Oggi è il giorno che molti di noi aspettavano: Resident Evil Village è finalmente disponibile e siamo pronti ad immergerci nell’orrorifico Villaggio creato da Capcom, con il misterioso Castello che deve ancora rivelarci tutti i suoi segreti, compresa la storia di coloro che lo abitano.
Se di Lady Dimitrescu ci manca di conoscere solo il suo conto in banca, non si può dire lo stesso delle tre figlie Bela, Cassandra e Daniela. L’intervista di oggi farà luce su degli aspetti fino ad ora celati sulle trio di femme fatale (anche se loro, ovviamente, preferiscono il buio alla luce).
Resident Evil Village e il trio di Femme Fatale
Su PlayStation Blog, Kellen Haley, Associate Manager, Social Media & Community di Capcom USA, ha intervistato Morimasa Sato e Tomomori Takano per saperne di più sul processo creativo delle tre figlie di Lady Dimitrescu, le quali non ci renderanno la via facile nella nostra avventura in Resident Evil Village. Ecco l’intervista riportata per intero:
Lady Dimitrescu ha calamitato su di sé molte attenzioni in vista dell’uscita. Qual è stata la reazione del team a questa ondata di apprezzamento?
Sato: Lei nasce dal desiderio di creare un personaggio estremamente carismatico, ma di certo non ci aspettavamo che venisse accolta con questo fervore. Il team di sviluppo al completo è rimasto sbigottito dalla reazione del pubblico.
L’abbigliamento di Lady D. si ispira alla moda degli anni 60. A cosa si ispira lo stile delle figlie?
Takano: Anche i loro abiti e le loro calzature prendono ispirazione dalla moda degli anni 60. Ma nell’immaginare la famiglia al completo, abbiamo voluto assicurarci che la Dimitrescu spiccasse nettamente sul resto. Di conseguenza, le figlie indossano abiti neri classici, simili a quelli che ci si aspetterebbe da una congrega di streghe. Se osservate i ricami che li decorano, scoprirete che riproducono i motivi floreali dello stemma di famiglia dei Dimitrescu.
Il numero delle figlie è stato dettato da qualche scelta di design specifica?
Sato: Nell’ideare le diverse aree del villaggio abbiamo voluto rispettare un concetto di fondo. Per il castello, il concetto in questione era “la bellezza del terrore”. Da lì è scaturita l’idea di introdurre un determinato numero di figlie, per esprimere i diversi volti della follia più cieca. Successivamente, abbiamo deciso che avrebbero abitato sezioni diverse del castello. Dopo aver svolto una serie di prove per determinare il numero e la frequenza degli incontri di Ethan con le figlie, abbiamo deciso che tre fosse il numero ideale per preservare l’equilibrio di gioco. Così sono nate Bela, Cassandra e Daniela.
Come sono state create le storie personali di ciascuna figlia?
Sato: L’idea era di provare a immaginare un’antagonista femminile tanto bella quanto terrificante. Quello era il disegno generale a cui puntavamo. Ma volevamo anche che i giocatori potessero sempre distinguere una sorella dall’altra, per cui le abbiamo differenziate non solo nell’aspetto fisico ma anche nella personalità.
Quale figlia rappresenta la minaccia peggiore per Ethan?
Sato: Nessuna è più pericolosa delle altre. La personalità di ciascuna trasmette un senso diverso di orrore e minaccia. Abbiamo infuso in ognuna delle figlie una miscela specifica di bellezza e terrore, per cui lasceremo che siano i giocatori a scegliere la propria “preferita”.
C’è gelosia tra le sorelle?
Sato: Tutte e tre le figlie adorano e ammirano la madre, Alcina Dimitrescu. In un certo senso, le loro liti continue si possono interpretare come una lotta per dimostrarsi degne dell’affetto materno.
In che modo le figlie si inseriscono nell’universo di Resident Evil?
Sato: Le loro personalità maniacali instillano un terrore di tipo psicologico, ma i loro corpi innaturali composti da sciami di insetti sfociano decisamente nel territorio dell’orrore più concreto. Credo che qualsiasi antagonista debba presentare entrambi questi fattori, mentale e fisico, per inserirsi a dovere nell’universo di Resident Evil.
Perché ritenete che le figlie rappresentino al meglio l’aspetto “survival horror” di Resident Evil Village?
Sato: Poiché sono letteralmente composte da nugoli di insetti, gli attacchi normali non le scalfiscono. Di conseguenza, i giocatori dovranno adottare tattiche specifiche per sconfiggerle. Questa componente di strategia ed enigmi legata ai combattimenti, combinata con la lotta disperata per la sopravvivenza, è il motivo per cui si adattano perfettamente al mondo di Resident Evil Village.
Le figlie ricordano le classiche vampire dei romanzi gotici. Come è stato muoversi sul confine tra gotico e horror moderno?
Sato: Molti dei nemici che popolano il mondo di Resident Evil Village si ispirano a figure note dell’horror classico e gotico. Ma perché avessero senso nell’universo di Resident Evil, le tre figlie dovevano assolutamente sembrare degli “esseri viventi”. Non importa quanto qualcosa appaia soprannaturale, c’è sempre dietro una qualche spiegazione scientifica. Questo approccio non è certo unico di Resident Evil Village, ma accomuna l’intera serie, e non potevamo ignorarlo. Nel creare la trama e il disegno complessivo del gioco, ne abbiamo tenuto costantemente conto.
Quanto è diversa la versione definitiva delle figlie rispetto ai primi prototipi?
Takano: Avendo utilizzato i vampiri come ispirazione iniziale, le prime bozze prevedevano dei nemici che traevano la propria forza dal sangue. Si era anche ipotizzato che le figlie potessero mummificarsi senza una fonte costante di sangue. L’idea era interessante, ma allo stesso tempo stranamente comica. Per questo motivo, è stata successivamente accantonata.
Poi abbiamo pensato che potessero volare con un paio di ali che spuntavano dalla testa. Un’idea che è alla base di alcuni dei nemici presenti nel gioco. Ad ogni modo, uno dei requisiti che non potevamo in alcun modo trascurare era che le figlie sembrassero dei “boss”. Questo ci ha spinto a scartare anche quell’idea, per cercare il modo di distinguerle più nettamente dai nemici comuni.
no degli spunti preliminari che è sopravvissuto fino alla fine è l’impossibilità di sconfiggere le figlie con mezzi normali, da cui la decisione di caratterizzarle come sciami di insetti.
Che genere di emozioni volete che le sorelle suscitino nei giocatori che le incontrano?
Sato: Vorrei che pensino: “Speriamo non si facciano vive”, mentre esplorano il castello. Ma soprattutto, spero che suscitino emozioni contrastanti nei giocatori. Avremo raggiunto l’obiettivo se qualcuno penserà: “Sono terribili e spaventose… ma anche bellissime”.
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Potete svelarci alcune delle riflessioni scaturite dai primi bozzetti e dalle versioni preliminari delle figlie?
Takano: Nelle prime fasi di sviluppo abbiamo sperimentato con molte variazioni sul tema. A un certo punto erano armate di forbici giganti. Un’altra versione le vedeva dotate di lunghe lingue simili a sanguisughe. In un’altra ancora brandivano delle fruste.
In un altro momento le figlie non erano tre, ma uno stuolo di decine di sorelle che infestavano il castello, desiderose di banchettare con il sangue di Ethan. Dopo diverse prove, e per meglio calibrare il ritmo di gioco, alla fine si è deciso che la famiglia Dimitrescu fosse composta da Alcina e tre figlie. Una curiosità: la famiglia Dimitrescu si nutre di sangue maschile per sopravvivere, per cui i poveracci che finiscono nelle loro grinfie vengono crocifissi all’esterno del castello.
Dopo tutte queste interessanti informazioni sulle tre terrificanti e bellissime figlie Dimitrescu, non mi resta che augurarti: “Buona sopravvivenza!”