificato, ma visto che questa uscita è caduta, per puro caso, il 4 maggio 2021, perché non approfittarne per parlare di un RTS che pochi conoscono? Star Wars Galacttic Battlegrounds non è né il primo, né l’ultimo videogioco di questo genere ambientato nell’universo della nota saga spaziale, ma ha una serie di caratteristiche che lo rendono più che adatto ad essere trattato in questa serie di articoli sui molti capitoli di Age of Empires. A tal proposito, ti ricordo che qui trovi l’uscita dedicata ad Age of Empires III. Detto questo, iniziamo.
Star Wars Galactic Battlegrounds (2001)
Uscito nel 2001 per cavalcare l’onda di rinnovato interesse sulla saga di Star Wars grazie all’uscita della trilogia prequel, Star Wars Galactic Battlegrounds può essere considerato uno “spin-off” di Age of Empires II. Anzi, chiamarlo spin-off è probabilmente un’esagerazione visto che si tratta a tutti gli effetti di una mod del gioco originale che aggiunge alcuni elementi ed in generale effettua un reskin del risultato finale per inserirci (anche un po’ a forza) gli elementi tipici del franchise.
Al posto del legno, del ferro e dell’oro abbiamo così il carbone, i minerali e i cristalli Nova e al posto delle ere abbiamo i Tech Level. Di base nomi diversi per elementi simili. Le due grosse “novità” a livello di gameplay sono la presenza dei jedi/sith tra le unità creabili e l’inserimento di unità aeree che, tuttavia, si muovono solo bidimensionalmente sopra il campo di battaglia. In pratica sono delle vere e proprie navi fluttuanti, né più, né meno. Le civiltà presenti nel gioco sono sei, ovvero: l’Impero Galattico, l’Alleanza Ribelle, la Federazione dei Mercanti, i Wookie, i Naboo e i Gungan. Non commenterò il fatto che ben 2 civiltà su 6 vivano su Naboo e neanche una venga da Tatooine… evitiamo, ok?
Come di consueto in Star Wars Galactic Battlegrounds sono presenti anche 6 campagne per giocatore singolo. Una per civiltà? Non proprio visto che i Naboo vengono snobbati in favore dei Wookie che hanno ben due campagne a loro dedicate (ma a questo punto perché non ne avete fatta una civiltà sola?). Queste sono:
– Il tutorial dove vestiremo i panni di Attichitchuk, il padre di Chewbacca, mentre addestra i Wookie in vista dello scontro contro la Federazione dei Mercanti su Alaris Prime.
– Una versione alterata della conquista di Naboo da parte della Federazione dei Mercanti dove, alla guida di un droide comandante chiamato OOM-9, condurremo le nostre forze alla conquista della capitale, obbligando i Gungan alla resa mentre Darth Maul uccide Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi.
– Un lungo resoconto della storia dei Gungan che comprende anche le vicende recenti dei Naboo. Si parte da come Boss Gallo riunì le varie tribù per arrivare all’invasione della Federazione dei Mercanti e relativa ripresa della capitale di Theed.
– La campagna imperiale che inizia subito dopo Una Nuova Speranza con Darth Vader che assalta le Rovine di Massassi per catturare il Generale Dodonna per poi imbarcarsi in un’operazione di soppressione delle basi ribelli. Le ultime tre missioni sono versioni alterate di eventi noti con l’attacco su Hoth, la conquista di Bespin e lo scontro su Endor dove i maledetti Ewoks vengono finalmente sconfitti.
– Anche la campagna ribelle è ambientata dopo Una Nuova Speranza e ci vede guidare le forze ribelli mentre cercano di recuperare un artefatto Jedi e di respingere gli assalti imperiali. Anche qui potremo rivivere gli eventi dell’attacco su Hoth e della battaglia di Endor.
– Infine l’ultima campagna ci mette nei panni di Chewbacca mentre cerca di liberare Kashyyyk dalla presa degli schiavisti e dell’Impero, scatenando una rivolta che porterà persino alla liberazione di Kessel.
Star Wars Galactic Battlegrounds: Clone Campaigns (2002)
L’idea alla base di Star Wars Galactic Battlegrounds si rivelò un successo commerciale, nonostante non mancarono le critiche che facevano notare come questo gioco non fosse altro che una mod abbastanza rozza di Age of Empires II e che rispettasse davvero poco lo spirito di Star Wars. Nonostante ciò, nei primi anni 2000 sia gli RTS che Star Wars stavano vivendo un momento di popolarità enorme. Come da prassi, quindi, poteva forse mancare la consueta espansione?
Il 14 maggio 2002 uscì quindi Star Wars Galactic Battlegrounds: Clone Campaigns. Perché la data è importante? Perché come ulteriore manovra commerciale questa uscì 2 giorni prima di Star Wars: Episodio II – l’Attacco dei Cloni e fin dalla copertina prometteva contenuti esclusivi su questo film. Quando qualcuno accusa la Disney di aver eccessivamente commercializzato Star Wars penso proprio a cose come questa e scuoto la testa confuso. In ogni caso Clone Campaigns aggiungeva una manciata di nuove unità e tecnologie così come due “civiltà”, ovvero la Confederazione dei Sistemi Indipendenti e la Repubblica Galattica.
In modo abbastanza scontato queste due nuove fazioni hanno ovviamente le loro due campagne per giocatore singolo che approfondiscono gli eventi della Guerra dei Cloni. La cosa curiosa è che entrambe partono dalla Battaglia di Geonosis, per quanto da schieramenti diversi.
– Nella campagna della Confederazione vestiremo i panni del guerriero Chiss Sev’rance Tann che, sotto la guida del Conte Dooku, si imbarcherà in una serie di missioni per catturare varie miniere della Repubblica così da prendere il controllo dei Decimator, una loro arma segreta, e tenere Coruscant sotto ostaggio.
– Nella campagna della Repubblica, invece, ci metteremo nei panni del Maestro Jedi Echuu Shen-Jon mentre cerca di rimediare a quanto fatto da Tann, oltre che di perseguire una propria vendetta personale per il fatto che questi ha ucciso il suo padawan su Geonosis. La cosa interessante è che le ultime due missioni di questa campagna sono ambientate nell’epoca della Resistenza. Nella prima vedremo la fine di Echuu, ucciso da Darth Vader dopo aver incontrato Leia su Krant, e nella seconda guideremo la ripresa del Palazzo Imperiale di Coruscant dopo la vittoria su Endor.
Star Wars Galactic Battlegrounds Saga (2002)
Anche l’espansione Clone Campaigns ricevette una buona risposta commerciale, ma, per assurdo, proprio questa ne garantì la fine prematura visto che la LucasArts decise che Star Wars meritava un RTS degno di questo nome, senza le limitazioni legate all’utilizzo del motore dietro Age of Empires II. Purtroppo le necessità tecnologiche e la perdita di interesse del genere RTS portarono il progetto a completarsi solo nel 2006, quando uscì Star Wars: Empire At War, quello che, a detta di molti, è il miglior RTS mai realizzato sulla saga. In ogni caso, non è questo il momento ed il posto per parlarne.
Va invece detto che poco dopo l’uscita di Clone Campaigns, Ensemble Studios e LucasArts distribuirono un box set che conteneva sia il gioco principale che l’espansione. Questo portava il titolo di Star Wars Galactic Battlegrounds Saga ed è con questo nome che, a oggi, possiamo recuperare questi titoli sia su GOG che su Steam, oltre che su Instant Gaming. Ne vale la pena? E’ una bella domanda. Sono sicuramente giochi interessanti ed un appassionato che condivida la passione per gli RTS e per Star Wars può probabilmente ritenerli un acquisto degno di nota, ma per chiunque cerchi semplicemente un buon RTS che usi a modo gli elementi della saga, Empire At War è semplicemente troppo superiore su tutti i fronti.
(continua)