La scorsa estate un particolare evento ha dato uno scossone al mondo del gaming: Epic Games, decidendo di cambiare il sitema di pagamenti in Fortnite, ha suscitato le ire di Apple. Il popolare battle royale è infatti disponibile per praticamente ogni piattaforma esistente (console, PC e smartphone) dall’ottava generazione in poi e si è man mano guadagnato la fama di fenomeno di costume più che di semplice videogioco.
Epic Games ha deciso a fine estate del 2020 di modificare il sistema di acquisto di valuta di gioco permettendone l’ottenimento direttamente da uno store interno a Fortnite stesso, la cosa ha disturbato particolare Apple, che dall’acquisto dei crediti tramite i propri store ricavava circa il 20% della spesa degli utenti, a scatenare le ire della mela però c’è stato il preavviso inesistente da parte della software house, che era evidentemente pronta al tutto avendo già nel cassetto un corposo documento di risposta e addirittura un video parodia dello storico spot 1984.
A fine agosto 2020 la Corte americana si espose immediatamente in fase preliminare, ma il vero e proprio processo (come accade sempre in questi casi) ha avuto inizio a distanza di mesi, pochi giorni fa. E mentre la disputa legale tra i due colossi si infiamma ed entra nel vivo, prendendo i connotati di un vero e proprio terremoto per l’intera industria videoludica e non solo, altre parti entrano in gioco parteggiando (anche se in maniera velata) per l’uno o l’altro colosso.
Epic Games vs. Apple, Microsoft difende Fortnite?
Stanno facendo particolarmente scalpore, specialmente in casa Apple, le ultime dichiarazioni di Lori Wright, Vice Presidente della divisione Business Development di Microsoft. Chiamata a testimoniare dalla Corte della California del Nord, la Wright avrebbe sostenuto che la casa di Redmond vende in perdita le proprie console, e che i veri guadagni arrivano dalla vendita di videogiochi e abbonamenti, schierandosi indirettamente a difesa di Epic Games, dal momento che il suo discorso puntava proprio a tutelare la libertà di cui dovrebbero godere i videogiochi stessi e gli sviluppatori.
La cosa ha naturalmente indispettito Apple, che si è improvvisamente ritrovata a dover quasi combattere in uno svantaggioso 2 contro 1, i legali della casa di Cupertino però hanno potuto far leva su un’importante elemento: Lori Wright non ha presentato alla Corte nessun documento. In effetti, la documentazione in questione andrebbe a rivelare dati sensibili che per questioni di marketing le aziende non sono solite rendere pubblici (in questo caso il fatturato di Microsoft sulle console), ed è impossibile che i legali che hanno mosso l’accusa ignorino questo elemento.
Inoltre, nell’industria è risaputo che il discorso fatto da Microsoft sia effettivamente coerente e veritiero, non è una novità che le console vengano vendute in perdita e che il profitto arrivi da software e servizi; sembra quasi che Apple abbia provato una difesa disperata vedendosi con le spalle al muro. Come se non bastasse, Sony non si è ancora espressa sulla questione, e il rapporto tra il colosso nipponico ed Epic Games è ancora più saldo di quanto lo sia con Microsoft.
In uno scenario che sembra profilarsi a favore di Epic Games, come risponderà Apple? Continua a seguirci per rimanere sempre aggiornato!